Curriculum-primato dei bambini e dei giovani asiatici negli Stati Uniti

A Harvard il genio è giallo Curriculum-primato dei bambini e dei giovani asiatici negli Stati Uniti A Harvard il genio è giallo Tra gli ultimi immigrati, milioni di ragazzini intelligentissimi e instancabili - Come valori, cultura, risparmio, e famiglia - «Saranno i futuri leader» - Un nuovo razzismo attorno a loro DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — George Washington e gli altri padri fondatori della confederazione faticherebbero a riconoscere oggi il «whiz kid», • 11 bambino prodigio americano, n prototipo del genio precoce negli Stati Uniti ha infatti il viso giallo, gli occhi a mandorla; i capelli neri, e di solito è piccolo e mingherlino. Non appartiene alla razza latina né a quella anglosassone: è un asiatico, cioè un vietnamita, un cinese, un coreano, uri filippino, un giapponese, persino un indiano. Se Washington si recasse al ministero dell'Istruzione, o a quello del Lavoro, si sentirebbe dire che gli Asian Americana, i figli degli ultimi immigrati, sono gli studenti, 1 giovani scien- . ziati o soldati o funzionari j migliori. Nel mondo dello studio e del primo impiego Usa, costituiscono una garanzia di' qualità e di eminenza. Nessuno può sperare di competere con lóro. Dichiara. Jerome Kagan, uno psicòlogo dell'Università di Harvard: «Sono il gruppo di ragazzi più intelligenti e infaticabili dhe abbia mai incontrato*. n fenomeno è recènte, ed è dovuto al flusso di giovani dal bacino del Pacifico favorito prima dalla riforma della immigrazione del '65 e poi dalla caduta del Vietnam del Sud. In un quarto di secolo, la popolazione asiatica è passata da 900 mila a 5 milioni di persone, modificando anche la propria struttura. Ai diseredati hanno fatto seguito le classi medie, agli analfabeti gli istruiti. Quasi tutti hanno reagito all'ingresso negli Stati Uniti allo stesso modo, -studiando o lavorando come matti; dice Kagan. I dati sono affascinanti. Dal 1981, il 30 per cento dei liceali più premiati proviene dall'Estremo ; Oriènte; e la Asian American Family di fresca formazione ha un reddito del 15 per cento superiore a quella equivalente Usa. «Nella storia nazionale — ricorda lo psicologo di Harvard — esiste un solo precedente: quello della venuta degli ebrei dell'Europa Orientale alla fine dello scorso secolo, che oggi formano l'etnia più potente del Paese: I '.^'università San'Diego j vk v* in «ta>9 C in California, lo Stato dove l'invasione è più accentuata, ha condotto un'inchiesta sul ragazzi-modello che giungono dall'Asia. Ha scoperto che a casa essi dedicano allo studio 15 ore alla settimana contro le 7 dell'adolescente mèdio e che i genitori, spesso a loro volta laureati, 11 aiutano e incitano quotidianamente. 'Hanno valori diversi da quelli della gioventù yankee — ha osservato l'università —: la cultura, il dovere, il risparmio e la famiglia: Per lo più questi ragazzi rifuggono dal materialismo e dall'edonismo dilaganti, memori degli stenti e dei sacrifici fatti in patria. «Questi sono i tratti dei futuri leader degli Stati Uniti., insiste Jerome Kagan. Egli cita tre fratelli cinesi di New York, John, Mark e David Kuo, che a uno a uno, negli ultimi tre anni, hanno vinto il premio per la scienza Westinghouse, cosa mai verificatasi: 'Credo che i loro coetani li odino — proclama —, sono sempre additati ad esempio di serietà e intuizione». I ragazzi prodigio orientali sembrano prediligere le scienze esatte. Essi formano il 20 e il 21 per cento del corpo studentesco del Mite del CalTech, fucine di geni, i due prestigiosi Institutes of Tehcnology del Massachusetts-e della California, e il 40 per cento di quello della facoltà di ingegneria dell'università di Berkeley. Arthur Jensen, jhe insegna in quest'ultima, attribuisce tale predizione in parte a motivi pratici, là maggiore facilità d'impiego per i neolaureati ad esempio, in parte a un moto Inconscio di autodifesa: «Molti giovani — chiarisce — entrano nel college versati in algebra, ma con scarsa conoscenza dell'inglese: II docente ha scatenato ur.a tempesta citando : due | l9b fijfelv èli oii j fattori In più: l'etica confuciana del rigore, per taluni versi paragonabile a quella calvinista e — sostiene — «un quoziente di intelligenza più elevato'. Jensen ha condotto una ricerca a San Fracisco e appurato che esiste «una spiccata differenza' coi ragazzi bianchi. Alla conclusione degli studi, il successo accademico di questa gioventù si traduce in carriere fulminanti. Il mensile Reporter ha scoperto che il 39 per cento degli asiatici a Chicago sono ma• .laguro Mìseri' professionisti. I gruppi etcnici, inoltre, si distinguono a seconda dei mestieri. Mentre i giapponesi, il gruppo col reddito più alto, prelidigono la gestione aziendale, e quindi operano all'interno di una società, i coreani propendono per l'Imprenditoria, e secondo le statistiche uno su sette finisce per lavorare in proprio. I vietnamiti, 1 meno fortunati, anche per le circostanze del loro esodo alla fine della guerra, eccellono nei servizi, come i ristoranti, e nelle forze armate. Arthur Jensenndefinispe gli'asiatici •gli ultimi protagonisti del sogno americano' e rileva che diversamente dalle immigrazioni del passato «non hanno dovuto subire umiliazioni, né assumersi il ruolo, sia pure transitorio, del sottoproletariato: Forse per questo, molti yankee e chicanos — immigrati di lingua spagnola — vedono di malocchio l'invasione, e denunciano «il pericolo giallo, che minaccia la supremazia bianca dall'interno. Colti tra la crisi del l'insegnamento e quella del Xindustria, a livello di. adulti essi individuano negli ultimi venuti il nemico che gli sottrae il posto di lavoro, e a livello di adolescenti 11 giudicano secchioni e infidi Dalle fabbriche agli uffici e alle scuole, gli episodi di violenza si moltipllcano. A Houston nel Texas e a New Orléans nella Louisiana, la polizia ha salvato alcune comunità di pescatori vietnamiti dai torbidi razziali A New York, l'asessorato all'Istruzione ha ordinato un'inchiesta, su una serie di «pestaggi» di giovani cinesi nei licei La Commissione dei diritti civili ha lamentato che «in tutto il Paese vengano usati vandalismo e intimidazione' contro 1 nuovi cittadini. Sono vicende che incominciano a figurare persino nel più triti film hollywoodiani. Al Congresso di Washington, dove il problema è sotto esame da parecchi mesi questa reazione è considerata 'figlia della paura e dell'ignoranza., come dice il senatore Kennedy. «Storicamente — dichiara il patriarca della più illustre dinastia politica degli Stati Uniti — noi abbiamo sempre accolto tutti, ma facendogliela pagare cara: pochi ricordano che solo nel '52 gli orientali acquistarono il diritto alla cittadinanza americana. Che cosa accade invece oggi? Che essi arrivano e la prendono entro 5 anni, periodo in cui spesso si creano anche una piccola fortuna. Il bianco non riesce a nascondere il proprio risentimento, pensa che l'abbiano avuta troppo facile'. Kennedy osserva che a non tutti gli asiatici riesce l'esperienza Usa: «Esistono sacche di povertà agghiacciante: il caso più grave è quello dei vietnamiti, che per il 35 per cento vivono della pubblica assistenza. Sono quelli che più soffrono delle barriere, che gli vengono ' erBÌtéiniòmo:'.." Lo spettro della nuova discriminazione acquista consistenza . con il «quota system» alla rovèscia. Nell'America di Kennedy e di Johnson, fu imposto a una maggioranza riluttante di affidare alla minoranza negra una percentuale di impieghi proporzionale alla popolazione: si aprirono cosi al blacks» porte in precedenza, sbarrate. Adesso, una maggioranza infuriata e aggressiva sottrae agli orientali posti che si erano meritati sbarrando loro usci prima aperti. «Lo si riscontra persino nelle scuole e nelle università: precisa Kennedy, Ad Harvard, presso Boston, il college più antico del Paese, si ammette solo il 12 per cento degli asiatici che fa domanda, contro il 15 per cento dei bianchi. A Brown, nella vicina Providence, esiste una soglia imprecisata al di là della quale non passano più «gialli». La rivista Time ha citato il caso del professore coreano Park, docente di letteratura tedesca a Seul: emigrato negli Usa, si è adattato a fare l'imbianchino. Arhur Jensen depreca che talvolta 1 ragazzi prodigio e i loro genitori «percorrano un autentico calvario: La medaglia dei loro trionfi ha un'altra faccia, quella dell' isolamento, dell'alienazione, addirittura della tragedia personale o familiare. «Da un lato — riferisce lo studioso — questi giovani, che studino o lavorino, sono sottoposti a terribili pressioni dai congiunti perché eccellano sempre di più. Dall'altro, sovente vengono se non respinti per lo meno osteggiati dalla loro nuova patria. Le storie di droga, di alcolismo, di suicidio si susseguono senza interruzione. Nell'82, nel Liceo di Boston Sud, otto ragazze tentarono di togliersi la vita: Molti indocinesi inoltre si portano dietro traumi indelebili dell'infanzia o della adolescenza: Satia Tor, un cambogiano di 18 anni, che per un decennio credette di aver perso la famiglia negli eccidi commessi dal Khmer rossi ha vinto un concorso letterario con un racconto autobiografico dal titolo «In Cambogia i bambini non piangono: y-""Efatìltt'Cttì-éttb i Washington. Una giovane tecnica d'orìgine asiatica al lavoro in una fabbrica di computer (Tam-Tam)