Mille malati di Aids di Bruno Ghibaudi

Mille malati di Aids L'Italia al quinto posto nella graduatoria mondiale Mille malati di Aids Negli ultimi dieci mesi il numero dei casi è raddoppiato - La mortalità è del 53% - In aumento l'infezione tra i tossicodipendenti ROMA — OH italiani maIati di Aids sono già più di mille. Per l'esattezza, al 30 agosto scorso erano 1025. Con questo patrimonio di preoccupazione, di pericolo e di dolore il nostro Paese si colloca al quinto posto nella graduatoria mondiale per numero di malati, dopo gli Stati Uniti (40.900 casi), la Francia (1964), il Brasile (1217) e la Germania Federale (1217). Lo rivela l'ultimo Bollettino Epidemiologico Nazionale, redatto a cura dell'Istituto superiore di Saniti, e reso pubblico ieri. Alla stessa data i decessi erano già stati 539, con un tasso di mortalità del 53%. Per fortuna non tutti i casi di sieroposltlvlta (in Italia oscillano fra i 100 e 1150 mila) evolvono poi nell'Aids conclamato: la percentuale oscilla intorno all'1%. -Afa con il passar del tempo, alcuni anni dall'inizio della malattia — osserva il Bollettino — la letalità della sindrome tende al 100%'. In altre parole, il decorso dell'Aids può essere ri• tardato ma la sua conclusione è inevitabile: la morte certa. Mentre nel secondo semestre dell'anno scorso i casi segnalati aumentavano al ritmo di 58 al mese, nel primo semestre di quest'anno la media mensile è salita a 87. 'Negli ultimi dieci mesi il numero dei casi è raddoppiato', sottolinea il Bollettino ammonendo prudenzialmente che il conteggio non deve essere considerato definitivo ma suscettibile di successivi aggiornamenti: Da un'analisi più attenta emerge che l'infezione sta aumentando proporzionalmente fra i tossicodipendenti (610 nuovi casi, pari a circa il 60% del totale) e diminuendo fra gli omosessuali (226 casi, pari al 22%). Altra piccola riduzione percentuale emerge negli emofiliaci (29 casi, pari al 2,8%) e nel politrasfusi (21 casi, pari al 2%); le oscillazioni sono però troppo lievi per avere qualche rilevanza statistica. Per 32 casi si precisa invece che appaiono originati da un fattore di rischio non ancora determinato. In aumento appare invece la proporzione di casi fra gli eterosessuali, in coerenza con l'aumento dei casi fra i tossicodipendenti. Tutti gli eterosessuali colpiti (1 nuovi casi sono 29) risultano partners eterosessuali abituali di inietti: e la stragrande maggioranza di questi risulta tossicodipendente. In un bilancio più generale, l'Aids ha colpito finora 827 uomini e 198 donne. Fra i primi, i bambini fino a 12 anni sono già stati 41. Di questi, 33 sono figli di madri tossicodipendenti sieropositive, 6 risultano emofiliaci o emotrasfusi, 2 sono figli di madri che hanno contratto l'infezione con contatti eterosessuali. La distribuzione per regione conferma che l'Aids continua a diffondersi in prevalenza al Nord (693 casi), poi al Centro (212 casi) e infine al Sud e nelle Isole (120). La regione più colpita è la Lombardia (371 casi), seguita dal Lazio (134), Emilia Romagna (121), Piemonte (71), Veneto (58), Liguria (55), Toscana (53), Sicilia (38), Campania (32), Sardegna (26), Puglia (17), Veneto. Umbria e Marche (9 ciascuna), Basilicata (2), Molise (1). Nessun caso è stato finora segnalato in Valle d'Aosta. • Nel nostro Paese, contrariamente agli Usa dove la malattia-si diffonde prevalentemente fra gli omosessuali — dice il prof. Mauro Moroni, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'Università di Milano — la diffusione avviene soprattutto attraverso lo scambio di siringhe infette». A ricordare che anche questi dati ribadiscono l'immutata pericolosità della malattia interviene il prof. Fernando Aiuti, direttore della Cattedra di Immunologia presso l'Università di Roma c membro della Commissione ministeriale per la lotta all'Aids. «La malattia non si arresta e preoccupa sempre di più, proprio perché continua ad evolvere linearmente e tanto i «cecini che i farmaci efficaci tardano ad arrivare. Sarebbe perciò un gravissimo errore abbassare la guardia. Per la fine del 1987 si può prevedere che i casi conclamati diventino circa 1400 e i morti arrivino a m- Bruno Ghibaudi

Persone citate: Fernando Aiuti, Mauro Moroni