L'archeologo scava dal cielo

La fotografia aèrea e la scoperta di antiche città La fotografia aèrea e la scoperta di antiche città L'archeologo scava dal cielo E, accaduto in Francia, d'estate. La siccità brucia i campi, la vegetazione s'inaridisce. Ed ecco che, volando a bassa' quota, un pilota vede, sbalordito, che sul terreno cominciano ad apparire come grandi «disegni», «piantedi complessi abitativi con alcuni settori più grandi, altri più piccoli e spiazzi di vario aspetto. I «disegni» spiccano in colore più chiaro sul fondo giallastro della campagna. Il pilota fotografa dall'alto quanto vede; e le fotografie confermano la sua Impressione visiva. Di che si tratta? Sul campi-inariditi il manto erboso è ridotto'al minimo, l'acqua del sottosuolo è quasi scomparsa. Non in misura uguale, però: dove c'è meno profondità c'è meno acqua, e perciò il colore visto dall'alto risulta più chiaro. Ma perché c'è meno profondità in alcuni punti? Il motivo consiste nella presenza di edifici sepolti, le cui pietre non lasciano passare l'acqua. Dunque ciò che 11 pilota ha visto è proprio la realtà: sotto quei campi giacciono antiche ville di campagna, la cui pianta suggerisce una datazione all'età romana, circa duemila anni or sono. L'episodio è solo un esempio: né occorre pensare che la siccità sia stata un fattore Indispensabile per la scoperta, dato che la differenza di umidità, e quindi di colore, v'era anche prima. Ma certo la situazione particolare l'ha evidenziata e richiamata all'attenzione. E' un caso tipico di ritrovamento archeologico non programmato: ciò non toglie, peraltro, che ritrovamenti del genere possano e anzi debbono programmarsi, attraverso quella nuova branca della ricerca archeologica (e non archeologica soltanto) che è l'aerofotografia. Su essa abbiamo finalmente un adeguato manuale Introduttivo, dovuto a un autorevole specialista, Fabio Piccarreta (Manuale di fotografia aerea: uso archeologico, editore «L'Erma» di Bretschneider, pp. 281, s.i.p.). Piccarreta ha lavorato al Foro Romano, a Gabli, a Lavinio. E ha Imparato una norma fondamentale per il topografo: ciò che non si vede a prima vista, non è detto che non vi sia. E' il caso di Agrigento, che si riteneva un esemplo tipico di antica città dall'urbanistica caotica, non programmata. Si era andati a scovare, per commentarla, perfino una frase di Le Corbusier, se-condo cui l'asino è il primo architetto urbanista. Altro che asino! E' bastato uno sguardo alle fóto aeree per rendersi conto che Agrigento era invece programmatissima, con le sue strade dritte in serie parallele e perpendicolari. Incrociate ad angoli retti. Ma quali sono i segni che indicano le costruzioni sepolte? Ne abbiamo già illustrata una categoria, le tracce di umidità. Un'altra sono gli elementi della vegetazione che si abbarbicano ai ruderi emergenti, rendendoli non percepibili alla vista da terra e Invece evidenti a quella dal cielo, perché mostrano un andamento non casuale come quello di mura e di edifici. Talvolta le indicazioni sono parziali, e proprio la visuale d'insieme le evidenzia: ad esempio, tratti stradali dissociati tra loro, ma che seguono precisi allineamnti, indicano una viabilità distrutta in parte, ma non scomparsa e anzi cosi ricostruibile. Certo, è facile sbagliare, per gl'Inesperti e anche per gli esperti. In-un campo di ' grano, ad 'esempio, può aé-". cadere che turbini di vento abbattano le piante, producendo una serie di fasce ad andamento regolare: l'osservatore della fotografia aerea potrebbe pensare all'allineamento non casuale di costruzioni sepolte. Qualche caso di errore può susci-' tare (e non sarebbe giusto) lo scherno: negli stazzi delle pecore si determina una superconcimazione del terreno che, vista dall'alto, si traduce in tracce di colore diverso, non certo tali però da giustificare un'interpretazione archeologica! Tra le grandi scoperte della fotografia aerea, che hanno rivelato città prima ignote, molti conoscono quella di Spina. Vi sono però altri casi degli ultimi anni, e degli ultimi mesi, non meno importanti anche se meno conosciuti: cosi l'individuazione nella terra¬ colo Piccaretta, che per la prima volta ce la presenta in modo organico. Senza dubbio la finalità dell'opera è essenzialmente didattica; ma per chi? A livello informativo, per chiunque si appassioni alla materia. A livello formativo, per gli archeologi che ormai non possono più ignorare, né rimettere totalmente In mani altrui, il basilare apporto di questa nuova disciplina. Probabilmente, l'archeologo non diverrà mai un esperto di fotografia aerea in tutte le sue implicazioni; ma deve divenirlo quanto basti per 'deciderne' l'uso; "per1 seguirle l'esecuzione e per interpretarne 1 risultati. D'altra parte, a noi sembra che le nozioni presentate siano utilissime anche ai fotografi, che acquisiranno per tale via una specializzazione proficua e qualificante. In ogni caso, la finalità comune resta la conoscenza del passato; e non .olo per scoprire l'antico, ..a anche per comprendere il moderno. Qome e perché le case si addensino, bll isolati si allineino, le otrade si articolino, le mura si estendano: ecco quanto la fotografia aerea può, .talvolta essa sola, spiegare. A monte s'intravede il tema più generale e affascinante di come e perché le città nascano, vivano e muoiano, di cosa conservino e cosa distruggano: ce n'è abbastanza per Illuminare il fascino straordinario dell'archeologia dal cielo. ferma antistante Venezia dell'abitato di Eraclea, che la precedette nel tempo e che conoscevamo solo dalle fonti letterarie; e cosi la scoperta dell'abitato romano di Lodi, riconosciuto in ampia parte delle sue strutture sotto l'attuale Lodi Vecchio. Ma per renderci conto appieno del rapporto tra il passato e il presente, consideriamo il caso dell'antica Luni, oggi in territorio agricolo presso La Spezia. La foto aerea indica la sagoma caratteristica dell'anfiteatro, documentando cosi la presenza della città romana. L'anfiteatro, tutta-i via, può essere esterno 4 inji terno, e dunque occorre individuare le mura. Ebbene, queste si delineano quando si pone attenzione a un quadrilatero di terreno coltivato che si leva di poco sul piano della campagna: evidentemente gli edifici dell'antica città, distrutti o abbandonati, sono stati ricoperti di terra all'intorno delle mura, e ciò ha determinato il rialzo. Individuata in tal modo la zona della città, la foto aerea indica il teatro all'angolo nord-orientale e i maggiori edifici al centro, dove s'Incrociano la strada principale, corrispondente alla via Aurelia. e quella che la taglia perpendicolarmente. Quanto si è detto finora mostra l'interesse vivissimo della fotografia aerea per l'indagine archeologica e l'importanza determinante di un'opera come quella del Sabatino Moscati Pal Roma. Foro Romano e Palatino in una veduta verticale

Persone citate: Bretschneider, Fabio Piccarreta, Le Corbusier, Piccarreta, Sabatino Moscati, Spina

Luoghi citati: Agrigento, Eraclea, Francia, La Spezia, Lodi, Lodi Vecchio, Roma, Venezia