Taxi, la guerra arriva a Torino

Taxif la guerra arriva a Torino Ancora tensione ieri all'aeroporto per il braccio di ferro fra gK autisti Taxif la guerra arriva a Torino Lo scalo presidiato da polizia e carabinieri per prevenire incidenti, un sindacalista portato via di peso - Curiosità e imbarazzo dei passeggeri - In città proclamato lo sciopero, rientrato dopo le promesse di un intervento della Regione Anziché a uno scalo civile, frequentato da uomini d'affari e (pochi) turisti, l'aeroporto di Caselle assomigliava, ieri, a una base militare: vie d'accesso sorvegliate da posti di blocco, camionette di polizia e carabinieri, un cordone di agenti schierato all'esterno degli edifici. Numerosi viaggiatori hanno creduto che un tale spiegamento di forze fosse stato provocato da motivi di sicurezza, tanto che a qualcuno è sfuggito un sospiro di sollievo per lo 'scampato pericolo» in volo. Nulla di cosi drammatico, per fortuna. Si stava dipanando, in realta, un nuovo capitolo della lotta che vede impegnati da un lato i taxisti di £an Maurizia Caselle e San Francesco al Campo, dall'altro 1 loro colleghi di Torino. Da una settimana, com'è noto, questi ultimi presidiano il parcheggio, ma rifiutano il servizio -di riserva; ai quale sono costretti dopo la sentenza del Tar (su ricorso presentato dall'avvocato Barbanti), che annulla parte del decreto regionale emanato lo scorso anno per disciplinare il servizio di taxi all'aeroporto. Intendono dimostrare che senza il contributo delle autopubbliche del capoluogo molti viaggiatori in arrivo restano a piedi. ■Ogni giorno, vengono effettuate non meno di 300-350 corse Caselle-Torino a tariffa doppia, un fatturato non indifferente di cui tutti vogliono garantirsi una fetta cospicua. il disagio provocato dallo sciopero per chi deve recarsi a un appuntamento o tornare a casa carico di bagagli è notevole. Per fare fronte agli impegni, i passeggeri ri- corrono agli autobus Alitata, alle auto prese a nolo, a parenti e amici rintracciati per telefono dallo scalo. La cronaca. Alle 6, quattro taxisti 'torinesi» si mettono in coda nella corsia riservata ai guidatori che hanno la licenza rilasciata dagli altri tre Comuni e, quindi, la priorità nel caricare i clienti. Questore, prefetto e sindaci sono stati informati dell'iniziativa con una lettera. Per evitare incidenti, l'edificio dello scalo è già presidiato da un folto gruppo di forze dell'ordine al comando del commissario dott. D'Ardia. I vigili di Caselle invitano i tassisti a tornare nell'area loro riservata, tre obbediscono, il quarto, il delegato Cgil Giovanni Armenia, rifiuta, si appoggia all'auto e alza le braccia. Risponde: .Io non lascio il mio posto di lavoro. Voglio sapere in base a quale legge mi viene negato il diritto di guadagnarmi il pane». - Interviene la polizia, il sindacalista è sollevato di peso e condotto negli uffici del commissariato, il taxi viene rimosso con un'autogrù. Dal gruppo dei «torinesi», almeno un centinaio, si leva un coro di proteste, anche perché si diffonde la voce che il collega sia in arresto (verrà denunciato a piede libero per non avere obbedito a un ordine di polizia giudiziaria). -Fate come me — dice Daniele Bertinetto, sedendosi in mezzo alla strada — blocchiamo il traffico'. L'idea piace, ma prima che altri riescano a seguire l'esempio, anche Bertinetto viene portato via a forza. Oli animi più caldi si raffreddano, ma crescono malcontento ed esasperazione. Sono quasi le 8, l'arrivo dei tassisti di San Maurizio, San Francesco al Campo e Caselle che attendono il volo da Roma, riattizza la rabbia. Volano insulti e urla, ma gli agenti formano una solida barriera. Appena sbarcati, i viaggiatori non si rendono conto di che cosa stia accadendo, temono il peggio ed esitano a lungo prima di uscire dallo scalo. Poi sgusciano tra poliziotti e carabinieri e si infilano veloci nelle vetture in attesa. Molti rimangono a terra. Alle 10 viene rilasciato Bertinetto che si è sentito mètqcqcs1qulvcudnpsmt male. Mostra il foglio su cui è scritto che viene denunciato per istigazione a delinquere. Esclama: •Ecco come ci giudicano, come delinquenti». I responsabili sindacali si consultano, votano per lo sciopero immediato di tutti i 1550 taxi di Torino 'fino a quando la Regione non darà una risposta'. Si forma un lungo corteo che si dirige verso piazza Castello, dove confluiscono altre 200 auto, una marea bianca che invade le strade. Una delegazione viene ricevuta alle 15 dai presidenti della giunta regionale Beltrami e del Consiglio Viglione. Oli amministratori informano che sono stati presentati altri ricorsi contro il decreto regionale (l'ultimo è di itecblpcm'lssCdtzrgpgrpz ieri). Garantiscono che entro la prossima, settimana emaneranno un'ordinanza che ripristinerà la disciplina bocciata dal Tar, per la quale 'Solleciteremo lettere dal prefetto e dalla Sagat che confermino la situazione d'emergenza.), in attesa che 11 'Parlamento modifichi la legge 415 dell'84, ponendo ssullo stesso piano i quattro Comuni'. Aggiunge il presidente Beltrami: 'Siamo contrari a concedere le 50 licenze chieste dai tre Comuni'. Lo sciopero in città viene revocato nel tardo pomeriggio, ma prosegue all'aeroporto dove, secondo un'indagine della prefettura, occorrono almeno 100-120 auto per garantire un buon servizio. Carlo Novara La manifestazione dei taxisti in piazza Castello: lo sciopero è stato sospeso dopo l'incontro con il presidente della Regione. A Caselle, invece, la protesta continua

Persone citate: Barbanti, Beltrami, Bertinetto, Carlo Novara, D'ardia, Daniele Bertinetto, Giovanni Armenia, Maurizia Caselle

Luoghi citati: Roma, San Francesco Al Campo, Torino