Agnelli: «E' già recessione» di Gian Carlo Fossi

Agnelli: «E9 già recessione» Gli imprenditori temono che la stretta creditizia mortifichi le imprese Agnelli: «E9 già recessione» Lucchini: «Le idee del governo sono confuse. Non si può accontentare tutti, bisogna scegliere» De Benedetti: i costi del denaro e del lavoro sono troppo alti rispetto alla concorrenza straniera ■ ROMA — E' alle porte una Recessione economica: bisogna stare molto attenti a non mortificare il mondo imprenditoriale, se si vogliono evitare contraccolpi gravi sullo sviluppo e l'occupazione. E' questo il segnale lanciato ieri dalla giunta della Confindustria, a ventiquattro ore dall'incontro deludente con il presidente del Consiglio Gorìa sulla Finanziaria '88 e In previsione delle decisioni definitive che il Consiglio dei ministri prenderà giovedì prossimo. Oli imprenditori, ma anche i sindacati, sono preoccupati per le notizie, spesso contrastanti che si susseguono di ora in ora sui punti essenziali della manovra economica. In particolare, sembrano confermati: 1) Un'imposta di competenza comunale, sostitutiva dell'Ilor sul fabbricati e dell'Invim, in percentuale variabile fra il minimo del 2 e il massimo del 6 per mille, da calcolare sul valore catastale aggiornato. Il gettito complessivo dovrebbe' essere di 6000 miliardi di lire. 2) Aumento dell'Iva (in specie, l'aliquota del 18% verrebbe elevata al 20%) con annullamento degli effetti sulla scala mobile. Maggiore prelievo!■4500 miliardi ^ i; 3) Probabile aumento della tassa di circolazione per tutte le auto e maggiorazione del superbollo per quelle con motore diesel. 4) Generalizzazione della tassa sulla pubblicità, limitata per il momento ai manifesti. 5) Tagli alla spesa pubblica per 5000 miliardi, attraverso slittamenti dal 1988 al 1989: si ipotizza, fra l'altro, il rinvio di sei mesi della scadenzale! contratti di 3 milioni e mezzo di pubblici dipendenti , 6) Riduzione della «tassa' sulla salute». 7) Proroga della «Vlsentlnl ter» (per le piccole imprese, detrazioni fiscali forf ettlzzate é contabilità semplificata) e della «Legge Formica» (diminuzione delle aliquote fiscali sull'acquisto della prima casa). 8) Sgravi Irpef contenuti e aumento degli assegni familiari. Nella riunione di giunta, il presidente Luigi Lucchini e poi il presidente della Fiat Gianni Agnelli e il presidente dell'Olivetti Carlo De Benedetti hanno toccato senza mezzi termini il tasto preoccupante della recessione, esortando Ooria e i ministri U«vj fiMltftjtK.'. economici-a varare con la Finanziaria misure idonee a scongiurare questo pericolo nel nostro Paese. •Le idee del governo — ha detto Lucchini — sono ancora confuse. Si sta destreggiando, nel tentativo di accontentare un po' tutti. E' invece indispensabile restare entro le compatibilità fissate: tanto entra nel bilancio dello Stato, tanto deve uscire. E'giunta l'ora di scegliere e decidere nell'interesse del Paese. Gli industriali reclamano un forte controllo del costi, il contenimento della spesa pubblica corrente, una rinnovata capacità pubblica e privata verso gli investimenti». • Ombre lunghe», secondo il presidente della Confindustria, si proiettano sull'economia nazionale; «ostacoli ieempre'pìiialtt. slaccóthpai| gnano alla caduta della competitività internazionale delle nostre imprese, a un mercato mondiale stagnante e a un intreccio di fattori interni che rendono difficile la vita e lo sviluppo delle aziende manifatturiere, soprattutto quelle di piccola e media dimensione. «J provvedimenti decisi domenica dal governo — ha proseguito — spingeranno nuovamente l'economia italiana nel tunnel della stretta creditizia. Il calo delle esportazioni ha riportato all'ordine del giorno la questione del vincolo estero che sta ridiventando il parametro della nostra efficienza e che fa riemergere ì problemi della nostra moneta». La ricetta degli imprenditori in questo momento — TM^dTcrinffato' Agnelll'Jifadeve prevedére tutto quello che può essere fatto, tenendo presente che siamo all'inizio, molto probabilmente, di una fase recessiva nel mondo e non alla fine di una fase di sviluppo. «TVa quello che fanno le imprese — ha proseguito — e quello che fa il governo c'è una certa differenza. Le imprese hanno fatto bene, mentre l'attuale politica economica del governo non è quella idonea per incoraggiare una ulteriore crescita del prodotto interno lordo o una maggiore competitività delle imprese». Agnelli ha poi espresso preoccupazione per i provvedimenti del governo e per la situazione globale del mondo. 'Nel mondo — ha sottolineato — non c'è una crescita del commercio internazionale e non c'è neanche una crescita di competitività del sistema industriale italiano. Quindi, bisogna stare attenti prima di mortificarlo». Non si può continuare, ha avvertito De Benedetti ad avere costi del denaro e del lavoro più alti rispetto ai nostri Paesi concorrenti e poi pretendere che l'industria sia competitiva, dovendo fare i conti con 11 cambio fisso. Gian Carlo Fossi

Persone citate: Agnelli, Carlo De Benedetti, De Benedetti, Gianni Agnelli, Lucchini, Luigi Lucchini

Luoghi citati: Roma