Allora si rideva con Febo Conti di Paolo Taggi

Allora si rìdeva con Febo Conti Allora si rìdeva con Febo Conti Eroico Thamos BOARIO TERME — Gustose risate sono tornate al -Fanny Film Festival» di Boario Terme dopo la parentesi troppo •seriosa» di una appannata Gina Lollobrigida alla presentazione di 30 •Caroselli» selezionati da Adriano Zanacchi e da Paolo Taggi. Una vera chicca il Carosello del 1968 che ci mostra il nuovo direttore artistico dei network di Berlusconi, Pippo Baudo, arrampicarsi vestito (o meglio svestito) da cavernicolo su degli alberi. Emette suoni gutturali ma non riesce a comunicare con gli altri cavernicoli, sicché decide di lasciare la preistoria e tornare nella attualità cantando •Che cotta, che cotta! Ho preso una cotta per Motta!». Questa rassegna di Caroselli, una vera miniera di gags, verrà rielaborata e portata nelle maggiori città italiane in occasione dei trent'anni dalla nascita del Caroselli, iniziata nel 1957. Per tre anni infatti la Rai non volle fare pubblicità, perché pensava che 11 pubblico non la gradisse. Non è neppure sicuro chi inventò i Caroselli. Se ne autoproclama autore il conte Ricas di Castagnedo, attuale presidente del Touring club italiano, che è stato uno dei pionieri della pubblicità. E chi ha ucciso nel 1977 Questo Carosello che è stato 11 programma televisivo più seguito come ascolto continuativo per ben 20 anni? Probabilmente proprio 1 pubblicitari che trovavano questi spettacolini troppo Italiani, quindi non esportabili. Scorrendo i cataloghi si scoprono firme illustri che allora si vergognavano di firmare, per esemplo 1 fratelli Tavianl, Olilo Pontecorvo, lo stesso Magni di cui abbiamo visto in chiusura del «Fanny Fe¬ stival» il suo ultimo film Secondo Ponzio Pilato. Magni iniziò nel 1957 col •Professor Emme» protagonista Nino Manfredi, che adesso non è solo interprete ma è anche coautore della serie di •Natalina e Gegia», affidata alla regia di suo figlio. Persino Mar tannini, osannato eroe di Lascia o Raddoppia, si cimentò nei Caroselli, regista Eros Macchi. I testi erano in parte di Macchi e in parte di Terzoli e Marianninl si trasformava (e chi meglio di lui?) in un giocoliere della parola. Per una fortunata coincidenza sono stati inclusi nella rassegna 1 due Caroselli girati da Febo Conti in veste di Rldolinl, uno degli eroi del comico muto, a cui 11 Festival ha dedicato una rassegna. Febo Conti, che adesso abita sul Lago di Garda, si è fermato a Boario per rivedersi. E non ha perso l'occasione per polemizzare contro quel cervelloni della Rai che lo silurarono nel 197° mentre conduceva «Chissà chi lo sa?», un programma per ragazzi che andò avanti per undici anni con un Indice di gradimento dell'84 e 7 per cento. •Dissero clte era troppo nozionistico... e poi tutti hanno adottato questa formula copiandomi». Ma se la Rai ti offrisse un buon contratto, torneresti a condurre un quiz? Oli ha chiesto Franco Caulll ideatore della manifestazione. •Assolutamente no. I quiz mi hanno stancato. Adesso lavoro per delle televisioni locali, continuo da 25 anni con un programma sulla televisione svizzera di Lugano per insegnare ai ticinesi a maltrattare meno l'italiano, ho persino scoperto di saper scolpire ed ho fatto trenta mostre in tutta Italia. Il catalogo è stato presentato da Salvataggio». Ma tornando a Ridolini, quando ti venne l'idea di imitarlo? •Per caso, mentre facevo alla radio "Sette giorni a Milano", nel 1948. Con me c'era una giovanissima Franca Rame, lina Renzi, Fausto Tommei e tanti altri. Io ero Battista, un cameriere reazionario e sempre in lotta contro una vecchia marchesa (Anna Carena). Portammo la regista al Teatro Dal Verme e Stiller, l'autore, decise di ambientare il finale nel mondo del circo. Io mi truccai col fondo bianchissimo, in testa una bombetta, entrò Stiller, me la calcò sugli occhi, io drizzai le orecchie ed ero Ridolini. Allora volli perfezionarmi; andai in cineteca da Walter Alberti, mi^ vestii con pantaloni larghi e bretellone. Mario Laudi, il regista, era estasiato; solo la Rai non si accorse dì avere un personaggio che poteva imitare Ridolini e che era il caso di produrre con lui film per ragazzi». Febo Conti (60 anni) ha ancora la bella voce di un tempo che gli valse il posto del più giovane annunciatore nel 1945 a soli 17 anni a Radio Italia del Nord. 'Poi frequentai l'Accademia con Paolo Orassi e con voce calda e monotona commemoravo i partigiani caduti finché Enzo Ferrieri mi aprì la strada del teatro, quindi passai alla Rai. Adesso ho festeggiato 42 anni di carriera artistica». Ma se la Rai ti offrisse .qualcosa di valido, torneresti? Febo Conti, il viso molto abbronzato ma assai ingrassato, gli occhi piccoli dietro le lenti si schermisce: «Non so. I funzionari di allora sono tutti morti, non vorrei che quelli di adesso fossero peggiori...-. L'ultimo concerto si Settembre Musica, affidato sabato sera alle forze musicali del Teatro Regio, sembrava voler riassumere nel programma una delle caratteristiche fondamentali, l'accostamento di grandi capolavori del repertorio tradizionale ad opere preziose e rare, neglette dalla programmazione abituale. Il ruolo della •rarità» spettava in questo caso alle musiche di scena che Mozart scrisse per il Thamos, re d'Egitto, un dramma eroico del barone von Gebler, quando era ancora a Salisburgo e la sua passione incontenibile per il teatro si alimentava agli spettacoli di prosa offerti dalle compagnie di passaggio, quella di Johannes Bohm (per la quale appunto Mozart scrisse queste musiche) e quella di Emmanuel Schikaneder, futuro librettista del flauto magico. Qualche accenno alla forma del melologo (cioè con la musica sottoposta alla recitazione del testo, risolta in questa esecuzione con il contributo di Ulta Alasjarvl) e qualche vistosa analogia dei pezzi musicali e del soggetto con II Flauto magico (ma l'aria con coro finale sembra richiamare anche il Don Giovanni) danno a questo lavoro, col senno di poi, un carattere sperimentale, da cartone preparatorio per le compiute realizzazioni successive. Di fronte al non semplice compito di restituire l'efficacia di musiche pensate In stretta relazione con l'evento scenico, qui ovviamente assente, orchestra e coro, istruito da Fulvio Fogllazza,.hanno risposto adeguamento sotto la guida di Miklòs Erdétyi, e con loro il quartetto di giovani solisti, tutti bravi e ben disposti verso una ' parte abbastanza ingrata (solo al soprano e al basso è concessa qualche piccola sottolineatura espressiva individuale); erano Nuccia Focile, Nicoletta Cunei, Mario Bolognesi e Lucio Gallo. Con la Terza Sintonia di Beethoven il maestro Erdétyi ha poi cercato nell'orchestra del Regio, in generale con risultati positivi, una compattezza sinfonica ed una precisione che garantissero, più del lato epico ed «eroico», I valori di equilibrio formale e di classicità. Successo caloroso. Giorgio Pagliaro TEATRO MASSAUA Teatro Nuovo Torino IX FESTIVAL INTERNAZIONALE DI DANZA Piazza Massaua 9 - Tel. 795.803 Da venerdì 2 ottobre IL GESTO E L'ANIMA

Luoghi citati: Boario, Egitto, Italia, Lugano, Milano, Salisburgo, Salvataggio