Agricoltura biologica, frutti brutti ma buoni

Agricoltura biologica, frutti brutti ma buoni Agricoltura biologica, frutti brutti ma buoni L, AGRICOLTURA mo-,, derna si è particolarmente specializzata nell'impiego di sostanze chimiche per la fertilizzazione del terreno, nel controllo dei parassiti e nell'eliminazione delle erbe infestanti che entrano In competizione con le piante agrarie per l'acqua, le sostanze nutritive e la luce, indispensabile alla biosintesi dei composti organici. . Tutto ciò ha portato a un notevole incremento delle produzioni agricole: per esempio il frumento, nel periodo 1955-1985, è aumentato da 25 quintali per ettaro a circa 36 quintali; le patate da 260 quintali per ettaro a 450 quintali; le barbabietole da 400 quintali per ettaro a 750 quintali. Di pari passo è aumentato però anche l'impiego dei fertilizzanti chimici: da 40 chilogrammi di azoto, 80 chilogrammi di fosforo, 40 chilogrammi di potassio per più sospette per il consumatore perché i residui di queste sostanze possono rimanere in piccole percentuali nei prodotti agricoli. Il caso limite è forse nella produzione del riso e del mais: le specie Orisa satira e Zea mais vengono protette con forti quantità di concimi e di erbicidi, tra i quali quelli tristemente noti a base di atrazina e molinate, gli inquinanti più noti delle falde freatiche. Questi cereali sono poi coltivati in successione sullo stesso terreno ogni anno cosi da creare un assurdo ecologico, perché si elimina tutto ciò che non è riso o mais con notevoli spese colturali. . Il consumatore, purtroppo, ha avuto in questi ultimi anni un notevole peggioramento della qualità dei prodotti agricoli. Per rimediare a questi problemi molti agricoltori sono stati stimolati da agronomi e da medici verso ettaro, si è passati, rispettivamente, a 120 chilogrammi d'azoto, 120 chilogrammi di fosforo, 100 chilogrammi di potassio per ettaro. Per quanto riguarda gli antiparassitari, la situazione è analoga: per esempio nel 1965 il consumo in agricoltura delle sostanze chimiche (insetticidi, fungicidi, acaricidi, erbicidi) ammontava a 174.573 tonnellate; nel 1979 la quantità è salita a 238.314 tonnellate. L'incremento maggiore si è avuto nell'uso di insettici-' di organofosforici, che sono i più velenosi. Il maggior consumo è stato causato dalla resistenza dei parassiti, che per mezzo della selezione naturale si immunizzano progressivamente verso 1 composti usati. La ricerca ha dovuto quindi studiare molecole organiche sempre più tossiche per gli insetti, quindi più pericolose per la salute dell'uomo che le manipola e Nuovi studi di neurofisiologia spiegano le ragioni dell'uxori la scelta di un nuovo metodo operativo, che presenta due caratteristiche fondamentali: l'autonomia energetica, che svincola l'attività agricola da apporti energetici esterni, e l'abbandono programmato delle sostanze chimiche che sono state utilizzate in modo irrazionale. Questa agricoltura, deno' minata biologica o controllata, ha come fine una produzione in equilibrio con la natura stessa, migliore nella sua qualità organolettica e quindi più vantaggiosa per la salute dell'umanità. L'agricoltura biologica non può, per il momento, essere competitiva quantitativamente ed economicamente con l'agricoltura- chimica', poiché si è temporaneamente sviluppata nelle aree marginali ancora ecologicamente sane. Il risultato economico di questa nuova agricoltura dipenderà dai consumatore, che potrà decidere tra una produzione più costosa ma sana e gustosa e una produzione di massa di poco sapore ma a basso prezzo. Per arginare slmili squilibri, che minano la salute dell'uomo, è sorta a Torino un'associazione nazionale costituita da agronomi e da medici che collaborano con gli agricoltori per la realizzazione di un'agricoltura più moderna e naturale. Questa Associazione italiana difesa agricoltura ambiente (Aida) ha come scopo la promozione di studi e ricerche atti a programmare un'educazione permanente dell'uomo nel rispetto delle leggi naturali. Il futuro della produzione agricola avrà verosimilmente due facce: una chimica, per una produzione massiccia, e una biologica, per una produzione più limitata ma più naturale. Augusto Marchesini Giuseppe Cilmi ' mere un parere sulla balneabilità. Ci siamo limitati a fotografare i singoli tratti di mare al momento del passaggio della Goletta. Poi abbiamo fatto una media dei valori emersi dalle analisi». L'armo scorso il valore costante, era la presenza nelle acque di metalli pesanti (cromo, mercurio, piombo e i pericolosissimi organoclurati). Quest'anno dalle provette sono spuntati soprattutto colibatteri, ammoniaca, fosfati. Suddivisi cosi, da Trieste a Ventimiglia. • Alto Adriatico —• Le analisi sfavorevoli sono 1159 per cento, solo il '6 per cento dei prelievi non risulta Inquinato. Da Trieste sino a Rimini acque poco limpide e bassa trasparenza, alterazioni provocate dai notevoli apporti fluviali e dalle lagu¬ cidio nella mantide

Persone citate: Augusto Marchesini Giuseppe

Luoghi citati: Rimini, Torino, Trieste, Ventimiglia