Tirana fa la pace con Bonn di Alfredo Venturi

Tirana fa la pace con Bonn Riprendono le relazioni dopo oltre 40 anni Tirana fa la pace con Bonn Dopo dodici anni di trattative, condotte a livello di 'ambasciatori fra Vienna e Belgrado, la Repubblica Federale di Germania e la Repubblica Popolare d'Albania stanno per normalizzare le relazioni diplomatiche. Dieter Kastrup, vicecapo del Dipartimento Europa orientale al ministero federale degli Esteri, ha firmato a Tirana il documento che ora attende, nelle due capitali, la doppia ratifica governativa. Seguirà uno scambio di note, e la partenza per la capitale albanese di un incaricato d'affari tedesco. Non è ancora stata fatta, si precisa a Bonn, la scelta di un ambasciatore. Dopo la normalizzazione con Tirana, osservano i commentatori, la Germania ha ormai rapporti regolari con . tutti i Paesi d'Europa. Con una sola eccezione: la «Repubblica» turca dell'isola di Cipro. Quanto all'Albania, le sue relazioni internazionali conoscono eccezioni ben più vistose. Il piccolo Paese adriatico si ostina a non avere rapporti con entrambe le superpotenze, che considera responsabili degli squilibri internazionali. Ma anche con la Gran Bretagna, e con parecchi altri Paesi. La tradizione isolazionista albanese è oggi in via di superamento: ormai Tirana ha rapporti con un centinaio di Stati, compresi l'Italia, la Francia, la Spagna, il Canada, la Grecia, con cui pure lo stato formale di guerra — altra eredità degli Anni Quaranta — è cessato soltanto il mese scorso. Relazioni tempestose, invece, con l'altro vicino, la Jugoslavia: a causa della situazione nel Kosovo, la provincia autonoma della Serbia abitata da gente di lingua ed etnia albanese. Una situazione che ha aggiunto olio sul fuoco di una polemica antica: fra il più dottrinario e il più flessibile dei Paesi comunisti. D'altra parte, l'Albania è ancora il solo Paese europeo assente dalla Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa La normalizzazione Bonn-Tirana è stata resa possibile dalla caduta di una pregiudiziale albanese. Per l'occupazione tedesca del Paese, seguita nell'estate del '43 alla pace separata dell'Italia e protrattasi fino al novembre del '44, l'Albania ha sempre chiesto il pagamento dei danni di guerra Fra ri- chiesta iniziale e interessi successivi, Tirana pretendeva una cifra sui dieci miliardi di marchi, oltre settemila miliardi di lire. Nel documento firmato da Kastrup nella capitale albanese, fanno sapere le fonti federali, non c'è alcun accenno al problema dei danni di guerra Un altro segnale del fatto che il Paese adriatico intende lasciarsi alle spalle la tradizionale politica isolazionista. Era questa l'imbarazzante eredità della lunga gestione di Enver Hoxha, il dogmatico presidente che ruppe prima con Mosca poi con Pechino, colpevoli di «revisionismo», rispettivamente ideologico e diplomatico. Hoxha è morto due anni fa, e Tirana ha accentuato l'evoluzione nei suoi rapporti con il mondo esterno, che già era stata timidamente impostata da qualche tempo. Un'evoluzione che prende, le mosse dalla necessità di gestire relazioni economiche sempre più intense: per esempio, con la Germania ci sono stati, nelì'86. commerci per 83,6 milioni di marchi, sessanta miliardi di lire. Alfredo Venturi

Persone citate: Dieter Kastrup, Enver Hoxha, Hoxha, Kastrup