Casa popolare come pied-à-terre
Casa popolare come pied-à-terre Negli appartamenti Iacp anche proprietari di ville in collina e alberghi Casa popolare come pied-à-terre Il caso dell'invalida sfrattata porta alla ribalta il problema di decine di inquilini senza i requisiti che sottraggono case a chi ne ha diritto - Il Comune: «Manca personale per i controlli» ■ Ma che fine ha fatto la squadra di vigili creata per queste indàgini? Cinquantanni, due figli già grandi: a Plasco, il suo paese d'origine, possedeva una villetta; ne stava costruendo altre quattro, e, come «buon peso», anche un albergo; a Torino, la città d'elezione, occupava un alloggio dello Iacp a 26 mila lire al mese. Per tutti era nullatenente: l'hanno scoperto per caso, si è difeso sostenendo di 'attraversare un momento di difficoltà'. Bella signorina sui quarantanni, alloggio del Comune a Mirafiori. Si sposa con un impiegato di alto livello, va a stare in una villa della collina. Si oppone allo sfratto, l'appartamento diventa pied-a-terre. La causa, dopo 4 anni, è ancora in corso. Altra causa: 11 Comune contro una famiglia emigrata da anni in Australia. Caso lampante di abbandono: vince l'amministrazione, ma il ricorso è tuttora pendente, l'alloggio popolare vuoto, 1 fili deUa luce tagliati. In piazza San Giovanni c'è un servizio destinato ad esaminare queste vicende, talvolta al limite dell'Incredibile. Mentre sfrattati, indigenti, famiglie sgomberate da vecchie case pericolanti bussano alla porta dell'assessore, decine di alloggi popolari sono abitati da cittadini che hanno perso (e, in qualche caso, non hanno mai avuto) i requisiti necessari alla permanenza. Dice l'assessore Giampaolo Zanetta: 'E'una grossa piaga, cerchiamo di sanarla. Ma non possiamo fare miracoli'. Altri casi: un appartamento trasformato in negozio da parrucchiere (con tanto di targa sul portonclno d'in¬ gresso); un altro abbandonato da una famiglia proprietaria d'un grosso albergo In Sardegna (altro esemplo di impugnazione dello sfratto, la causa è ancora pendente); un altro adattato a magazzino di un grossista. Poi, decine di truffe: quelle quasi all'ordine del • giorno (passaggio dell'appartamento di padre in figlio); quelle sfacciate (vendita del diritto di abitare 1 locali, prezzo sui cinque-sei milioni); quelle raffinate (subaffitto, con tanto di scrittura privata a testimoniare l'illecito). In mezzo a tanti episodi poco edificanti, il caso di Girolama Garofalo, l'invalida sfrattata per aver abbandonato il suo appartamento di via Poma. Per giorni ha dormito nel ripostiglio di un bar, su una sedia a dondolo. Dice: 'Ero in Svignerà a curarmi, sono malata: Paga la colpa dell'ignoranza, con un semplice ricorso al pretore avrebbe potuto tirare avanti la causa per molti anni. L'intera materia è regolata dalla legge 64 del 10 dicembre 1984. Si perde 11 diritto ad occupare un alloggio popolare in questi casi: cessione, subaffitto e abbandono (senza autorizzazione) dell'appartamento; , uso a scopi illeciti o immorali (pendono in Comune i casi di due prostitute); reddito familiare superiore ai limiti previsti per la permanenza. Poi, la morosità: neìl'86 si aggirava sul 17 per cento; dopo due mesi scatterebbe, in teoria, la decadenza, ma la legge concede deroghe per disoccupazione o malattia. Qualche tempo fa, un'indagine campione (condotta da una squadra di vigili specializzata e misteriosamente smembrata subito dopo) dimostrò che i casi di possibile risoluzione del contratto ammonterebbero al 10 per cento, quindi 1000 alloggi comunali liberi (contro 1 350 all'anno del normale turn-over). Un dato ''significativo: attualmente i soli sfrattati in lista d'attesa per ottenere un alloggio popolare sono 1050 (e 250 hanno già maturato il diritto alla casa). n rapporto Comune-Iacp è regolamentato da una convenzione: per ottenere un appartamento è necessario il .si. di due commissioni, l'ultima delle quali integrata da un magistrato. Il Comune è' stato investito da una pioggia di miliardi, potrebbe costruire 5000 alloggi, ma mancano gli spazi. Quelli costruiti hanno altissimi costi di manutenzione (20 miliardi all'arma con gli affitti si arriva a 7). Giuseppe Priotti, dirìgente dell'ufficio edilizia abitativa riconosce tutti i problemi: 'Cerchiamo di risolverli, abbiamo ridotto a poche decine, ad esempio, i casi di occupazione abusiva; anche i rapporti con lo Iacp sono decisamente migliorati. Ma non basta: manca il personale per i controlli, alcune zone della città cadono a pezzi e dobbiamo pensare alle famiglie che vi abitano. Tra pochi mesi saranno disponibili 1500 appartamenti del Consorzio intercomunale torinese, una valvola di sfogo preziosa, ma non illudiamoci che la battaglia sia vinta». Giampiero Pavido
Persone citate: Garofalo, Giampaolo Zanetta, Giampiero Pavido, Giuseppe Priotti
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