Che cosa uscirà dalla fabbrica della vita?
Che cosa uscirà dalla fabbrica della vita? Che cosa uscirà dalla fabbrica della vita? facciano 1 biologi molecolari a spostare pezzi di informazione genetica (geni) da una molecola di DNA all'altra e quindi da un organismo all'altro, n punto fondamentale è capire che nei laboratori oggi si possono modificare le specie esistenti e crearne di nuove. Con quali vantaggi? Con quali perìcoli? Negli ultimi anni in Italia sono stati pubblicati una trentina di libri sull'ingegneria genetica: molti testi universitari, ma anche qualche libro di divulgazione che tutti possono leggere (se non negli aspetti puramente chimici, almeno in quelli socio-etici). A uno di questi, scritto da un giovane biologo inglese passato per Cambridge e Oxford e ora approdato alla divulgazione .scientifica, Jeremy Cherfas («Ingegneria genetica», Bortnghiert, pag. 296, L. 27.000) è stato assegnato la scorsa settimana il pre¬ mio Ulisse Cortina quest'anno dedicato appunto alla biologia molecolare, nello spirito della fondatrice del premio Maria Luisa Aslaidi: far circolare le grandi idee scientifiche che rimodelleranno il mondo. Costruire molecole ricombinanti (in cui si mescolano DNA provenienti da due fonti diverse) è un gioco d'azzardo ad alta percentuale di rìschio. Innanzitutto non è facile trovare il gene su cui si intende lavorare. I cromosomi non sono schedati In modo da sapere facilmente se c'è quello che si cerca e dov'è! E' come se, per usare un paragone di Cherfas, di fronte a chilometri di scaffali occorresse controllare ogni singolo titolo per trovare un certo libro. Inoltre non è ancora chiaro quanti e quali siano i geni potenzialmente dannosi. Uno studio del rischi non è mai stato fatto. Se¬ A, l'industria non ci si può fidare, al contrario degli scienziati che si dedicano alla ricerca pura»). Anche Jeremy Cherfas, nel fare un bilancio di ciò che si potrà fare, registra senza eccessive preoccupazioni i grandi accordi stretti in questi anni fra accademici e uomini d'affari: molto denaro per finanziare la ricerca di base in cambio dei diritti esclusivi sui prodotti che possono dare profitti. Questi accordi stanno già cambiando la circolazione delle idee: l'informazione sulle nuove scoperte passa ormai in secondo piano, prima si avviano le pratiche per i brevetti, poi si pubblica l'articolo sulle grandi riviste internazionali. I condizionamenti portati dall'industria nel mondo delle biotecnologie sono ben visibili. Molte ditte farmaceutiche hanno rinunciato a produrre vaccini per l'uo¬ questo sfuggisse e si riproducesse? Nel laboratori c'è chi non nasconde l'ansia per i rischi di fuga e di diffusione di organismi patogeni completamente nuovi. E' vero che sulla carta sono state prese tutte le precauzioni ma, com'è noto, esistono due tipi di progetti: quelli sulla carta e quelli effettivamente costruiti. Poi c'è, naturalmente, il rischio di una guerra biologica fatta con batteri che distruggono 1 raccolti o aggrediscono l'uomo, proteggendo le proprie popolazioni con il vaccino e l'antibiotico corrispondente. Gli interessi in gioco, scientifici ed economici, hanno però fatto passare in secondo piano le preoccupazioni che Jonathan King denunciava in modo molto esplicito («L'industria è vivamente interessata al DNA ricombinante e del¬ condo il biologo Jonathan King, gli Stati Uniti hanno sospeso quello che avevano in corso perché qualche rischio stava per venire a galla La ricerca va dunque avanti fra ottimismi e dubbi che vengono dibattuti pubblicamente. Nel '74 i biologi molecolari avevano deciso autonomamente un anno di moratoria per capire i rischi dell'ingegnerìa genetica Sul fronte dei perplessi, Robert Sinsheimer dell'Istituto tecnico della California, riteneva che la scienza fosse diventata troppo potente, che i singoli scienziati non avessero il diritto di creare nuovi organismi con effetti imprevedibili e incontrollabili. Calcolando che possa essere dannoso anche un solo gene su centomila (ma molti ritengono accettabile un rischio dell'i per cento) che cosa succederebbe se però proprio
Persone citate: Cherfas, Jeremy Cherfas, Jonathan King, Maria Luisa Aslaidi, Robert Sinsheimer, Ulisse Cortina
Luoghi citati: California, Cambridge, Italia, Oxford, Stati Uniti
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