Accordo sul Terzo mondo

Accordo sul Terzo monde L'intesa per i «grandi debitori» raggiunta da «65» e «G7» Accordo sul Terzo monde Si procederà al piano Baker che prevede di allargare e agevolare i crediti - L'incontro alla vigilia del vertice annuale di Fmi e Banca mondiale - Preoccupazione per gli squilibri tra le grandi potenze industriali WASHINGTON — Con una espressione di -fiducia e comprensione* nella politica economica Italiana, e con la decisione di continuare a difendere 11 dollaro almeno fino all'inizio deU'88, si sono conclusi leti sera a tarda ora 1 lavori dei gruppi dei Cinque e dei Sette alla Tesoreria Usa, In preparazione dell'Assemblea annuale del Fondo Monetarlo e della Banca Mondiale che incomincerà domani. Le due riunioni sono state contornate da una serie di Incontri bilaterali, tra cui quelli del nostro ministro del Tesoro Amato con 11 collega americano Baker e coi leaders del due organismi internazionali, Camdessus e Conable. Un accordo preliminare è stato raggiunto sull'indebitamento estero delle cosiddette nazioni medie del Terzo Mondo, come l'Argentina e 11 Messico: si proceder & al plano Baker di allargare e agevolare 1 crediti, ma senza accettare il progetto del Brasile di convertire 1 debiti in titoli Nonostante la relativa armonia emersa da quasi tutti gli incontri, il clima non è stato di ottimismo. Tali sono gli squilibri tra le potenze Industriali, cosi evidenti i rallentamenti dell'economia, e tanto forti le spinte protezionistiche da fare temere, nonostante tutto, una caduta del dollaro tra qualche mese. In questa situazione, hanno constatato i ministri, alcuni Paesi, tra cui l'Italia, potrebbero trovarsi a poco a poco in difficolta. Il metodo di lavoro seguito dai Cinque e dal Sette, incontratisi In una splendida giornata autunnale, con un cielo terso e caldo, è stato di esporre e confrontare le rispettive posizioni su tutti i principali problemi. La volontà di evitare scontri ha evitato che le sette potenze slì rivolgessero reciprocamente richieste troppo •pé- santi. Ma gli Stati Uniti hanno accennato lo stesso alla necessita che 11 Giappone e la Germania rilancino la domanda Interna, e queste due nazioni hanno sottolineato che l'America deve ridurre drasticamente 1 suol deficit di bilancio e commerciale. Il Giappone in particolare ha ammonito che se dò non avverrà e 11 protezionismo si imporra a Washington, 11 dollaro finirà per deprezzarsi di nuovo: si fermerebbe allora 11 flusso dei capitali nipponici negli Stati Uniti, essenziale al finanziamento dei disavanzi, come accadde a marzo, quando da 7 miliardi di dollari esso scese di colpo a un miliardo. L'Italia ha spiegato perché in questo momento non possa espandere la sua economia e ha insistito sulla stabilità del cambi, per cui dall'inizio dell'anno le banche centrali hanno già speso 70 miliardi di dollari. ' I Cinque '4-1 ' Sette ' hanno concordato di vedersi fra tre o quattro mesi, forse a Parigi nell'ambito della conferenza del Louvre, nel caso che la congiuntura si aggravi e siano necessarie misure correttive. Per adesso, si rafforza la linea del vertice di Venezia. Come allora, anche ieri Baker è parso 11 più ottimista, pronosticando uno sviluppo costante e regolare negli Stati Uniti. Il sottosegretario giapponese Gyothen ha invece rilevato una tendenza universale degli interessi ad aumentare. Baker ha chiesto un chiarimento In merito: il Giappone lo ha rassicurato che la sua politica tende al ribasso degli interessi medesimi. Le discussioni proseguiranno oggi nell'ambito del club del Dieci, e del comitato ad Interim del Fondo Monetario. Parallelamente, 11 comitato dei Ventiquattro, che raccoglie anche le nazioni in via di sviluppo, discute dell'indebitamento del Terzo Monìtó. 3 ' L'andamento complessivo del lavori è stato ritenuto abbastanza accettabile da consentire al ministro tedesco Stoltenberg di fare ritorno a Bonn, nella certezza che la stabilità monetaria e finanziaria non verrà per ora intaccata. Gli scontri principali all'Assemblea generale promettono di verificarsi soprattutto sugli aiuti ai Paesi più poveri, in particolare del Sud Sahara. D direttore del Fondo Camdessus si batte affinché, come convenuto a Venezia, vengano triplicati i tre miliardi di dollari messi a loro disposizione. Ma le superpotenze economiche fanno il pesce in barile: gli Usa protestano che il Giappone e la Germania dovrebbero addossarsi gli oneri maggiori, questi rispondono che fanno già a sufficienza. Il ministro del Tesoro americano Baker ha fatto notare che l'America dovrà addossarsi 11 venti per cento dell'incremento di 40 miliardi di dollari del capitale della Banca Mondiale. Un altro scontro cruciale è quello che si delinca tra le banche private e le istituzioni internazionali: le prime respingono le pressioni delle seconde affinché partecipino maggiormente a<*lt aiuti al Terzo Mondo, notando di essere state già costrette ad accantonare, in conto perdite, il 20-25 per cento di quanto erogato sinora. In questo spazio ristretto, l'Italia si muove con decisione: la nostra delegazione ha dichiarato che «non farà da comparsa nei grandi dibattiti in corso». Una piccola polemica che aveva turbato il suo arrivo è stata risolta amichevolmente: 11 direttore del Tesoro Sarchielli ha smentito di essere in procinto di assumere la presidenza di una banca italiana, prospettiva che aveva suscitato le recriminazioni del ministro Amato. .Ennio Coretto La bomba dei debiti [BRASILE