I Cobas di Papa Wojtyla di Ezio Mauro

I Cobas di Papa Wojtyla I Cobas di Papa Wojtyla ROMA — Il solito messaggero ha viaggiato un'altra volta, lunedi mattina, tra Piazza del Gesù e il Vaticano. In questo caso, aveva un compito doppio: spiegare al suo alto interlocutore qual è la vera posizione della de sull'ora di religione, dietro gli atti da ministro di Giovanni Galloni; è domandare le ragioni e gli obiettivi della mossa del Pape, sceso in campo senza preavviso davanti a settantamila fedeli, contro le modifiche nell'insegnamento religioso che il Parlamento italiano ha concordato al suo interno c sta per varare. Nel pomerìggio, al ritorno del suo ambasciatore, De Mita ha ricevuto questa risposta alla domanda rivolta al Vaticano:' «Karol Wojtyla, più che come Papa, ha parlato come vescovo». In realtà, l'impennata cattolica delle ultime settimane non era prevista né a Piazza San Pietro né a Piazza del Gesù. Per mesi, la de e la Cei avevano seguito il problema dell'ora di religione attraverso la doppia garanzia di una tacita delega reciproca. I vescovi demandavano aila de il compito prioritario di costruire e coagulare una maggioranza sul problema dell'ora di religione. La de, dall'altro lato, delegava su questo tema alla Cei la rappresentanza delle domande e delle aspettative dell'intero universo cattolico, dalla base al vertice, gerarchia. Curia, movimenti e docenti compresi. Alla prova dei fatti, qualcosa é successo che ha fatto saltare questo sistema di garanzia: sia nel móndo cattolico che nel mondo politico italiano. Da una parte, appena la questione dell'insegnamento religioso é arrivata alle soglie del Parlamento, il governo e i partiti — de in testa — hanno scoperto che l'intesa Falcucci-Poletti, con la sua incerta definizione pratica del pacchetto che riguarda l'ora di religione, ha trasformato quello che doveva essere un anno di sperimentazione e riflessione in un periodo di confusione e di logoramento: man mano che il tempo passava, e il problema dell'ora di religione si allontanava da quello più ampio della revisione concordataria, divenendo per cosi dire autohomo, per i partiti laici e per i comunisti diventava nello stesso tempo facile e obbligatorio radicalizzare la loro posizione, spostando il punto della mediazione democristiana e governativa. Dall'altra parte, l'incertezza e la paura del fu¬ turo scatenavano per la prima volta'dentro il mondo cattolico l'inquietudine ideologicocorporativa del movimento degli insegnanti che dava vita ad una sorta di Cobas del Papa. Dentro un mondo compiutamente governato, controllato e mediato dalla gerarchia, questa spinta di base, che assume percorsi, obiettivi e tempi autonomi, diventa immediatamente incontrollabile, a meno di seguirla. I Cobas del Papa, poi, non alzano la bandiera della corporazione, ma quella dei principi, con il risultato di legittimare la loro agitazione e anzi di costringere le istituzioni cattoliche, grandi e piccole, a schierarsi. Soprattutto, anche se forse inconsapevolmente, i Cobas del Papa riescono a collegare .la loro inquietudine di gruppo, di categoria, a un'inquietudine cattolica latente, ma generale: quella di trasformarsi da Chiesa di presunta maggioranza in Chiesa di minoranza, certificata come tale. L'ora di religione, nel meccanismo della scelta studentesca, può diventare un referendum improprio. Come tale, e contrattualmente, lo ha usato fino ad oggi la gerarchia, compreso lo stesso Papa, come testimonia l'ultimo discorso davanti ai 70 mila dell'Azione Cattolica. Il timore vaticano delle ultime settimane è che un nuovo ordinamento statuale, collocando alla prima e all'ultima ora di lezione l'ora di religione, possa in pratica far, diminuire verticalmente il numero degli alunni. Cosi si spiega perché una battaglia di bandiera, più che di sostanza, sia riuscita a rendere militante tutto il mondo cattolico più diverso, con le Acli accanto a Comunione e liberazione, e con il Papa che scende in campo. Oggi, per la gerarchia e per il Vaticano, tornare indietro è più difficile. Ma andare avanti, in un modo o nell'altro, è più difficile anche, per la de, che da' due anni sente crescersi attorno spinte sempre più ampie a trasformarsi o almeno a comportarsi da partito cristiano: un nodo che nella crisi d'identità democristiana, prima o poi finirà per venire al pettine. Ezio Mauro

Persone citate: Curia, De Mita, Falcucci, Giovanni Galloni, Karol Wojtyla, Papa Wojtyla, Poletti

Luoghi citati: Roma