Telit di Eugenio Palmieri

Telit Telit Stet si era sempre parlato di Salvatore Rondi, attuale direttore generale della società, come manager da innestare nella Telit: 1 nomi del presidente (era circolato quello di Raffaele Pallori, amministratore della Telettra, gruppo Fiat) e dell'amministratore delegato, secondo 1 patti raggiunti dai partner, dovevano avere il reciproco gradimento dei soci. Ma Prodi e Graziosi entrambi legati a Piazza del Gesù, hanno sempre dovuto fare 1 conti con le pressioni dei psi, e 1 socialisti sul nome della Bellisario non hanno mal mollato. Il ministro del Lavoro, Formica, socialista, non usa mezze parole: «Là Fiat farebbe bene a non mettere più veti perche" può darsi che un giorno qualcuno metta un bel veto a lei». E Gianni De Michells rafforza: «Quello che è sicuro è che la designazione dell'Iti non verrà cambiata». Chetine farà la Telit? Secondo gli ambienti delle Partecipazioni Statali 1 margini di una ricucitura sembrano svaniti dopo la risposta della Fiat, né è pensabile — si fa notare — un dietro front di Prodi, che si è esposto pubblicamente. n presidente dell'Irt domani probabilmente ne parlerà con 1 membri del comitato di presidenza che rappresentano le forze politiche della maggioranza a cinque. Ma nei partiti si raccolgono già i primi commenti. «£' una risposta alia guerra in corso tra il psi e la Fiat — sostiene il democristiano Cirino Pomicino — e dimostra che la strategia di Prodi è sempre più sbagliata». Secondo il liberale Facchetti è lo scontro tra due mentalità: quella privatlstica-lmprendltorlale e quella lottizzatola. «Cosi succede quando ci si fa soci avendo i due terzi del patrimonio e del mercato, come è il caso dell'Iri-Itdltel, con un partner che, pur da posizioni di netta minoranza, sembra in condizione di dire l'ultima parola», afferma il comunista Castagneti. Eugenio Palmieri