Haig, segretario di Stato per errore di Ennio Caretto
Haig, segretario di Stato per errore Lo afferma il libro di Woodward sulle guerre segrete dell'ex direttore Cia Haig, segretario di Stato per errore Shultz respinse l'offerta per un equivoco al telefono, e Reagan girò la proposta al generale Quando fu deciso l'attacco contro la Libia il Presidente chiese: «Useremo atomiche?» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — n libro di' Bob Woodward sulle guerre segrete della Cia. è da ieri nelle librerie. Dopo le anticipazioni, gli americani apprendono nuovi retroscena della recente storia, cadono altri veli sulle singolari operazioni ordite dal defunto direttore della Cia, Casey. Uno del particolari più divertenti del libro riguarda la nomina del generale Haig a segretario di Stato nel 1931. Secondo Woodward, è frutto di un equivoco. Questa la sua versione: il presidente Reagan intende affidare l'incarico a Shultz (che infatti lo riceverà un anno dopo) e gli telefona nella convinzione che 11 suo staff lo abbia informata Ma nessuno ha avvertito Shultz, che crede che il presidente gli proponga 11 ministero del Tesoro, da lui retto sotto Nixon, e per il quale non ha nessun interesse. Gli risponde perciò di no, e Reagan, sorpreso, è cos' ietto a ripiegare su Haig. Sullo sfondo di questi epi¬ sodi il sospetta sempre presente in Casey, di un colnvolgimento dell'TJrss negli attentati contro Reagan e contro il Papa. Era anche convinto — scrive Woodward nel libro — che le Brigate rosse prendessero ordini dal Cremlino. Diede perciò il via a un'inchiesta sui legami tra i gruppi terroristici internazionali, che si concluse però con una smentita delle' sue tesi. Casey, scrive Woodward, era rimasto suggestionato dal libro di Claire Sterllng — la giornalista americana che vive a Roma — sulla pista bulgara nell'attentato al Papa. Sebbene la Cia lo avesse avvertito che un solo bierre era stato addestrato in un Paese comunista, lo Yemen del Sud, Casey insistette che l'Urss tirava le fila del terrorismo in Italia e nel resto del mondo. Questo passo del libro di Woodward è l'unico riguardante 11 nostro Paese. I riferimenti al tentativo di Casey di fermare l'avanzata del pei alle elezioni amministrative italiane dell'85, anticipati vistosamente dal Washington Post sabato e domenica, si riducono a una frase: «Vennero stanziati (dai sauditi, n.d.r.) due milioni di dollari per contribuire a una operazione segreta diretta a impedire che i comunisti prendessero il potere in Italia». Gli estratti del libro pubblicati dal quotidiano parlavano più diffusamente di una richiesta di Casey a re Fahd di finanziare una campagna in proprio contro il pei. La versione del libro è riduttiva: sembra che i due milioni di dollari, tre miliardi e mezzo di lire, siano stati usati in appoggio a un'iniziativa In corso. Non è la sola delusione del libro, che In genere — sul piano politico — mantiene meno di quanto le anticipazioni avessero promesso. Neppure sull'Irangate e sulla Libia, 1 temi più scottanti per gli americani, esso contiene molto di nuovo. - Veti: guerre segrete della Cia 8187» fa centro nel particolari. Dal resoconto del bombar¬ damento della Libia, ad esempia ne emerge uno clamoroso. Nella riunione decisiva alla Casa Bianca, prima di autorizzare l'operazione, Reagan chiede ai suol collaboratori: «Verranno impiegate armi atomiche?». La domanda — scrive Woodward — fa sobbalzare gli astanti sulla sedia, e la risposta è subito no. Drammatico l'episodio dello Scià, ammalato di cancro in ospedale: la.da nasconde microfoni nella sua stanza, e Intercetta le sue telefonate, nella speranza di riuscire ad ottenere informazioni sugli eventi a Teheran.. Non mancano comunque nel libro 1 grandi affreschi e i retroscena esplicativi. La rivelazione forse più traumatica è quella sull'assassinio nell'82 di Bashir Gemayel, il fratello dell'attuale presidente del Libano, eletto prima di lui alla massima carica dello Stato. Bashir è appoggiato dal ministro della Difesa israeliano, Sharon, e Casey lo vuole a tutti i costi al potere per un motivo molto semplice: per alcuni anni il leader libanese è stato un agente segreto della Cia, e svolgerebbe di sicuro una politica favorevole agli Stati Uniti. il libro non risolve una delle questioni di fondo: fino a che punto, cioè, sia attendibile l'affermazione di Woodward di aver avuto oltre 48 conversazioni e interviste con Casey, morto di cancro Io scorso maggio. La vedova del defunto direttore della Cia ha accusato il giornalista di •menzogne e travestimenti». Lo stesso Washington Post ha ammesso che, almeno su un punto, la testimonianza di Woodward gli è parsa ambigua. Nel capitolo finale, Casey, sul letto di morte, confida al giornalista di essere stato al corrente dello scandalo Irangate. Lo fa con un cenno del capo. Il Washington Post ha chiarito che Woodward scrisse un articolo in merito, ma che non sembrò abbastanza fondato per pubblicarlo. Ennio Caretto
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