A Gibuti c'era posto per le navi di Tito Sansa

A Gibuti €9ereposte per te nevi A Gibuti €9ereposte per te nevi DAL NOSTRO INVIATO GTBUTI — Non ha fretta la squadra di fregate italiane di raggiungere la sona di operazioni nel Golfo Persico. Giunta alle 16,30 di ieri a Gibuti, non si fermerà quaggiù per le 48 ore previste per irifornimenti, ma resterà agli ormeggi per tre giorni e meteo, fino alla mattina di lunedi 28 settembre. Lo ha detto l'ammiraglio Angelo Mariani, come sempre cortese con i giornalisti che ha ricevuto nel quadrato ufficiali neppure mezz'ora dopo t'attracco, appena terminate le formalità dei saluti delle autorità. E la prossima meta, la base della Marina italiana nel Golfo Persico, quale sarà? L'ammiraglio, dotato di una buona dose di diplomazia, ha subito precisato che le tre fregate e la nave-appoggio Vesuvio non avranno una base, ma solo uno scalo di appoggio, che sarà •probàbilmente l'Oman, ma non è ancora sicuro». Cioè dovrebbe essere Muscat, che è non nel Golfo ma ancora nell'Oceano Indiano, a buone 200 miglia marine dallo Stretto di Hormuz. L'ammiraglio, che riceve gli ordini direttamente dallo Stato Maggiore della Marina a Roma, e cioè dal ministero della Difesa, da buon ufficiale non ha spiegato i motivi della dilazione, né ha espresso giudizi sulla polemica che serpeggia in seno ai partiti di governo, della quale è a conoscenza. Ogni mattina infatti gli arriva via radio un lungo dispaccio con le notieie del giorno e la rassegna della stampa italiana, che viene affisso nelle bacheche dei quadrati affinché gli equipaggi siano a conoscenza di quanto accade nel mondo. Molto accortamente — sia détto per inciso — lo Stato Maggiore ha dedicato ieri alla disputa intestina di Palazzo Chigi soltanto tre righe e mezzo. Non, è stato possibile, per mancanza di tempo, chiarire con l'ammiraglio U ritardo dell'arrivo a Gibutt, peraltro ridotto à poco più di mezza giornata. Sabato scorso, ricevendoci a bordo della Anteo, nave-appoggio dei caccia-mine ormeggiati allora alle boe di Port Said, Mariani aveva detto che Gtbuti era * superaffollata- di navi francesi e inglesi e che per la sua squadriglia di fregate «non Cé posto». Aveva aggiunto: «Aspetteremo che 1 francesi ci dicano quando potremo entrare». Orbene,a Gibuti ho potuto constatare personalmente che et posto, e che le autorità militari francesi, per quanto massiccia sia la loro presenza nella ex colonia, non hanno voce in capitolo. Assicura il direttore della Capitaneria del «porto autonomo internazionale», Hassan Chirdon, che la squadriglia di fregate italiane avrebbe benissimo potuto attraccare ieri mattina come previsto. Risulta anche che già domenica 13 settembre lo Stato Maggiore della Marina italiana diede incarico al console generale onorario a Gibuti, Egizio Falaschi, di chiedere alle autorità portuali piburine ii permesso di attracco per otto navi militari italiane. La risposta del governo di Gibuti fu immediata, arrivò a Roma già lunedi 14 settembre, cioè 24 ore prima che le fregate lasciassero Taranto e i cacciamine partissero da Augusta: non fate arrivare tutte insieme le otto navi'che «darebbero troppo nell'occhio e potrebbero dare fastidio a qualcuno». Chi fosse questo «qualcuno» non to dissero. Furono proposte due date': ieri 24 settembre per le fregate, e sabato 26 per i cacciamine. I francesi — assicurano concordi tanto i gibutinl quanto gli stessi rappresentanti di Parigi e gli italiani — in tutto questo non c'entrano per nulla. Perché dunque — viene da domandarsi — questo misterioso ritardo nella marcia di avvicinamento al Golfo, ritardo evidentemente ordinato da Roma? E perché l'ammiraglio ha dovuto dire che Gibuti è superaffollata, che ci sono anche navi inglesi (di inglesi neppure l'ombra, fatto il normale rifornimento^ sono ripartite già dieci giorni fa), aggiungendo «sono cose che capitano anche da noi». Per Ù momento l'assistenza di cui ha bisogno la squadri-. glia di fregate (i cacciamine arriveranno a Gibuti appena martedì 29) è quella consueta. Le nostre navi hanno bisogno di carburante, di acqua, di viveri freschi e soprattutto di lavare i panni. La navigazione è stata ottima, ma il caldo torrido. Tito Sansa

Persone citate: Angelo Mariani, Hassan Chirdon, Mariani