Entra in azione la Royal Navy di Mario Ciriello
Entro in cafone la Royal Navy Entro in cafone la Royal Navy DAL NOSTAO CORRMPOMOENTE LONDRA — A poche ore dall'avvistamento di numerose mine al largo di Dubai, il più importante porto del Golfo, la Gran Bretagna ha deciso di inviare in quelle acque i suoi quattro cacciamine. Superato lo stretto di Hormuz, le navi, che erano ieri nel golfo di Oman, arriveranno oggi, al più tardi domani. E' questo il risultato di lunghi incontri al ministero della Difesa, a Londra, tra funzionari ed esperti americani ed inglesi L'annuncio britannico è giunto ieri sera, assai prima del previsto, e informa che Londra si è consultata anche con la Francia e «rutti i suoi alleati^. Secondo notizie da Dubai, le mine avrebbero le stesse caratteristiche di quelle trovate sulla unità iraniana catturata dagli americani. Le prime informazioni parlavano di sei mine, trenta chilometri circa al largo di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Subito, le autorità marittime locali chiudevano al traffico commerciale un importante •corridoio» usato da navi dirette a Dubai e da navi in transito. Iersera, 1 Lloyd's di Londra segnala¬ vano la prese-net. di altre mine e ne indicavcno, con esattezza, la posizione, vicino a un pozzo di petròlio offshore, sfruttato e dall'Iran e dagli Emirati Arabi Uniti. 25* 39,4' Nord e 55* 07.T Est. Le ansie accese da questi avvistamenti potrebbero indurre molte navi a evitare Dubai, un porto di cui si valgono talvolta gli iraniani. Dalle anemiche notizie trapelate dal ministero della Difesa, prima dell'annuncio ufficiale, si era tratta l'impressione che gli Stati Uniti avessero esortato Londra a trasferire, «urgentemente», 1 suoi quattro cacciamine dal Golfo di Oman, dove stavano «spazzando» le acque di Fujaerah, al Golgo Persico, per «spartire» con la US. Navi/ 11 compito di eliminare la nuova minaccia. La pro¬ posta americana aveva una sua logica. Le mine sembrano essere, più o meno, nel tratto di mare che la piccola Task Force inglese, VArmilta Patrol. percorre da ben sette anni, quando scorta navi britanniche e straniere fino a Bahrein. Spetta, dunque, adesso, alla Royal Navy unirsi alla U.S. Navy netta bonifica di quelle acque. Messaggi da Bahrein avevano già data per certa, nel pomeriggio, una collaborazione Washington-Londra. Le autortità marittime dell'Emirato avevano detto: «D'accordo con il Qatar e oli Emirati Arabi Uniti, abitiamo chiuso un canate di navigazione. A nostro parere, potrà essere riaperto soltanto quando americani e {natesi avranno completato le operazioni con i loro caccia- mine». Bahrein è a Nord del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti, quasi a meta della sponda arabica del Golf a Interrogata di recente sulla possibilità che l'Armata Patrol si spingesse oltre Bahrein, sino al Kuwait, Margaret Thatcher aveva fatto capire che la vigilanza del Golfo settentrionale dovrebbe • restare responsabilità americana. Ma nel CentroSud, aveva aggiunto, sarebbe auspicabile una «suddivisione dei compiti». Gli eventi stanno imponendo agli Europei quella «coperazione» che, all'inizio, nessun governo voleva menzionare. Tutti, meno gli americani, insistevano sull'«autonomia, delle singole marine, non si voleva neppure ammettere la necessità di consultazioni tecniche. Ma era un discorso che non reggeva, i comandi navali ben sapevano che varie Task Force alleate non potevano agire nel Golfo senza concertare, in qualche modo, le proprie attività. Adesso, si va all'opposta Le intese passano quasi inosservate. Pochi media si sono occupati ieri delle consultazioni anglo-americane sulle mine a Dubai Mario Ciriello
Persone citate: Margaret Thatcher
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