Si è costituito Torsello di Cesare Martinetti

Si è costituito Torsello L'amministratore della Valsella subito interrogato sulle armi Si è costituito Torsello S'è consegnato a Massa al giudice Lama - Nega che l'azienda fosse a conoscenza del dirottamento di forniture a paesi «proibiti» - Ma un mediatore conferma le trattative per esportare le mine in Spagna DAL NOSTRO INVIATO ; MASSA — Tutu 1 segreti della Valsella sono da Ieri sera sul tavolo del sostituto procuratore di Massa Augusto Lama. L'intrigo internazionale sul traffico di armi è forse vicino ad una spiegazione. Non sarà quella definitiva per il magistrato che continua ad indagare; ma certamente lo è per la Valsella Meccanotecnica di Brescia, la società del Borletti con 1150 per cento di capitale Gilardinl (Gruppo Fiat) finita nel vortice di un pasticcio in cui compaiono in modo indistinto attori eterogenei: servizi segreti, mafiosi, terroristi mediorientali. A questo strano giro l'azienda si dichiara completamente estranea. Paolo Torsello, amministratore delegato della Valsella, l'uomo più «operativo» della società, da dieci giorni latitante, si è costituito ieri pomeriggio alla procura di Massa Lo attendeva nel suo ufficio il sostituto procuratore Lama, il magistrato che conduce l'inchiesta Torsello ha scelto di costituirsi 24 ore dopo la scarcerazione di Ferdinando e Giovanni Borletti. Certo una scelta non casuale. Nel primo interrogatorio ha respinto ogni accusa Lunedi i Borletti, al termine dell'unico interrogatorio dopo dieci giorni di isolamento nel carcere della Spezia, sono usciti rivendicando l'estraneità loro e dell'azienda a ipotesi di traffici clandestini di mine verso 1 Paesi del Golfo attraverso la Siria. La liberazione dei due industriali ha avuto certo il senso di un riconoscimento di limitate responsabilità individuali. Ma Lama, ieri mattina, ha precisato che si trattava di libertà provvisorie, non di proscioglimenti. E, anzi, il magistrato ha voluto aggiungere che le sue ipotesi di accusa contro la Valsella erano uscite «confermate» dalla lunga tornata di interrogatori di lunedi. Non si riferiva certo alle dichiarazioni, dei Borletti, ma a quelle di Michel Lame e Antonio Canova, 1 due uomini d'affari bergamaschi che sarebbero stati li tramite tra Valsella (attraverso 11 responsabile degli acquisti Giuseppe Costa, l'unico del vertice aziendale, accusato di associazione per delinquere), la spagnola Boviga e il dubbio entourage di Aldo Anghessa, l'agente provocatore Lame sarebbe stato molto esplicito con il magistrato. Ha confermato le trattative per l'esportazione di mine in Spagna, ha detto di aver sempre ritenuto che si trat¬ tasse di un'operazione legale (tant'è che ci sarebbero già le autorizzazioni ministeriali), ha scherzato sull'ipotesi che in realtà quelle mine fossero destinate alla Siria verso cui le esportazioni di armi sono proibite da un embargo. Dichiarazioni che sulla bilancia del giudice pesano come accuse contro la Valsella, nonostante il calibro un po' particolare del personaggio. Lame, infatti, ha affermato di essere in rapporto con Gheddafl (ma bisogna tener conto che le millanterie sono 11 pane quotidiano per gli intermediatori del suo tipo) dando cosi nuova corda a quel filone dell'inchiesta che ipotizza anche collegamenti con il terrorismo filo-arabo attraverso il solito Anghessa. Ma di questo non è accusata la' Valsella. L'azienda deve spiegare se davvero ha esportato illegalmente mine in Siria attraverso due distinte triangolazioni. Una con la Nigeria, l'altra con la Spagna I Borletti lo hanno negato. Torsello anche. •L'imputato — ha spiegato 11 dottor Lama al termine dell'interrogatorio dell'amministratore delegato — nega la consapevolezza dell'obiettivo finale di certi contatti». Come dire che l'azienda di Brescia non era al corrente' delle trame — se davvero ci sono state o se anch'esse sono il frutto di millanterie — ordite da Anghessa per dirottare forniture regolari verso Paesi proibiti. Ma. ribadisce il magistrata ci sono i documenti (quattro casse stipate nel suo ufficio) ad accusare. Paolo Torsello, 40 anni, dall'84 amministratore delegato dell'azienda, è rimasto davanti al magistrato per tre ore. Sessanta minuti ih più di quanto non ci siano rimasti complessivamente . Ferdinando e Giovanni Borletti. E' evidente che è lui l'uomo più importante dell'azienda quello che doveva dare le risposte più significative. Cesare Martinetti

Luoghi citati: Brescia, Massa, Nigeria, Siria, Spagna