Gorbaciov annuncia da Mosca «E' vicina l'intesa sui missili» di Emanuele Novazio
Gorbatiov annumia duMùsca «E' vitina l'intesa sul missili» Il leader del pcus è ottimista sui colloqui di Washington Gorbatiov annumia duMùsca «E' vitina l'intesa sul missili» La firma, entro dicembre, sarebbe «il preludio all'accordo sulle armi strategiche nel 1988» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Un accordo sui missili a medio e corto raggio entro la fine dell'anno è «possibile e realistico*. Per manifestare il suo ottimismo, Gorbaciov ba calcolato bene i tempi: l'articolo della Pravda al quale 11 segretario generale ha affidato il suo favorevole pronostico è apparso ieri mattina; proprio mentre a Washington il ministro Shevardnadze e il segretario di Stato Shultz stavano per avviare l'ultima e decisiva tornata di colloqui. Decidendo di sfoderare un ottimismo tanto risoluto, che ha cancellato d'un tratto le cautele e lé incertezze alimentate dalla stampa sovietica negli ultimi giorni, Gorbaciov ha voluto anticipare con tutta la sua autorevolezza l'esito positivo degli incontri di Washington. Ha formalizzato, in termini perfino più enfatici, la -^necessita* del vertice già espressa nella lettera inviata a Reagan. Gorbaciov fa di più: nel •programma . di accordi* esposto sulla Pravda, Inserisce anche quello sulle armi strategiche. L'intesa sui missili a medio e corto raggio, scrive, sarebbe «il preludio a una svolta* in quel colloqui; cosi che «un .accordo anche in quel campo potrebbe diventare realti entro la prima metà dell'anno prossimo*. L'obiettivo, affacciato lo scorso ottobre a Reykjavik, è sempre stato considerato realizzabile da Mosca; anche se veniva collegato a altre richieste circa l'Interpretazione del trattato Abm ed i limiti della ricerca e della sperimentazione nel progetto Sdì. Ma questa volta, ponendo all'attenzione di Reagan e del mondo un 'Calendario degli accordi*. Gorbaciov sembra aver voluto forzare i tempi, almeno quelli della propria disponibilità politica. Una frase soprattutto, In questo contesto distensivo, appare densa di significato: Gorbaciov dà un buon voto a Kohl. La Germania Federale, scrive, .ha adottato la posizione che conduce in una certa misura a un accordo* sulla doppia opzione zero. Mosca aveva già definito «un passo avanti* la decisione tedesca di rinunciare all'ammodernamento dei missili Pershing 1A. Ma le parole di Gorbaciov vanno oltre: lasciano intendere che quella decisione ha davvero aperto la via «politica» a un'Intesa su cui gravano or¬ mai soltanto ostacoli •tecnici*. Mentre scriveva il suo denso articolo, Gorbaciov non conosceva ancora, naturalmente, i risultati del vertice di Washingon. Il suo non è, dunque, un tentativo di preveggenza; ma non è neppure un semplice auspicio. E', soprattutto, una mossa da giocatore esperto nelle esibizioni planetarie: un modo d'inserirsi a forza nel uluogo dell'incontro*, condizionandone le conclusioni e propiziandone, in termini di «immagine», gli ulteriori futuri sviluppi. L'articolo ha altri elementi di interesse. A proposito delle forze convenzionali, per esempio, Gorbaciov insiste che «»e uno squilibrio esiste fra Est e Ovest, va eliminato*: un riferimento di rilievo, nel momento in cui un accordo sulle forze nucleari ridurrebbe 11 deterrente europeo. A proposito del bilanci militari, il segretario generale ribadisce che quello sovietico potrà, essere paragonato con quello americano .entro due o tre anni*. Per meglio . affermare le sue intenzioni, Gorbaciov auspica un sistema di sicurezza collettiva che dovrà far capo all'Onu. Il segretario generale delle Nazioni Unite dovrebbe disporre di un «telefono rosso» collegato con tutti 1 membri del Consiglio di sicurezza e la presidenza del Paesi non allineatiMentre Gorbaciov ostentava la sua disponibilità e il suo ottimismo — che più tardi il portavoce Piàdischev avrebbe ripreso e enfatizzato — il numero due del Cremlino, Iegor Ligaciov, esponeva una concezione dei rapporti internazionali assai più sospettosa e guardinga. A Gorbaciov che, nel suo articolo, auspica di eliminare i pregiudizi, gli stereotipi sull'«im77Ui0Ì7te del nemico* e sugli .asrvrdi complotti*, insistendo implicitamente sul benefici effetti internazionali della perestroika, Ligaciov — in un discorso televisivo — contrappone il vecchio schema: nel lavoro ideologico .bisogna tener conto che i nostri avversari all'estero stanno cambiando in modo sostanziale la loro tattica*; la politica di accelerazione e di rinnovamento è insidiata da .questi avversari, che stanno raccogliendo in un unico fronte tutte le forze reazionarie*. Emanuele Novazio
Luoghi citati: Germania Federale, Mosca, Reykjavik, Washington
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