In Urss nuovi aiuti dello Stato ai piccoli agricoltori privati di Emanuele Novazio

In Urss nu&vi &i&ii éelfo Sieste m'piccoli Tenoni, attrezzi e abitatoti* per favorire il ritorno ai campi In Urss nu&vi &i&ii éelfo Sieste m'piccoli Crediti agevolati ai kolkoàani - Anche quest'anno magro raccolto per «cattiva organizzazione» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Gorbaciov torna a incoraggiare l'agricoltura privata: Quella a piccola tondunione familiare ma anche quella praticata come •lodevole passatempo» dai lavoratori urbani. A tre settimane da una decisione del Politbjv.ro in favóre degli appezzamenti individuali e cooperativi, la Pravda pubblica un decreto del Comitato Centrale del partito che quella decisione meglio precisa: milioni di cittadini sono, di fatto, spinti a farsi un òrto privato, incoraggiati a procurarsi frutta e verdura lavorando la terra da sé: Lo Stato fornirà loro nuovi incentivi. n decreto prevede interventi a favore di quanti dedicano il tempo libero alla coltivazione di un orto o di un campo; un terreno messo a disposizione, spesso, dal collettivo della fabbrica o del ministero: le restrizioni che finora rendevano difficile la costruzione di serre, di capanni per gli attrezzi e di abitazioni vere e proprie — di fatto, una seconda casa — sono state abolite. Sarà possibile avere fino a cinquanta metri quadrati di «superficie utile» abitabile e riscaldata: una concessione non da poco, che cancella diffidenze e casualità del recente passato. I Soviet locali dovranno inoltre decidere entro un mese sull'assegnazione degli appezzamenti di terreno: finora, molte richieste finivano accantonate e dimenticate. Afa, soprattutto, il decreto interviene in favore dei contadini che già lavorano nelle fattorie collettive: i kolkoziani già autorizzati a colti¬ vare liberamente lotti di mezzo ettaro-e a vendere la loro produzione ai mercati di città, o ■ dirèttamente allo Stato. Questi appezzamenti privati potranno diventare più ampi; potrà crescere inoltre il numero dei capi di bestiame allevati individualmente; e tè fattorie collettive saranno autorizzate a fornire cavalli e buoi da impiegare in attività produttive individuali.. C'è un'altra innovazione importante: le fattorie po¬ tranno.d'ora innanzi vendere ai singoli, e a condizioni di estremo favore, le case costruite con i fondi collettivi: i contadini potranno acquistarle pagando, in cinquant'anni, soltanto il 40 per cento dei costo complessivo. Sono previsti anche dei credili agevolati; ventimila rubli — da restituirsi in 50 anni — per la costruzione della cosà, quattromila rubli per la costruzione di stalle e pollai, mille rubli per l'acquisto di àttrezMature insomma una serie di misure a pioggia, per favorire il «ritorno ai campi; per incoraggiare i giovani a restare, per aiutare chi c'è già. Perché l'agricoltura sovietica-soffre: le statistiche uffU ciali più recenti parlano di raccolti inferiori alle previ-" sioni, quest'anno; secondo il quotidiano Selskaia Jizn, anzi, «saranno .necessari degli sforzi eroici» per salvare non soltanto il raccolto di grano — quasi certamente al di sotto dei 210 milioni di tonnellate raggiunte lo scorso anno — ma anche quello di patate, di mais, di frutta. Certo, se è vero che da questi «orti'privati' ci si attende molto, la soluzione delle dif-' ficoltà in cui versa l'agricoltura sovietica non può affidarsi soltanto a loro. Selskaia. Jizn riconosceva che dietro ai cattivi risultati di quest'anno non c'è soltanto il cattivo tempo, ma rimproverava la «cattiva organizzazione-; e proprio ieri un al-, tro decreto accelerava il passaggio delle fattorie collettive, ai «nuovi metodi economici», per cercare di risanare' le aziende. Ma la condizione dei. rifornimenti alimentari, soprattutto nelle grandi città, non potrà che trarre giovamento dai provvedimenti in favore della produzione agricola individuale: pur lavorando «privatamente» soltanto' il quattro per cento della terra coltivabile, i contadini dei kolkoz riescono a ricavare il SO per cento della produzione complessiva di patate, oltre il 40 per cento della frutta e delle uova, il 30 per cento della carne, della verdura e del latte. Emanuele Novazio

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