L'emozione vince sulla protesta di Giancarlo Masini

L'emozione vince sulla protesta L'emozione vince sulla protesta Meno numerosi del previsto i contestatori - Gay militanti hanno atteso il Pontefice issando cartelli: «Wojtyla, piega i tuoi dogmi)) - Manifestazione appartata degli omosessuali cattolici - In piazza anche ebrei anti-Wa!dheim NOSTRO SERVIZIO SAN FRANCISCO — Le temute, annunciate manifestazioni antipapa, soprattutto da parte delle più oltranziste fra le «gay-lesbian communities», non solo non hanno provocato incidenti (almeno fino al momento In cui scriviamo, mentre 11 Santo Padre nella cattedrale di St. Mary sta parlando ai tremila rappresentanti del laicato cattolico americano), ma non hanno turbato le calorose manifestazioni di affetto e devozione che la città di San Francisco e la popolazione della Bay Area hanno riservato a Papa Wojtyla. Intanto, le dimensioni delle proteste e il numero dei protestatari sono stati estremamente limitati, se si considera che nella sola San Francisco ci sarebbero (un censimento ufficiale non esiste) ben oltre centomila gay e svariate migliaia di •lesbians». La più rumorosa e affollata dimostrazione è stata quella svoltasi di fronte a Mission Dolores, dove si erano radunati duemila gay con cartelli del tipo «Papa piega i tuoi dogmi.; «Papa torna a casa»; «Nessun Papa è infallibile». Quando hanno capito che il Pontefice era arrivato nella basilica delia missione, si sono messi a gridare in coro: •Papa, vergognati e torna a casa». Tutto, almeno a Mission Dolores, è finito qui. I gruppi ebraici che avevano promesso di far sentire la loro voce per protestare contro l'udienza papale concessa al presidente austriaco Waldheim e per reclamare il riconoscimento dello Stato di Israele da parte del Vaticano, sono riusciti a radunare qualche centinaio di persone di fronte alla cattedrale di St. Mary, ma al di là delle transènne di sicurezza e dei cordoni di polizia stabiliti nel Geary boulevard ad oltre cento metri dalla magnifica chiesa creata negli Anni Sessanta dall'architetto Nervi. Alcuni ebrei recavano i famigerati marchi gialli che i nazisti applicavano ai « Juden», altri Inalberavano cartelli con slogan dedicati all'olocausto, a Waldheim, alle croci uncinate. Il gruppo dei gay appartenenti a «Dignity», che si dichiarano cattolici, ha organizzato una manifestazione autonoma in un'altra parte della città, all'Accademia d'Arte, dove un prete ha celebrato Messa e dove ha avuto luogo anche una piccola processione con candele. Un tentativo di protesta, con infiltrazione di alcuni individui oltre i recinti del Golden Gate all'arrivo del Papa, ha portato a due arresti. A ridurre le manifestazioni di protesta alle dimensioni accennate (e che pure sono considerate le più vistose in tutto il viaggio americano del Papa) hanno contribuito vari fattori. Ci sono state le misure di sicu¬ rezza stabilite dalla polizia perché fossero rispettati tanto il diritto di chi voleva festeggiare il Papa, quanto quello dei protestatari. Fra i due mondi non c'é stato contatto. E la maggior parte dei cittadini si è accorta delle proteste soltanto attraverso le riprese televisive e dalle cronache dei giornali. Lo stesso sindaco di San Francisco, Dianne Feinstein, lo ha voluto puntualizzare dopo essere andata ad accogliere il Papa. -Non penso — ha detto — chele dimostrazioni di protesta abbiano dato una brutta impressione di San Francisco». Altro fattore, forse, la consapevolezza che chiedere alla Chiesa cattolica la benedizione dell'aborto, se non addirittura il matrimonio fra omosessuali, è qualcosa di improponibile. Ma certamente il fattore determinante è stato il carisma di Papa Wojtyla. Quando a Mission Dolores ha stretto le mani a decine di malati di Aids e soprattutto quando ha abbracciato e tenuto stretto al petto per oltre un minuto un bambino di cinque anni colpito dal terribile virus, chi ha visto la scena in diretta o in televisione si è commosso. In questa città, il cui ambiente è fuori del comune anche per il mondo americano, non sono mancate curiosità e trovate estrose legate alla visita. Alcuni barman del Geary boulevard, che erano stati obbligati a chiudere 1 battenti per varie ore in occasione della parata papale, si sono sbizzarriti nell'invenzione di nuovi cocktalls. Il più popolare è diventato il «Vatican. (due dita di vodka polacca, una spruzzata di irish cream in omaggio ai numerosi cattolici irlandesi, una spruzzata di granatina per ricordare i cardinali,, una base di ghiaccio e seltz). Numerose e variopinte le «T-shlrts» con emblemi e foto del Papa. Giancarlo Masini

Persone citate: Dianne Feinstein, Geary, Papa Wojtyla, Waldheim, Wojtyla

Luoghi citati: Israele, Mission Dolores, San Francisco