Lagercrantz:credo nella natura è un luogo divino di Enrico Benedetto

A colloquio con lo scrittore svedese mentre esce in Italia un suo saggio A colloquio con lo scrittore svedese mentre esce in Italia un suo saggio Lagercrantz: credo nella natura è un luogo divino STOCCOLMA — Olof Lagercrantz ha 76 anni, una betta voce e il portamento di quei gentiluomini che da sempre i tedeschi invidiano alla buona società svedese. Poeta, critico, biografo, è probabilmente il maggior talento letterario del Paese. Ha pubblicato quasi trenta libri, ma la maggiore notorietà, in patria, gli viene forse dagli articoli sul Dagens Nyether, che scrive da 25 anni. Tradotto in America, Francia, Gran Bretagna e mondo germanico, è arrivato da poco anche in Italia, per merito della casa editrice Marietti, che quattro anni fa gli pubblicò Fran Helvetet till Paradiset (•Scrivere come Dio'), un saggio dantesco cui fece seguire — nell'85 — l'autobiografia: Min forsta krets (-Il mio primo cerchio'). Lo incontro all'Opera Cafè, un austero ritrovo nel cuore di Stoccolma. Lagercrantz racconta il suo mondo, affascinante come solo le figurazioni del mito sanno essere, ma ricco anche d'impegno civile. All'Italia lo tiene avvinto, oltre ai ripetuti pellegrinaggi, il richiamo d'una tradizione culturale solo in apparenza svincolata da quella scandinava. Non a caso una recente edizione svedese della Commedia compare fra i best seller e l'editrice Italica vuole intensificare la sua già benemerita attività: Giacomo Oreglia ha appena pubblicato i Rlcor- ' b^ìngueT guadagnandosi anche l'interesse della grande stampa. — Signor Lagercrantz, lei ha fama di scrittore prolifico ma ostinato nell'inseguire alcuni temichiave. Qual è il tema del suo prossimo libro? •L'ho finito da poco. E' su Conrad, un autore che amavo e amerò. Riguarda il suo Cuore di tenebra, un romanzo ambientato in Africa. Ci lavoravo da sette anni. Mi chiedo come sia possibile che un'opera scritta nel 1898 sembri scritta l'altro ieri, tanto ogni risonanza colpisce nel segno. Ma ci sono anche novità «italiane». Sta per uscire da voi Sull'arte del leggere e dello scrivere, un testo cui sono particolarmente affezionato». — In «Scrivere come Dio» apprendiamo che Dante scrisse il suo poema allo stesso modo in cui Jahvè la Bibbia. Lei come si sente quando è alla scrivania, con un foglio bianco davanti? «Lo scrittore cerca d'imitare Dio. Evoca significati e ama muoversi tra loro senza mal permettere che uno egemonizzi gli altri. Nella Genesi vediamo il Signore creare le cose dando loro nome. Tracciò la parola Adamo, venne fuori l'uomo Adamo. Ma Conrad andava più in la. Secondo lui 11 romanziere lascia idealmente ogni libro a meta: il resto viene completato dal lettore. Ecco, io credo occorra una nuova scienza, per esaminare ciò che accade quando ci troviamo di fronte alla scrittura. Un volume — poesia o romanzo — non sopravvive al lettore, finisce con lui analogamente al cibo che non è più ma vive in noi. Se vogliamo, il libro non esiste, ha il volto, i tanti volti di chi legge. Chi apre le pagine diventa complice, lavora anche lui alla grande opera della creazione. Il libro 6 roccia su cui innalzare la nostra casa». — Per «attualizzare» Dante, lei scrive che 11 poeta visita l'Inferno al vivo, come s.im Welter, piuto realmente quel viaggio. E' importante rivisitare un luogo, scoprire personaggi e significati». — Lei intende la «Commedia» quale segno universale della condizione umana. Chi è Lucifero? •Un crocifisso, simile al Dio-uomo anche nella sofferenza. Combatteva la tirannia divina e fu punito. Anche per Strindberg rimane un Prometeo, il Prometeo cristiano». — Signor Lagercrantz, nei suoi libri come in questo dialogo affiora continuamente una dimensione religiosa. Lei è cristiano? •No, quest'idea ecclesiastica di monopollo suona inaccettabile. Guardi il ' nostro Paese, oggi. La gente scorda il Cristianesimo e coltiva una •religione di natura». L'ambiente — fiori, alberi — scaccia Dio e gli subentra. A evocarlo basterebbero già i nomi che abbiamo. Bjòrn, ad esempio, vuol dire orso; il mio: serto d'alloro». — E* possibile «riconvertirsi», saldare la civiltà post-cristiana a quella non evangelizzata delle origini? •Forse. La natura è sempre stata un luogo divino, che racchiude i simboli, la fede. Non a caso Linneo nacque qui: Strindberg ne fu a suo modo l'allievo. Non bisogna pensarlo unicamente quale uomo di sistema. Aveva una profonda sensibilità, incoercibile entro categorie. Legga | quanto raccontò dopo un | viaggiò '■in 'Lapponia, io stésso adoro il linguaggio, la teologia che sanno trasmettere alcuni paesaggi. Quando posso, vado in Islanda. Ne sono innamorato, là vivono molti poeti e per musa hanno questa incredibile natura». — Quali sono 1 suoi progetti? Che cosa le rimane ancora nella penna dopo una «carriera» iniziata 52 anni fa? «Ho ancora diverse idee nel cassetto. • Qualcuna diverrà un'opera. Non so far altro che scrivere: continuerò. E' 11 mio cimento, quasi una pena cui mi sento dannato fino alla morte. Ma la sconto In Purgatorio, l'Inferno lo lascio a Dante». Olof Lagercrantz nel «Circolo Pickwick», visita la Londra ottocentesca o un nostro contemporaneo può girare qualche clinica psichiatrica. Non è far violenza al testo? «il mondo dantesco vive ancora, non possiamo dimenticarlo. Avete un'ottima tradizione critica sul poeta fiorentino, ma occorre talora sapersene liberare. Quando Dante scrisse la Commedia, la Svezia dormiva, la sua lingua era legata. Fra il nostro mondo e quello antico vedo una cesura, ma oggi l'Inferno ci parla. Lo avverto come una gigantesca espressione di dolore, n XX secolo non ha ancora tirato fuori tutta la sua terribile pena, ma quella poesia sa rappresentarcela». — La sua biografia di Strindberg ha suscitato polemiche in Svezia e all'estero. Come mai? •Credo finirà per uscire in Italia, e potrete giudicare. Ho semplicemente contestato la sua pretesa follia, dogma per gli studiosi Non era pazzo né soggiogato dalle passioni: esistono, forse, scarsi legami tra i vari periodi, ma in ogni fase della sua vita Strindberg ebbe un autocon-, trollo totale. Nel suo Inferno — un'opera molto significativa — riprese anche lui il tema dantesco, affermando di aver com¬ Enrico Benedetto