Ma Gavadona non segna

Ma Gavadona non segna E* .cominciato male il campionato dei pentastrisciati Ma Gavadona non segna E' cominciato malissimo il campionato politico italiano, come del resto i tifosi meno creduloni avevano previsto. Ci erano state fatte, prima delle elezioni di giugno, grandi promesse di un energico rinnovamento, si era fantasticato di una campagna acquisti sensazionale, che avrebbe ringiovanito radicalmente la A. C. Senectus di Palazzo Chigi, sveltendone una buona volta i logori schemi, l'inconcludente gioco, il fiacco spirito. Ma invece del fulmineo Butrag'ieno vediamo sempre, e sempre con lo stesso numero di maglia, Andreotti. Non potevano fare a meno della sua preziosa esperienza di centrocamp-sta fluidificante — si dice — ed è ancora un campione validissimo. Sarà, ma era già in attività ai tempi di Vittorio Pozzo. Né gli appassionati hanno capito perché, alla prima partita importante (con la Valtellina), un ottimo difensore di zona come Zamberletti sia stato sostituito con Gaspari pochi minuti dopo la frana d'inizio. E al primo difficile confronto intemazionale nella Coppa del Golfo Persico, la compagine a cinque strisce ha mostrato di avere gravi problemi di spogliatoio e preoccupanti incertezze tattiche. Fare una gara d'attacco, ma da giocarsi strettamente in difesa? O affidarsi al puro catenaccio, ma tuttavia senza escludere il contropiede nell'area avversaria? E quante devono essere le punte? Tre? Due? Una sola? E vere punte o false punte? Che dovranno rientrare a tutta velocità o restarsene li in attesa del fischio dell'Onu? 'Una gran confusione, da cui risulta chiaro che la squadra non c'è. I pentastrisciati sono chiaramente a corto di preparazione atletica, in serio debito di ossigeno, come hanno dimostrato perdendo malamente contro la Lokomotiv Kobas, una provinciale under 21; e andando sotto di tre reti (Rete 1, Rete 2, Rete 3) anche con la Rai. Domani, poi, dovranno vedersela con la temibilissima Finanziaria, e alla vigilia di questo annuale appuntamento di cartello ancora non si sa chi sarà il rigorista. Tutti si nascondono dietro a tutti, nessuno vuol prendersi una responsabilità simile. Anzi, l'esordiente Gavadona, grande speranza napoletana, ha avuto addirittura l'idea di rivolgere un pubblico appello agli sportivi stessi, ai giornalisti specializzati, perché lo aiutino loro a tirare la stangata. Dove colpire? Come colpi¬ re? Di piatto, di tacco, di collo pieno, di punta, di testa, aiutandosi magari (come Maradona) con la manina dell'Iva, con una furba patrimonialina. con la Tasco o con che altro? Non era mai successo prima d'ora che un giocatore chiedesse lumi ai tifosi un momento prima di scendere in campo. Ma al Bar Sport, tra una schedina Ilor e una Irpef, non aspettavano altro che di suggerire la formazione. Ricossa in porta, con Vaciago e Deaglio sulle fasce. Recanatesi libero e Monti stopper. E poi Spaventa, Wyles (del *Finandal Times», primo straniero), poi Mucci, Salvatorelli, Laura Colby (secondo straniero, del « Wall Street Journal»), e Riva (Massimo). E come mister, ovviamente, l'oriundo Modigliani. Cario Frutterò Franco Lacentini