M'Bow si ricandida: Unesco in crisi di Enrico Singer

M'Bow si ricandida: Unesco in crisi Il direttore generale, un senegalese inviso all'Occidente, vuole il terzo mandato M'Bow si ricandida: Unesco in crisi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — All'Unesco c'è di nuovo aria di tempesta. La crisi dell'ente dell'Onu per l'educazione, la scienza e la cultura, esplosa tra 1*84 e 1-85 con il ritiro di Stati Uniti, Inghilterra e Singapore, si e riproposta all'improvviso. Proprio quando sembrava a portata di mano un compromesso per ricucire gli strappi e ridare flato a questo delicato cuore del sistema periferico delle Nazioni Unite, indebolito dalle contestazioni e minacciato da altri abbandoni. A far risalire la febbre è stata la candidatura (per un terzo mandato consecutivo) del senegalese Amadou Mahtar M'Bow alla carica di direttore generale, che deve essere rinnovata tra poco più di un mese. E' una specie di sfida che rischia di trasformare il voto del 7 novembre in uno scontro, di approiondirc la spac¬ catura che attraversa, da quattro anni almeno, 1 159 Paesi presenti nell'organizzazione. Perche M'Bow, 66 anni, ex ministro della Cultura del Senegal al tempo di Léopold Sedar Senghor, è diventato il simbolo di tutte le difficoltà, di tutte le polemiche che hanno scosso l'Unesco, E' sotto la sua guida (assunta nel '74) che 1 compiti istituzionali dell'ente sono stati allargati a temi sempre più -politici». Il palazzo parigino <il place de Fontenoy, già accusato di essere una «fabbrica di carta, per lo squilibrio tra gli studi teorici e le iniziative concrete, si è trasformato agli occhi di molti in una tribuna per le crociate Ideologiche di una parte del Paesi del Terzo Mondo e di quelli dell'Est. Ha perso credibilità membri, finanziamenti (gli Usa da soli coprivano un quarto del bilancio) ed ha finito per ripiegarsi su se stes¬ so. Per discutere — con commissioni di «saggi» e dibattiti aspri — su come sopravvivere, su quali programmi tagliare per mancanza di fondi. Su come rinnovarsi Un armo fa M'Bow aveva annunciato che non avrebbe sollecitato una nuova investitura E quella dichiarazione aveva fatto sperare in una soluzione indolore del caso-Unesco. In un superamento delie liti e anche nel possibile rientro In tempi brevi degU Stati Uniti, dell'Inghilterra e di Singapore Ma quando già nove candidati erano stati proposti da altrettanti Stati membri, il presidente dello Zambia, Kenneth Kaunda, ha rilanciato Amadou Mahtar M'Bow. Anche a nome dell'Oua (l'Organizzazione dell'unità africana) di cui è presidente di turno. Il blocco del Paesi africani, insomma, non ha rinunciato alla sua bandiera Adesso, per 1 com¬ plicati meccanismi di elezione, è cominciata una «partita a scacchi. — la formula è di un delegato Italiano — che si sta giocando nel ristretto circolo del comitato esecutivo: un organismo di 50 membri. E' il comitato esecutivo che dovrà designare (il 6 ottobre) 11 candidato da sottoporre all'assemblea del 7 novembre, n più forte concorrente di M'Bow è l'attuale ministro degli Esteri pachistano Shahabzada Yakub Khan: per lui si Bono già pronunciate Francia e Germania (con l'appoggio implicito degli Usa). B grande interrogativo è l'atteggiamento dell'Urss e degli altri Paesi dell'Est che, per ora, hanno un loro candidato (11 bulgaro Nlkolai Todorov), ma che dovranno scegliere tra 11 vècchio e ormai scomodo alleato M'Bow e un compromesso. Enrico Singer

Persone citate: Amadou Mahtar, Fontenoy, Kenneth Kaunda, Khan, Senghor, Todorov