Sul 2-0 c'è gloria anche per Huguito

Sul2-0 c'è gloria anche perHuguito Sul2-0 c'è gloria anche perHuguito Solo Graverò e Gritti non cercano scuse re gioco senza fantasia, con grandi ammucchiate al centro, senza che Polster e Gritti (peraltro non immuni da colpe) fossero mai smarcati in maniera pericolosa. Il primo tiro degno di tal nome, il Torino l'ha scoccato solo alla mezz'ora. Una gran botta di Qrittl che Pazzagli ha deviato in angolo con un'autentica prodezza. Poca roba davvero. Ma del resto la squadra di Radice non è riuscita neppure a creare le premesse per mettere le sue punte in grado di colpire. Oravi in questo senso le colpe del centrocampo. Solo Sabato, il migliore in campo in senso assoluto, ha cercato di aprire il gioco con Inserimenti sulla destra, ma 1 suol suggerimenti sono stati sprecati con ostinazione. I compagni di reparto invece hanno dimostrato disagi preoccupanti. Su tutti Berggreen, che è apparso svuotato di energie come spesso gli capita dopo un impegno infrasettimanale. E Crippa (anche lui reduce dalla partita con la Under 21), è sem¬ Dal nostro Inviato FABIO VERGNANO ASCOLI — Squadra pazza ed imprevedibile questo Torino, capace di grandi Imprese come di cadute clamorose. Battuta in extremis ad Avellino giocando una partita tutto sommato dignitosa, la squadra di Radice ha dato poi spettacolo contro la Sampdoria, ma è franata In maniera ingloriosa ad Ascoli, dove in undici partite non è mai riuscita a vincere collezionando quattro sconfitte e sette pareggi. Ed è soprattutto fuori casa che il Torino si macchia delle colpe peggiori. E' come se questa squadra avesse due anime: quella battagliera per le partite casalinghe e quella più ingenua e pasticciona per le gare in trasferta. Troppi errori, troppo affanni, pochissima lucidità di idee. La partita si è messa subito male. Dopo sedici minuti il primo gol ascolano, complice una sfortunata- deviazione di testa di Cravero che ha messo Scarafoni nelle condizioni di segnare un gol tanto spettacolare (il terzo in tre partite), quanto fortunato. Era 11 momento di ragionare con calma, di rimettere in sesto una partita che l'Ascoli teneva in pugno, ma che certo non dominava alla grande. Invece ecco franare minuto dopo minuto il castello di illusioni, di buoni propositi espressi alla vigilia di questo esame-trasferta. L'Ascoli ha cercato subito il colpo del definitivo k.o., ma con risultati deludenti. Era la grande occasione del Torino che avrebbe potuto, con le dovute cautele, aprirsi in una manovra ordinata e ragionata, invece i granata hanno continuato a macina¬ Pazzagli Destro Carannanta Celestini Bonetti Agabltlnl nell'Ogllo (82' Carillo) Giovarmeli'! Casag rande Agostini (66* H. Maradoi Scarafoni All. Castagner Arbitro: Magni 6 i gReti: 15' Scarafoni, 47' Giovannelli (rig), 89' Carannante Ammoniti: 35' Dell'Oglio, 37' Sabato, 52' Agostini Spettatori: 2.896 paganti per un incasso di 85.251.000 lire; 6.459 abbonati per una quota partita di 93.285.000 llreh.,-.-,;!' ì,lit: - . t.*n brato meno continuo del solito e meno disposto ad alutare i compagni in difficolta. Ma è solo un ragazzo che arriva dalla C2 e merita comprensione. Quanto a Comi, sembra sempre alla ricerca della posizione sul campo e per ora si fatica a capire con esattezza quale potrà essere 11 suo migliore Impiego Il crollo del Torino ha preso corpo nella ripresa. Dopo due minuti di gioco 1 granata hanno subito la mazzata decisiva. L'episodio ha fatto discutere nel dopo partita e scatenerà altre polemiche. L'intervento di Corradlnl su Dell'Oglio è sembrato da rigore e lo stesso arbitro Magni, in posizione felicissima (anche se non in giornata strepitosa), non ha avuto dubbi nel punire l'Intervento del terzino granata, che negli spogliatoi ha giurato di non aver neppure sfiorato l'avversario. Ma tant'è. L'Ascoli ha preso il volo e Giovarmela ha trasformato il penalty, il primo che l'Ascoli ha battuto dopo quarantuno partite di campionato. A quel punto la frittata era servita. Raddrizzare la partita è diventato impresa titanica. Radice ha cercato di vivacizzare il gioco' togliendo Berggreen e Gritti e spedendo in campo le forze giovani Lentini e Bresciani, ma è stata una manovra senza effetti concreti. Infatti l'Ascoli ha arretrato di qualche metro le sue linee e si è limitato a contenere un assalto che il Torino portava più con il cuore che con 11 cervello. Sabato ha continuato a buttare in mezzo decine di palloni, ma piovevano in area .e ricadevano a terra come foglie autunnali spazzate via, da quel vento fortissimo che ha flagellato il campo per tutta la partita. Castagner ha risposto al «nemico» con la mossa Maradona. «facci divertire, Huguito- urlava la folla. Ed il piccoletto ha cercato di non deludere nessuna Ha impegnato Lorleri con un bolide di destro, quindi ha inventato qualche altra giocata da piccolo funambolo del pallone. Poi a giòchi fatti ecco la terza «banderilla» nella testa del Toro ormai esausto. Ad un minuto dalla fine, errore di Lentini a centrocampo, Carannante fugge tutto solo, aggira anche Lorleri e segna nella porta vuota. Insomma, il Torino ha rilanciato l'Ascoli, ha proiettato Scarafoni nell'elite del cannonieri italiani, ha fatto felice il presidente Rozzi. Tutte azioni da libro Cuore, ma nel calcio ci vuole maggior cinismo e più cattiveria. Non bastano un tiro di Gritti, un paio di conclusioni di Sabato e Bresciani, nonché un salvataggio sulla linea del brasiliano Casagrande (95°!) su tiro di Crippa per tornare a casa con l'animo sereno. - dal nostro Inviato PIER CARLO ALFONSETTl ASCOLI — A sette giorni di distanza, il Torino ha cambiato faccia ma non tutti i granata sono disposti ad ammetterlo: alcuni individuano la ragione principale della sconfitta nel penalty che ha dato all'Ascoli l'occasione per mettersi al sicuro. Soltanto due, Cravero e Gritti, interpretano il capitombolo in modo diverso e assai meno lusinghiero per la loro squadra. Dice l'attaccante: «Ci siamo montati la testa e le conseguenze sono queste. Abbiamo incassato la prima rete, poi la seconda e a quel punto non c'era più nulla da fare anche perché slamo andati completamente nel pallone. TI nostro gioco è impostato sul lavoro di fascia e sui conseguenti traversoni; per segnare, invece, ad Ascoli abbiamo pensato di buttarci tutti in area creando soltanto confusione. Questi errori hanno finito per Ingigantire i meriti dei nostri avversari: Perché tante ingenuità? •Evidentemente — replica Gritti — manchiamo di maturità. Credo comunque che questa lezione sarà utile per il futuro*. Una brutta mazzata che stronca 1 sogni dei tifosi. «£ anche i nostri*. conclude il giocatore con un sorriso amaro. Ed ecco Cravero: •Siamo un po'frastornati, lo ammetto. In settimana avevamo ricevuto tanti elogi ma a questo punto c'è da pensare che la bella vittoria di domenica vada spiegata essenzialmente con i demeriti della Sampdoria. Qualcosa del genere tuttavia lo sentivo nell'aria, forse eravamo troppo sicuri di noi. Questa lezione ci ha riportati bruscamente alla realtà: Il primo a sottolineare l'errore arbitrale e ad attribuirgli un'importanza decisiva é il protagonista dell'episodio •incriminato», ovvero Corradlnl. «Ho giurato all'arbitro che non avevo neppure sfiorato Dell'Oglio e lui mi ha risposto che a tutti può capitare di sbagliare. Sono sicuro che la moviola mi renderà giustizia. Purtroppo questa valutazione errata ha influito in modo determinante perché ci ha stroncati psicologicamente: Lorleri è sintonizzato con il compagno. «Quel rigore ci ha tagliato le gambe. Non desidero assolutamente entrare in polemica con alcuno ma il fallo di Corradlnl era inesistente: n portiere ammette tuttavia che 11 Toro di Ascoli era ben più mite di quello scatenato che una settimana prima aveva liquidato la Sampdoria. •Abbiamo vissuto una giornata storta ma i motivi non li so spiegare. Anche ad Avellino, per esemplo, eravamo stati sconfitti ma alla fine della partita nutrivamo la certezza di esserci battuti bene. Qui, il sapore della sconfitta è invece molto pili amaro. Credo sta tuttavia giusto — continua Lorleri — fare un'analisi delle nostre manchevolezze per cercare di porvi rimedio. Siamo tutti adulti e dobbiamo capire che limitarci a recriminare non serve proprio a nulla: Poche battute in inglese da parte di Polster, il quale se ne va, borsone a tracolla e testone ciondolante, verso il pullman, •La squadra è stata condizionata da quel gol subito dopo soli quindici minuti ma è anche doveroso rilevare che nell'occasione la di¬ fesa ha dormito. Tutto il collettivo però è stato deludente e anche per questo motivo ho ricevuto pochi palloni*. Rush, gli fanno notare, ha segnato due gol, ed è lanciato sulla via dell'inseguimento. 'E va bene — replica con un sorriso mesto l'austriaco —, la sfida continua». • Un gol attintelo— osserva Comi — e quindi un rigore ingiusto sono stati determinanti. Indubbiamente la squadra era però meno lucida di domenica scorsa: Sabato si associa alla critica: «Ricadiamo nei soliti errori. Dobbiamo metterci in testa che quando si va in svantaggio si deve assolutamente recuperare ma purtroppo ci manca molto spesso la maturità necessaria per riuscire nell'intento. Non si può continuare in questo modo, è indispensabile costruirci una bella immagine anche in trasferta:

Luoghi citati: Ascoli, Avellino, Corradlnl, Lentini