Un esercito di 70 mila doppiette si prepara a scendere in campo
fJn esercito di 7Q mila doppiette si prepara a scendere in campo Da domenica fino al 13 dicembre la stagione venatoria in Piemonte fJn esercito di 7Q mila doppiette si prepara a scendere in campo In provincia di Torino i cacciatori sono 22 mila - Si spara soltanto due giorni la settimana Domenica sveglia all'alba per i 70 mila cacciatori piemontesi (22 mila circa In provincia di Torino): si apre la stagione venatoria. Cominciano, cosi, le battute in campagna e in montagna alla ricerca di volatili, lepri, camosci e fagiani. In Val Susa ed in Val Sangone sarà possibile cacciare il cervo, ed anche il capriolo (ma attraverso un apposito piano di tiro controllato). Ridotto, invece, il periodo di abbattimento per la coturnice e il gallo forcello: si potrà sparare dal 4 ottobre al 1* novembre. La stagione venatoria piemontese è una delle più corte: si chiuderà il 13 dicembre. Nei Comparti alpini (gestiti direttamente dai cacciatori, assieme ad agricoltori, amministratori e protezionisti), la preda più ambita è il camoscio. In provincia di Torino sarà possibile abbattere 238 capi, dei quali ben 130 in Alta Val di Susa, dove è prevista una caccia di sele¬ zione, specialmente mirata alle femmine, troppo numerose in rapporto ai maschi. In pianura, invece, si applica il sistema della caccia controllata; si può sparare solo fuori da frutteti, aree di ripopolamento, vigneti, colture e aree demaniali Si caccerà con il tesserino, ogni capo di selvaggina ha un punteggio: cinghiale 15 punti; lepre comune 5; starna 10; camoscio 30; colino della Virginia 1; gallo forcello 20. Raggiunti i 60 punti non si può più cacciare la selvaggina stanziale ma soltanto i migratori, con un carniere limitato. I cacciatori potranno sparare due giorni alla settimana: mercoledì e domenica, da un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto. La selvaggina è quella di sempre: solo in montagna c'è una certa abbondanza di camosci. Nell'86, in Piemonte, ne furono uccisi 900, del quali oltre un centinaio di frodo. Altri 500 furono abbattuti sulle montagne valdostane. I cinghiali accoppati in provincia di Torino furono circa 600. in certe zone quasi una strage. Le pernici, le coturnici e le starne sono in diminuzione, e cosi pure il gallo forcello, a causa delle nevicate della scorsa prima¬ vera, che hanno indebolito le nidiate. L'anno scorso chi abbatté un cervo fuori parco pagò un milione (ma un esemplare del Gran Bosco di Salbertrand può costarne 15). La legge sulla caccia è severa con 1 bracconieri, che riescono però, spesso, a farla franca, usando invece del fucile trappole e tagliole. Chi spara ad un animale protetto (ogni cacciatore, prima di avere l'abilitazione, deve frequentare un corso con relativo esame) compie un reato: la Cassazione ha sentenziato, infatti, che la selvaggina è di proprietà dello Stato, quindi il cacciatore che sbaglia può anche essere arrestato per furto. Domenica ci sarà anche la contestazione per l'apertura della stagione venatoria Di solito i gruppi protezionisti si muniscono di campanacci, radio, sirene e girano per le campagne mettendo in fuga la selvaggina. Giuliano Dolf ini
Persone citate: Giuliano Dolf
Luoghi citati: Alta Val Di Susa, Piemonte, Salbertrand, Torino, Virginia
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