Dopo Lenin i Lines di Livio Zanetti

Dopo Lenin i Lines Pubblicità Usa irrompe in diretta Tv a Mosca Dopo Lenin i Lines Una tavola rotonda tra notabili russi e americani sul tema della distensione, trasmessa in diretta martedì scorso sui teleschermi congiunti di Stati Uniti e Urss, ha moderatamente appassionato gli ascoltatori ma fortemente infastidito i dibattenti di parte sovietica. Fastidio dovuto non tanto all'aggressività degli interlocutori Usa, piuttòsto attenuata rispetto alla media, quanto alla frequenza degli inserti pubblicitari d'ogni genere: circa uno ogni sei minuti. Un maresciallo dell'Annata Rossa interrotto a metà del discorso da una reclame di Pepsi-Cola è un evento più sconvolgente per il diretto interessato di qualsivoglia glasnost del nuovo corso gorbacioviano. Ovvio perciò che il maresciallo Sergei F. Akhromeyev, sfavorevolmente impressionato dall'intrusione di qualche pop-corn, non abbia potuto trattenersi: «Mi sento come un attore che deve ripetere la sua parte, vi sarò grato se la prossima volta prima di interrompermi mi avvisate!». Come dargli torto? L'immagine d'un pannolino Lines brutalmente intercalato a una sequenza dell'«Ordet» di Dreyer o magari di una messa del Papa è un trauma cui non è facile assoggettarsi per nessuno, nemmeno qui da noi. Figurarsi die effetto può fare a un capo di stato maggiore dell'Urss che se lo veda arrivare a bruciapelo nel ben mezzo d'una perorazione sulla indiscussa superiorità del pacifismo socialista rispetto a tutti gli altri. E tuttavia, i turbamenti apportati al sistema dei valori del maresciallo Akhromeyev potrebbero, avere qualche risvolto istruttivo anche per lui qualora lo inducessero ad alcune elementari riflessioni, come per esempio queste: che la pubblicità commerciale piazzata a metà di uno spettacolo non è che l'equivalente occidentale della citazione dai classici del leninismo infilata al centro di ogni discorso di notabile sovietico: sono due ritualità, di segno diverso ma di uguale potenza ossessiva, e non è detto che il siparietto pubblicitario sia sempre e necessariamente più noioso di quello ideologico; che mentre è facilissimo, anzi va di moda, contestare l'abuso di réclames televisive, e nessuno è mai stato punito per avere gridato «abbasso il Chlorodont», protestare contro le «sacre citazioni» ha comportato e comporta tuttora qualche rischio in più. TJ maresciallo Akhromeyev probabilmente lo riconoscerebbe, e comunque lo tiene sempre presente. Quel che invece non sospetta, e che comincerà ad intuire solo dopo alcune decine di trasmissioni come quella cui ha appena partecipato, è che nella maggior parte dei casi anche le tavole rotonde televisive, non diversamente dagli intermezzi di Chlorodont, sono pure fiction*. E che lui l'altra sera, senza accorgersene, ha recitato in un seducente spettacolo una specie di commedia di caratteri organizzato dalla U.S. network Abc, sponsorizzato da Chlorodont, e intitolato «Torna a casa missile» (titolo provvisorio). Livio Zanetti

Persone citate: Akhromeyev, Lenin, Sergei F. Akhromeyev

Luoghi citati: Mosca, Stati Uniti, Urss