De Mita: si faccia avanti chi vuole la segreteria di Marcello Sorgi

De Mita: si faccia avanti chi vuole la segreteria Il segretario de sfida il cartello dell'opposizione De Mita: si faccia avanti chi vuole la segreteria Ma ha aggiunto: «La lìnea resta la stessa, rimango delle mie idee» 'ROMA — Agli avversari ha risposto duro, chiamandoli per nome. Agli aspiranti ha reagito in tono di sfida, «chi ha voglia di guidare il partito si taccia avanti/». A tutti ha detto che la linea resta la stessa, «cambiare, non cambio, rimango delle mie idee*. All'uscita dal tunnel democristiano del Consiglio nazionale — come un mini congresso, dnquanta' cinque interventi in tre giorni — De Mita, ha messo il piede sull'acceleratore per assaporare la vittoria. E' finita senza sorprese, il partito è al settanta per cento con il segretario e al trenta per cento contro. La minoranza — ecco l'unica novità — ha serrato le file, dopo Piccoli perfino Donat-Cattin ha rotto una diffidenza che durava da quarant'annl e s'è i schierato con Andreottl. Cosi, da ieri il ministro degli Esteri è diventato 11 leader unico dell'opposizione a De Mita, che non a caso forse ha scelto di accentuare 11 suo ruolo di capo della maggioranza, «Basto con la conservazione di antiche abitudini — .'e sfogato — con l'idea che è rimasta in alcuni di vedere nella de tanti partiti e tanti capi che devono guidare dall'atto. Questo è il vero cesarismo! : Quando De Mita è salito alla tribuna per la replica, il salone del «parlamentino» de sembrava un campo dopo una battaglia. I consiglieri erano scesi in basso ed affollavano la parte inferiore dell'emiciclo. Oli oppositori, andreottiani in prima fila con Piccoli In piedi e Donat-Cattin poco distante, erano stretti attorno al palco coi microfoni, come in stato d'assedio. I sostenitori, divisi in due ali coi «colonnelli» demitiani appostati sulle scale, quasi montavano la guardia. Prima di tutto De Mita ha confermato che la linea politica non cambia, per la de rimane' l'esigenza di un •ghiarimento» con il psi, di un •accordo politico» senza il quale 11 governo è destinato a restare debole e gli sforzi del presidente del Consiglio forse a non approdare ad alcun risultato. Il segretario de non accetta l'idea di un •governo del presidente, che stravolgerebbe il dettato costituzionale». Ai socialisti ripropone l'idea di un'alleanza forte, «un matrimonio, che ha valore se si sta insieme non per costrizione ma come libera scelta». Poi. passando a occuparsi del partito. De Mita è andato incontro ai suoi avversari con toni duri. Li ha chiamati uno per uno: «Donat-Cattin, dici cose assurde!», ha gridato àf suó'p^u;trrlàùclbllé op-: positore.- E a Pomicino/ punta estrema della' pattuglia andreottiana: • Certi discorsi avrei voluto sentirteli fare prima della formazione del governo», come a dire che dietro i mugugni c'è la rabbia di aspiranti ministri delusi. «Orti discorsi vorrei sentirteli fare dopo il prossimo congresso!», gli ha replicato Pomicino. «MI sembra strano — ha continuato' il segretario — discutere prima del tempo chi sarà il prossimo segretario. Chi ha la capacità, la voglia di guidare il partito, la possibilità di accogliere attorno a sé le forze necessarie, si faccia avanti». Al dunque, la sfida è lanciata: De Mita avverte tutti che non accetterà di rimettersi in discussione se non davanti al congresso. DI qui ad allora (la scadenza è nel prossimo giugno) ci sarà un altro consiglio nazionale, dibattiti, convegni (come chiede Pantani), forse anche un'assemblea organizzativa della de. «Afa il problema di decidere se restare fino alla fine alla guida del partito riguarda me», insiste De Mita. A qualcuno è sembrato un accenno alla possibilità che il segretario possa lasciare prima del tempo. Ma lui stesso ha spiegato che era un modo di .sottolineare a chi spettala decisione. Io me lo chiedo ogni giorno, e sono io a dirlo non altri a chiedermi di restare 0 andare via». Poi, sulla strada del congresso, De Mita sa che il Suo futuro si gioca sulla capacità di tenere insieme la maggioranza che da ieri si è ricompattata sul suo nóme. Secondo Piccoli, questa maggioranza mostra già, le sue •screpolature». Secondo gli andreottiani, che fino all'ultimo hanno premuto su Forlani per fargli assumere una posizione distinta da quella del segretario, difficilmente potrà resistere al •magnete» del ministro degli Esteri. De Mita invece è convìnto del contrario e punta ad alzare il livello dello scontro per marcare la separazione con gli oppositori: «/n politica gli avversari non si scelgono — ha risposto a chi gli domandava se non temesse di trovarsi contro Andreottl —. Afa pretendere, come loro fanno, Ci occupare spazi senza proporre nulla è un'illusione con cui dovranno fare i conti». Marcello Sorgi

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