Dylan, profeta per due Germanie di Alfredo Venturi

Dy|qnf profeta per due Germanie Ottantamila giovani, pioggia e entusiasmo per il concerto-evento di Berlino Est Dy|qnf profeta per due Germanie Quando il cantante-mito appare sul palco esplode un'ovazione - La sua musica contagia tutti, anche i numerosi poliziotti del popolo - Una grande voglia di rock, che equivale a una grande voglia di Occidente DAL NOS IRÒ INVIATO' BERLINO EST — Quando Bob Dylan attacca In the garden anche i Volkspolìzisten si mettono a battere il tempo. I poliziotti del popolò sono in tanti, disseminati a gruppetti nella marea degli Ottantamila: ma non portano armi sulle uniformi grigie. Nella notte fresca, sotto il mutevole cielo di Berlino che non scarica soltanto angeli come nel film di Wenders, ma anche fastidiosi scrosci di pioggia, il cantante americano ha fatto finalmente quel bagno di folla che finora l'Europa gli aveva negato. Quando Bob è comparso sul palco, gli ottantamila sono esplosi in un'ovazione. Scontroso com'è sua abitudine, lui si è .messo a cantare senza rispondere al saluto. Una reticenza che alla fine gli costa qualche fischio. Questo concerto doveva farsi alla Waldbuehne, il teatro naturale immerso in uno dei parchi di Berlino Ovest. Ma la prevendita dei biglietti era scoraggiante. Si rischiava una platea chiazzata di vuoti, come quella che qualche giorno prima, a Dortmund, non aveva nem meno riempito la metà dei posti disponibili, 15 mila, nella Westfalenhalle. Eppu re a Berlino c'è un enorme pubblico potenziale, quello dell'Est, letteralmente asse tato di musica occidentale. Ma il Muro lo tàglia fuori dai concerti dell'Ovest. E così, rovesciando l'apologo di Maométto e della montagna, è stato Dylan a valicare il Muro. Eccolo qui, con la sua chitarra e la celebre voce rauca, davanti agli ottantamila. Siamo in un grande prato umido di pioggia nel parco di Treptow. A qualche centinaio di metri, il Muro separa Treptow dal quartiere occidentale di Kreuzberg, la piccola patria degli alternativi di tutte le tinte. Dall'altra parte, fra gli alberi del parco, il monumento che celebra, con la fredda retorica del realismo socialista, le prodezze dell'Armata Rossa alla conquista di Berlina Dylan è preceduto dagli stessi comprimari che lo hanno accompagnato nelle altre tappe di questo giro europeo. E anche il programma è più o meno lo stesso. Prima Roger McOuinn, poi Tom Petty con i suoi Heartbreakers. Ma costoro non riescono a spezzare il cuore a nessuno, l'atmosfera psicologica è fredda come quella meteorologica. L'attesa è tutta per Bob. Nel manifesto ih vendita agli ingressi si parla di lui come di un genio, di una leggenda vivente. Accenti non nuovi: ma la novità è che da queste parti visibilmente ci credono. Anche se non hanno gli abbandoni delle platee giovanili dell'Occidente. Nella folla fanno servizio d'ordine, con un bracciale rosso, i militanti della Fdj, la Gioventù comunista. Sono stati loro a organizzare questo «concerto della pace», togliendo dai guai Dylan. e i suoi alle prese con la disaffezione occidentale. I biglietti, a dieci marchi cioè poco più di settemila lire, sono stati messi in vendita soltanto all'Est. Ma ciò non ha impedito, a chi lo volesse, di venire dall'Ovest con il visto giornaliero che scade a mezzanotte. I! concerto finisce quasi due ore prima: c'è tutto il tempo per raggiungere i valichi lungo il Muro. Un problema che non riguarda la stragrande maggioranza degli ottantamila. Per loro, il Muro è invalicabile. E nemmeno avvicinabile. Lo hanno potuto sperimentare la scorsa primavera, quando dall'altra parte, ma proprio sotto la tragica barriera, cantavano i Oenesis, gli Eurythmics. Alcune centinaia di ragazzi, che certamente ora sono qui, nella folla degli ottantamila, cercarono di accostarsi al Muro per ascoltare. Ma i Volkspolizisten non erano affatto d'accordo, ci furono cariche, scontri, arresti. E un crescendo di valenza politica negli slogan: «vogliamo musica*, «basta col Afuro», «viva Gorbaciov». Il rock ha un ruolo singolare, nei rapporti fra le due Germanie. Fin da quando, una quindicina di anni fa, Udo Lindenberg lanciò un motivo: Treno speciale per Pankow. Lindenberg è il creatore del Rock auf Déùtsch, il rock cantato in lingua tedesca. Nel suo Treno speciale immagina che dietro l'austera figura di Erlch Honecker, il presidente della Ddr, si nasconda un patito del rock, che sf chiude in bagno per ascoi.jre la musica occidentale e sogna di mettersi un giubbotto di pelle. Come quello che Lindenberg manda a Honecker, all'indomani degli incidenti lungo il Muro, con una lettera in cui lo invita a non frustrare nella sua gente il desiderio di rock. «Ci hanno detto a lungo — dice uno degli ottantamila — che la musica occidentale è decadente e corrotta: oggi finalmente pare che qualcosa sia cambiato*. I festeggiamenti per i 750 anni di Berlino e il miglioramento dei rapporti intertedeschi, culminato nella visita di Honecker all'Ovest, hanno favorito l'evoluzione. Prima di Dylan, altri complessi occidentali si sono esibiti a Treptow. Ma per questi ragazzi potersi rovesciare in massa oltre il Muro, andare ai concerti della Waldbuehne, rimane un sogno. Perché l'aspro regime della Ddr sa che dietro questa voglia, di rock si nasconde tanta voglia di Occidente. Alfredo Venturi

Persone citate: Bob Dylan, Gorbaciov, Honecker, Lindenberg, Tom Petty, Wenders

Luoghi citati: Berlino, Berlino Est, Berlino Ovest, Ddr, Dortmund, Europa