Bimbo ucciso a casa il papà

Brescia: arresti domiciliari Brescia: arresti domiciliari Bimbo ucciso a casa il papa Una nuova perizia sui resti della donna uccisa a Ioana All'anagrafe per ora corpo tagliato a pezzi dalle parole dei figli - SAVONA — Nove anni di mistero e silenzi complici sul raccapricciante omicidio di sjf •.,. una donna ferita a coltellate, si. risolata, tagliata a pezzi t ' cui resti, avvòlti in otto tacchetti di plastica nera, furono dispersi nella fitta vegetazione dell'altopiano delle Manie, nell'entroterra di Finale Ligure. Alla vittima di questo feroce omicidio, cinque giorni or sono è stato dato un nome: Maria Casillo, 46 anni, di San Giuseppe Vesuviano (Napoli), abitante a Loano, e il marito, Francesco Catapano, 48 anni, è in carcere accusato di uxoricidio, occultamento di cadavere. Anche la figlia maggiore, Lucrezia 24 anni, «fermata» dai carabinieri, per due notti è rimasta in cella di sicurezza con l'accusa di matricidio. Poi, il procuratore della Repubblica di Savona Michele Russo, l'ha rimessa in libertà perché ha ritenuto che «siano venuti a mancare, in parte, i gravi indizi a carico di Lucrezia Catapano». Ma Maria Casillo, ufficialmente, non è morta né è stata uccisa Per l'anagrafe è semplicemente «irreperìbile» dal 1980. Lucrezia Catapano, la sorella Nigra e il fratello Salvatore, 23 e 22 anni, che accusano il padre di uxoricidio, non hanno visto l'uomo uccidere e taglia- j Brescia Bruno Lorandi accusato di aver ucciso il figlio BRESCIA — Bruno Lorandi, 42 anni, l'operaio marmiste accusato di aver avuto un ruolo nell'uccisione del figlio Cristian, 10 anni, il bambino di Nuvolera (Brescia) strangolato con un filo di ferro il 29 aprile '86, ha ottenuto gli arresti domiciliari. Ieri pomerìggio ha lasciato il carcere di Canton Mombello, su disposizione del giudice istruttore Dario Culot che gli ha anche concesso di recarsi al lavoro. Lorandi era stato arrestato dai carabinieri un mese dopo l'omicidio di Cristian Sottoposto ad un estenuante interrogatorio, aveva raccontato che la morte del suo unico bambino era stata causata da una disgrazia e che lui, temendo di non essere creduto dai parenti, aveva organizzato la macabra messa in scena del filo di ferro, nascondendo poi il cadavere in una radura sulla sommità del Monte Maddalena Sentito dal magistrato, però, Lorandi aveva subito ritrattato, dicendo che la confessione gli era stata estorta dai carabinièri. Nel gennaio scorso il giudice Istruttore Gemma Cotti Cornetti lo aveva rimesso in libertà per insufficienza di indizi. Contro la decisione del giudice aveva fatto appello alla Cassazione 11 pubblico ministero Francesco Piantoni e la Suprema Corte, il 18 luglio di quest'anno, aveva disposto il nuovo arresto dell'operaio. rimane «irreperibile»: bisogna provare che il sia il suo - Quello che si sa del delitto è emerso La maggiore, scarcerata, rimane sotto inchiesta ai carabisquarcioo e asava" làavere uctribuiva ruolo di a pezzi. sione in l'arma cfiglia: unLa vittpita da udome, mIl peritostabili ch Loano. Francesco Catapano re a pezzi la moglie. Sostengono di avere ricevuto la confessione del delitto durante un macabro consiglio di famiglia, la stessa notte del 4 aprile 1978 in cui la donna fu uccisa II figlio minore ha accompagnato il padre nel macabro rito della dispersione dei resti, ma non ha visto il contenuto dei sacchetti di plastica. Una serie «di non certezze» che hanno indotto il magistrato inquirente a non spiccare, nonostante siano trascorsi quasi cinque giorni dal fermo del presunto uxoricida un ordine di cattura cui alle imputazioni più gravi contro 1) presunto omicida dovrebbe aggiungersi anche quella di calunnia E' stato Francesco Catapano, infatti, con due lettere ai carabinieri, a gettare uno squarcio di luce su questo o e ad Innescare le condei,.copgiunti. Accusava" là''figua^u'crezia di^ avere ucciso la madre e attribuiva a se stesso solo il ruolo di chi l'aveva tagliata a pezzi. Una accusa-confessione in cui indicava anche l'arma che avrebbe usato la figlia: un coltello da cucina. La vittima, taf atti, fu colpita da una coltellata all'addome, ma non era mortale. Il perito, Athos La Caverà, stabili che la donna era morta per strangolamento. Ora, alla luce delle nuove rivelazioni, 11 procuratore Russo, gli chiede un supplemento di perizia Gli inquirenti attendono da uno studio odontotecnico di Milano una possibile con- ~ ferma sull'identità della vittima. Maria Casillo portava due protesi dentarie, opera di un dentista milanese di cui era cliente. Lo studio del professionista, però, è stato rilevato dal figlio. Esisteranno ancora le schede della paziente? Si nutrono dubbi anche sulla possibilità di ritrovare, all'istituto di medicina legale di Genova il teschio della donna trovata sull'altopiano delle Manie. Gli altri resti sono finiti nella fossa comune del cimitero di Finale. Bruno Balbo