Mia cugina Amalia poetessa e maliarda di Giovanni Tesio

4/5 4/5 Tutto libri Marziano Guglielminetti pubblica la prima biografia della scrittrice amata da Gozzano, con documenti inediti Mia cugina Amalia poetessa e maliarda ♦♦Ivi** I giorni di Eden LONDRA — Dopo la biografia di David Carlton su Anthony Eden, pubblicata neìl'81, scritta senza aver potuto accedere agli archivi dello statista inglese, esce ora, dalla McGraw-Hill, un poderoso saggio dello storico Robert Rhodes James. L'autore, che ha potuto consultare gli archivi, con diari, lettere e documenti inediti di Anthony Eden, ricostruisce la vita e la carriera politica dell'ex Primo Ministro britannico. Dagli studi universitari ad Oxford, alle sue prime apparizioni in Parlamento, dal lavoro nelle commissioni estere di Chamberlain alla collaborazione dopo il '40 con Winston Churchill, fino a succedergli alla guida del Paese e alla disi di Suez. Rhodes James analizza capacità ed errori di Eden con partecipazione verso l'uomo politico e senza perdere di vista il complicato nodo storico che dalla seconda guerra, mondiale arriva alla crisi con il mondo arabo. lacca di zafferano». 81 potrebbe dire qualcosa di più tremendo? Amalia è soprattutto tuia donna sola e una scrittrice emarginata. Eppure gli inizi non sono da poco. Le vergini folli (1907) e Le seduzioni (1909) sono raccolte poetiche di qualche rispetto: godono della stima di Arturo Graf, riscuotono l'interesse di Dino Mantovani, vengono recensite dal Borgese e da Pastonchi. Le vergini folli splanano la strada dell'Incontro con Gozzano. I due poeti si conoscono alla Società di Cultura, in una Torino belle epoque che divide 1 suoi vitalismi golosi con il pragmatismo della vocazione imprenditoriale. Alle lotte sociali Amalia non sarà sensibile mai. La liaison poggia su un terreno troppo friabile, subisce smottamenti e strappi. Lei cerca l'amore-passione, lui pare il protagonista di una storia di fantasmi: dilazioni e fughe, ironie e smarrimenti s'incrociano a tratti con la finzione letteraria di un amore cannibale. La liquidazione, da parte di Guido, è dura: *Io non t'ho amata mai». I due scivolano nell'amicizia e poi nel silenzio. Si sono reciprocamente Ispirati: più Guido che Amalia, insinua il «biografo». Amalia scrive novelle, romanzi, storie nere di donne e uomini ritratti in ambienti mondani, tra polverine bianche e dolicocefale deità. Scrive fiabe non proprio sublimi per bambini, drammi che rappresenta con mediocre fortuna. Intanto vive un amore nuovo e meno nobile. Si chiama Dino Segre e si firma Pitigrilli: è studente in legge e ha dodici anni meno di lei, si venderebbe per un calembour, la sua vena di scrittore scoppia di verve, le sue massime provocano ondate di sdegno, ma hanno successo. La storia tra Amalia e Pitigrilli va avanti dal '17 al '24, poi finisce male. Amalia fa una rivista di novelle (durata 39 numeri), che intitola «Seduzioni». Vi pubblica testi altrui, ma ne fa un suo palcoscenico e scrive di tutto un po': dal fachirismo al flirt, dal charleston alle gonne corte, qualche restauro gozzaniano, qualche ricordo di casa. La rivista cozza con due iniziative concorrenti di Pitigrilli: «Le Grandi Firme» e «Le Grandi Novelle». Si scende ai colpi bassi, s'immischiano trame politiche, si arriva alle aule del Tribunale. Falsi, ingiurie, ritrattazioni. Poi tutto finisce in nulla, ma Amalia ne esce con una sentenza di «totale infermità mentale transitoria». Le restano pochi spiragli: un viaggo a Parigi gratificante e perplesso, un lungo soggiorno romano senza esito, un mesto rientro. La parabola è compiuta. Nel 1941, a sessan inni, la seduttrice esce di scena. Riconciliata con Dio in articulo mortis. Ma con gli uomini? E' forse questa la rivincita di cui 11 titolo parla? Giovanni Tesio

Luoghi citati: Gozzano, Oxford, Parigi, Suez