I francescani a Torino raccontano trent'anni di scavi in Terra Santa

I francescani a Torino raccontano trent'anni di scavi in Terra Santa I francescani a Torino raccontano trent'anni di scavi in Terra Santa L' « uomo bionico» è ancora lontano Da Areno un appello agli scienziati Da giovedì prossimo E' dal 1230 che i francescani vivono ed operano in Palestina ed a essi è tradizionalmente affidata la «Custodia di Terra Santa» per la tutela dei luoghi di . culto e l'assistenza ai pellegrini. E' in questo ambiente che agli Inizi del nostro secolo matura il progetto di costituire proprio a Geru- . salemme un centro di studi biblici che faciliti, meglio • che in qualsiasi altro luogo, la formazione degli inse- . guanti e la ricerca scientifi- . ca. Superati i problemi organizzativi ed ottenute le ne- . cessarle autorizzazioni, nel 1924 viene Inaugurato presso il Santuario della Flagellazione lo Studium Biblicum Franciscanum. La. qualità dell'insegnamento ed il livello della ricerca ne hanno progressivamente accresciuta l'Importanza finché negli Anni Sessanta è divenuta sezione biblica stabile dell'Ateneo Anto- . niano di Roma con il diritto di conferire i titoli di licenza e di laurea in teologia bi- i blica mentre 1 suoi periodici convegno dei frati-arche e i suol testi scientifici e divulgativi portano alla conoscenza del mondo le acquisizioni ottenute nelle Indagini. La pubblicazione di una erudita raccolta di documénti sui luoghi santi fatta da Padre Baldi nel 1935 mette in luce tutto il materiale disponibile sull'argomento. Fioriscono intanto 1 primi scavi che confermano le indicazioni circa l'esistenza di un gran numero di luoghi di culto paleocristianl-blzantini del IV-VII secolo-come a Cafarnao, il villaggio di Pietro, ed a Befania, presso la tomba di Lazzaro. Si tratta di scoperte di grande rilievo che mostrano però il vuoto del primo periodo di tre-quattro secoli di vita cristiana in Palestina Le successive campagne di scavo hanno colmato la lacuna Agli occhi del grande pubblico i risultati più vistosi sono certo stati quelli ottenuti da padre V. Corbo durante 1 lavori di restauro della basilica del Sepolcro a Gerusalemme, heologi che hanno scoperto la casa di Pietro L'ingegnerìa biologica è già in grado di sostituire molte parti del corpo: non di creare la vita AREZZO — Ottan cinque anni fa l'uomo non aveva ancora imparato a volare. Ma 66 anni più tardi posava già il suo piede sulla Luna A guardarlo con trepidazione, proprio mentre sbarcava, era 11 mondo Intero, attraverso la televisione via satellite. Dall'apparizione del telefono e della radio era passato meno di un secolo. Chi nasceva cento anni fa aveva dinanzi la prospettiva di una vita media di 43 anni Oggi il progresso medico e farmacologico gliene offre 75. In pochi decenni l'uomo ha compiuto un progresso esaltante. Ha messo allo scoperto 11 suo codice genetico e i meccanismi del comportamento. Ha Imparato a dominare la fecondazione, a far compiere al batteri le straordinarie trasformazioni propiziate dalle biotecnologie. Accanto all'Ingegnerìa genetica, le neuroscienze e le ricerche sull'intelligenza artificiale propongono macchine «pensanti» e offrono nuovi squarci di conoscenza sul meccanismi del cervello. E mentre ciò accade nei laboratori, informatica e telematica stanno rivoluzio¬ nando il nostro modo di vivere. Ma con quale maturità e responsabilità l'uomo affronta le incognite del futuro e con quali rischi? .Di fronte a questo sviluppo esplosivo della conoscenza diventa sempre più. urgente definire ti confine fra la tecnica come liberazione dalla fatica e dal bisogno e la tecnica come manipolazione del creato., ha precisato il professor Adriano Bausola, rettore dell'Università Cattolica, nella prolusione al corso di aggiornamento culturale «Etica e trasformazioni tecnologiche» inaugurato ieri ad Arezzo. .La tecnologia — ha aggiunto Bausola — costituisce l'unica vera variabile indipendente della vita contemporanea, essendo dotata di una forte autonomia in un processo che si autosostenta e che va via via accelerando. Oggi, più dt un tempo, è necessaria una guida morale alle trasformazioni tecnologiche, ossia un'etica della responsabilità. Non tutto ciò che è possibile diventa perciò stesso lecito.. Assai prima che l'era dei trapianti avesse inizio e mentre già da tempo la fantascienza proponeva l'uomo bionico, alcuni scienziati abituati a proiettare la realtà oltre l'orizzonte del reale parlavano già di «Cyb-org», cioè di organismi cibernet icizzati nei quali la forza muscolare, la capacità di resistere lungamente alla fatica e altre eccezionali prerogative fisiche e di comportamento potevano essere potenziate automaticamente e Istantaneamente da erogatori elettronici di sostanze stimolanti innestati nell'organismo. L'ingegneria biologica ha già dimostrato di saper sostituire in maniera soddisfacente interi organi del corpo umano. Pacemakers ed erogatori automatici sottocutanei di insulina sono già una realtà e nei laboratori d'avanguardia sono in gestazione apparati bioelettronici ancora più straordinari. La prospettiva è dunque davvero cosi imminente? E con quali limiti? •Allo stato attuale dell'arte la possibilità di realiz-are l'uomo bionico vagheggiato dagli scrittori di fantascienza è ancora lontana — precisa il professor Gianfranco Fineschl, direttore dell'Istituto di Clinica Ortopedica dell'Università Cattolica con un preciso invito a ridimensionare certi entusiasmi prematuri —. L'organismo biologico è una macchina perfetta, ma è soprattutto un esemplare unico. L'unicità di ogni essere vivente, legata al suo patrimonio genetico, rende praticamente aleatorio ipotizzare "pezzi" in grado di sostituire organi e funzioni che non contrastino con l'unicità dell'essere vivente. Ma al di là degli aspetti scientifici e tecnico-chirurgici rimane un'etica di principio che nei suol contenuti può accettare la tecnologia nella parte di essa che si dimostra accettata dalla natura.. Inviti alla prudenza anche per la procreatica Per monsignor Elio Sgreccia, direttore del Centro di Bioetica dell'Università Cattolica, .un processo di procreazione umana non è la semplice unione di 23 cromosomi di un ovocito maturo con i 23 cromosomi di uno spermatozoo fertile. E' immensamente e gli scavi nella casa di Pietro a Cafarnao, nell'antico villaggio di Nazareth e nelle fortezze di Erode Herodion. e Macheronte nonché di particolari settori di questo affascinante mondo giudeo-cristiano. Sono tutte acquisizioni di spicco. In dettaglio gli scavi di Cafarnao che durano da oltre sessantanni hanno portato alla luce una chiesa ottagonale di epoca bizantina edificata sopra una domus-ecelesta di epoca tardo-ellenistica-romana. Si tratta proprio della «Casa di Simon Pietro» di cui parla il Vangelo di Marco e sulla quale cosi si esprime la pellegrina Egeria alla fine del IV secolo: •A Cafarnao la casa del principe degli apostoli è diventata chiesa; ma si osservano ancora le pareti della casa.. Sotto questi profili il convegno francescano di Torino è una felice occasione per comprendere che talora scienza e fede trovano precisi punti d'incontro. Pierluigi Baima Bollone con la dimostrazione della corrispondenza di base del luoghi con la descrizione del Vangeli, di tracce di antichissime manifestazioni di culto; del lavori fatti eseguire dall'imperatore Adriano per cancellarne ogni traccia e del recupero effettuato dagli architetti di Costantino che vi ressero cinque sontuosi edifici. Tuttavia le Indagini in molte altre sedi dimostrano la continuità della vita religiosa cristiana fin dai primi anni della nostra èra. I frutti di questi «Trent'anni di archeologia in Terra Santa» vengono presentati dai francescani di Torino in un convegno che si svolgerà nella sala congressi del San Paolo per tre giorni a partire dal 24 settembre. Non si parlerà di Sepolcro, che pure ha per Torino un particolare significato se non altro per 1 collegamenti — anche in fatto di dimensioni — con la Sindone. Verranno invece presentati dal singoli autori delle ricerche i risultati de¬ infinitamente di più. Dietro ogni vita c'è un atto d'amore. La vita e l'amore non poti anno mai essere divisi fra di loro né espressi in laboratorio.. In discussione, accanto al progresso esaltante degli ultimi decenni sono perciò le responsabilità morali dello scienziato. .La scienza non può essere neutrale, e perciò realizzabile senza limiti etici, come pretendeva II sociologo svedese Lundberg quando nel 1929 affermava che non è affare del chimico sapere quale uso verrà fatto di un nuovo esplosivo — ha ricordato il rettore Bausola — o come ribadir» nell'immediato dopoguerra Louis Fteser, inventore Mi napalm, sostenendo che lo sctenzato deve solo occuparsi di problemi tecnici e non di questioni etiche.. Con diversa sensibilità Robert Oppenheimer, uno del padri delle bombe nucleari, nel 1949 riconobbe con rammarico che «i fisici hanno conosciuto il peccato, e sette armi dopo aggiunse con maggior tristezza: «.Voi abbiamo fatto il lavoro del diavolo.. Brano Ghibaudi