La figlia rapita, dal romanzo alla realtà

La figlia rapita, dal romanzo alla realtà La figlia rapita, dal romanzo alla realtà NELL'ULTIMO romanzo di Frédéric Dard — meglio conosciuto in Italia come il commissario Sanantonio — si narra di Charles Dejallieu, scrittore di successo che vive nell'atmosfera ovattata dell'Oberland Bernese con la moglie Mélancolia, molto^ amata, e con la di lei figlia~bard',''&:' ■moia pena tollerata. DejalHeù'"t?''un' tipo.strano, spesso insoddisfatto e con la tendenza ad esistere attraverso le storie che sta creando. L'ultima ha per protagonista un Bambino tormentato — forse una sua proiezione autobiografica — che si dibatte in continue difficoltà: la vicenda del Bambino corre parallela a quella di Dejallieu, quasi «un libro nel libro». Ad un certo punto due loschi individui rapiscono Dora e chiedono un'ingente somma per il riscatto. Mentre Dard è intento alla stesura del romanzo e descrive l'episodio del rapimento nei minimi dettagli, la realtà irrompe di prepotenza nel libro: gli succede ciò • 'che stava'"'scrìvendo-e sua' figlia' ■'iépMne^'&ene'' rapita; in circostanze'' analoghe a quelle della'finzione. Nell'introduzione al romanzo Dard racconta questa drammatica coincidenza, che lo ha portato a interrogarsi sulla malignità del destino e a interrompere il libro, per riprenderlo in mano con molta fatica un anno dopo la liberazione della figlia. Anche nel romanzo la ragazza sarà liberata, ma Un romanzo di Liaty Pisani sulla figura di Aldo Pontremoli per il protagonista — cosi come per il suo autore — nulla sarà più come prima: egli rivedrà con occhi diversi la sua vita e le persone a lui vicine. Sul piano stilìstico il racconto lascia percepire come una frattura, un prima '•e-un dopo; nglla^parfa precedente Wq"tef*uzfonh le^parole, sembrano sfuggi}^ •■ durila penna dello scrittore, che indulge al tono canzonatorio e al tratto caricaturale a lui più congeniali, mentre nella parte successiva la scrittura appare più elaborata e sofferta, forse per un nuovo desiderio di introspezione psicologica. Marina Paglieri Frédéric Dard, «La finestra in fondo alla strada», Mondadori, 334 pagine, 204)00 lire. clarsi dei tempi narrativi: Avram disperso in mezzo ai ghiacci, Avram alla vigilia del volo, la narratrice bambina che afferra il racconto della vicenda di Pontremoli, ormai annebbiata dal tempo, la narratrice che immagina di ricostruire oggi quella storia per un servizio giornalistico. Flash back ogni poche pagine, continue variazioni del punto di vista: tutto giocato con molta sapienza, ma anche forse con un eccesso di premeditazione, con un certo compiacimento per lo sfoggio di ■ tecnica narrativa. Tanto che la pagina, specialmente nella parte finale, dove prevale l'inchiesta giornalistica, diventa un po' artificiosa, certamente meno risolta che nella parte dove Avram è solo con se stesso, a lottare per rinviare la morte, mentre la donna che ama si dibatte sotto la tortura dei ricordi e dei presentimenti. Piero Bianucci Liaty Pisani, «La terra di Avram», Mondadori, 251 pagine, 20 mila lire. 7-dt?t> Il dirigibile Italia di Nobile amore contrastato, reso impossibile dalla diversità di credo religioso. E va a scavare nel mistero della sfida che Pontremoli lanciò alla morte, fa della sua scomparsa una metafora che serve a indagare sui misteri metafisici della vita e sui disegni imperscrutabili del destina Il romanzo, pur di scrittura elegante e sorvegliato ima, conserva un taglio sperimentale nell'intrec-

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