Tristano in sogno trova la saggezza di Giovanni Tesio

Tristano in sogno trova la saggezza Tristano in sogno trova la saggezza FIRENZE — Venerdì _ 25 settembre Carlo Bo g aprirà il convegno di studi su «Nicola List Un mugellano nella cultura italiana tra le due guerre», organizzato a Scarperla, paese nativo dello scrittore. A Palazzo de' Vicari Giuliano Tnnamorati, Giorgio Luti e Ferruccio Mazzariol illustreranno gli esordi dello scrittore e la sua collaborazione alle riviste fiorentine negli Anni Venti, in particolare al •Frontespizio*, punto d'Incontro tra la generazione cattolica del dopoguerra e i giovani ermetici H giorno seguente Luigi Baldacci, Piero Bigongiari, Domenico De Robertls, Margherita Guidacci, Paolo Guidotti, Mario Luzi, Oreste Macrì, Leone Piedoni, Guglielmo Amerighl parleranno dell'opera narrativa di Lisi, noto soprattutto per il Diario di un parroco di campagna, pubblicato da Vallecchi nel '42. Lia Brunori e Alessandro Parronchl ricostruiranno 1 rapporti di Lisi con gli amici pittori e scultori. X quattro racconti che Ginevra Bompiani pubblica da Garzanti con il titolo L'incantato sono ricchi di interrogazioni, n primo racconto dà il titolo alla raccolta ed è un viaggio nel sogno, un'educazione sentimentale calata nella notte e nel labirinto. Un giovane è preso nel cerchio magico dell'amore e vive dentro una foresta di simboli, fluttua in coni àlluce e d'ombra, simuove tra simulacri di cose e di ambienti nettamente definiti. L'ultimo racconto «Amor sacro e amor profano) si svolge in un'atmosfera diversa solo in apparenza: nei lucidi meandri di un sogno ad occhi aperti, che è chiamato «sognatura». Il giovane protagonista Tristano s'interroga, ma rum resta schiavo del suo assillo e perviene ad una forma di saggezza. Il racconto si muove. Le due storie di mezzo sono storie di confronti tra la vecchiaia e la giovinezza, tra la giovinezza e la vecchiaia. Un vecchio studioso chiuso nell'illusorio recinto della sua intelligenza protetta viene trafìtto dalla scia di una giovinezza non vissuta (L'angelo). Un giovane incontra un vecchio poeta e frugando nelle pieghe del disincanto scopre la natura elusiva della parola, la sua vitalità discontinua, il suo odore di detrito'(La ricerca della forma e la spazzatura). I temi hanno contorni limpidi: la scelta, la gelosia, la vocazione, la giustizia. Ma è solo la pellicola liscia del profondo, sui cui scorre una complessa sintassi di sentimenti è di domande. Apprendimento o iniziazione? contraddizione o identità? A quali incroci s'incontrano la vita e la forma, la carne e lo spirito, la superficie e l'abisso? / peronaggi diventano figure di un dramma ontologico, ombre geometriche di un disegno di china. I racconti di Ginevra Bompiani non temono la contraddizione né se ne fanno uno scudo. Non conoscono intrecciò o avventura, ma sprofondamenti e grovigli. Scavano con il fuoco gallerie sotterranee e cercano il senso riposto di ciò che è semplice. Se rum ne ritrovano la pienezza esplorano altri tragitti, continuano ad interpretare il «mondo al di là del mondo», la «faccia dietro la faccia». Sono scritti con una vitalità raggelata chi cerca là sua forma interna. La ricchezza problematica del testo convive con le amorose angosce detto stile. Sono storie di iniziazione e di formazione, forse sono una terapia. Se hanno un senso, esso viene dal paradigma di Tristano: l'interpretazione è il diavolo e ogni storia percorre, •eoa il cuore in gola», la superficie. Lo spazio del racconto è un patema della carne; il pensiero di Tristano diventa il pensiero (professo) della sua autrice. Giovanni Tesio Ginevra Bompiani, «L'incantator, Garzanti, 148 pagine, l&O&ì lire.

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