«Sono Monica, la più grande buffona d'Italia» di Donata Gianeri

INTERVISTA / La Vitti, incoronata «regina della risata», si confessa con autoironia INTERVISTA / La Vitti, incoronata «regina della risata», si confessa con autoironia «Sono Monica, la più grande buffona d'Italia» «Il mio sorrìso quotidiano devo conquistarmelo con fatica, ma so bene che è l'unica ancora di salvezza» •Sempre lì, alle prese con la sua grande fatica di essere Monica; con le sue paure, con l'angoscia di non farcela o di commettere qualche errore ed essere tagliata fuori». — Non mi sembra possibile, nel suo caso. Lei è amatissima, un monumento. Qualcuno ha scritto addirittura che «rappresenta un pezzo di storia femminile nel nostro Paese». •Davvero?' Ma che Carini!* E*-un complimento chiélmi fa piacere quasi quanto il titolo di commendatore che ho ricevuto mesi fa, quanto la corona di Regina della Risata che ho ricevuto nei giorni scorsi. Tutti riconoscimenti a cui tengo e sa perché? Perché ho sempre svolto un lavoro isolato, nel senso che non sono mai stata aiutata da nessuno e ho sempre voluto rimanere qua, tra la mia gente. Così, ho scelto di non lavorare in America e di essere cittadina italiana, pagando le tasse sino all'ultimo centesimo. In cambio, sono molto amata». — Questo successo le è costato molto in sacrifici, lavoro, rinunce? «Moltissimo, certo. La mia, non è stata una vita facile, anche se la gioia della riuscita mi ha ripagato di tutto. Ma quello che ho, me lo sono guadagnato a prezzo di sforzi e fatiche incredibili: io sono una che tira la carretta dal mattino alla sera, che non molla mai. Sono, insomma, una vera lavoratrice dello spettacolo, come sta scritto sul mio tesserino». — E ora? A che punto della carriera pensa di ritrovarsi, signora Vitti? •Non lo so: mi sento come un alpinista che scala una parete. Sempre li, col chiodo piantato sulla montagna, in verticale». — Non sarà anche, per caso, che si sente un po' messa in disparte dal cinema? •Grazie a Dio, no, affatto: solo di recente ho rifiutato ben tre film, tra cui n Barone di MUnchausen e Le prisonnier. Inoltre, ho respinto diverse offerte che mi venivano dall'America: •^Glavl.suoi rifiuti: sempre più numerosi tìérstìoi'f Uhi, to) ih" tutta una lunga' carriera. Noti si può céiWdire che lèi sfai-uria stakaP novista della pellicola. •Non lo sono, né m'interessa esserlo: io ho bisogno soprattutto di grandi spazi per vivere. Mentre non ho bisogno di grandi mezzi: sono una che si accontenta di poco, non guido la macchina, non amo i gioielli, mi vesto così come viene, porto un paio di scarpe sinché non cade a pezzi. Mi concedo un unico, grande lusso: quello di rifiutare». — A parte i rifiuti, oggi i suoi rapporti col cinema come sono? Critici, costruttivi, di attesa? • Costruttivi, certo, e anche di attesa. Con Roberto Russo abbiamo preparato una storia che mi sembra molto bella e speriamo, prima o poi, di vararla. Perché io, vede, sono continuamente alla ricerca del cinema giusto, quello in cui credere. Ma oggi non è facile: e poi sono sempre divorata da mille dubbi — Rifiuti, dubbi, perché? •Il dubbio fa parte della mia vita, come la paura. Vivo nel dubbio perché è la cosa che mi dà maggior certezza: scegliere una cosa o l'altra significa l'esclusione di una delle due e per me è sempre un dramma». — La Monica Vitti di oggi come vede la Monica Vitti di ieri? — Per lei saper ridere è Importante? •Essenziale: una necessità salutare, di sopravvivenza. Non pensi con ciò che io mi svegli allegra ogni mattina, tutt'altro: devo conquistarmelo a fatica, il mio sorriso quotidiano. Ma so che è la mia piccola ancora di salvezza e mi ci aggrappo con tutte le •■Jprze., sinché riesco a' vedere le cose con la '■ giusta dose ctl umorismo'».'■'"'"• ' • - • ,'TWquéstl,'glorrif la'àb'itra'bibndisslma Buf-J fona Nazionale è a Milano, dove sta preparando 11 suo rientro sulle scene con La strana coppia, commedia che ha già portato al successo la scorsa stagione a Roma e di cui si terrà la prima 11 30 settembre al Teatro Manzoni. — Questo suo ritorno con Nell Simon vuol significare forse che ha scelto definitivamente il teatro? •Penso proprio di sì: e ho già parecchi progetti teatrali per la prossima stagione. Un tipo di teatro diverso, naturalmente. Mi piacerebbe Shakespeare: anche se di Shakespeare quelli che prediligo sono i ruoli maschili. E non sono Sarah Bernard». — Curioso: ancora l'anno scorso lei sosteneva che non avrebbe mai abbandonato il cinema, dedicandosi al teatro nel ritagli di tempo. Cosa le ha fatto cambiare idea? «J7 mio successo col pubblico. Erano anni che non provavo questa sensazione straordinaria. Il fatto di essere attrice cinematografica mi aveva privato del rapporto diretto con gli spettatori, questo filo magico che s'instaura tra palcoscenico e platea di cui tu senti le minime vibrazioni. Riprovarlo, mi è sembrato elettrizzante. Ed è stato proprio Monica Vitti: «Scelgo definitivamente il teatro» questo a convincermi di scegliere il teatro». Donata Gianeri A Boario Terme una rassegna dedicata ai Caroselli della Rai tv Ha chiuso Settembre Musica

Persone citate: Monica Vitti, Roberto Russo, Sarah Bernard, Shakespeare, Vitti

Luoghi citati: America, Boario, Italia, Milano, Roma