Guerra in prosa del soldato Sereni

Memorie: «Senza l'onore delle armi» Memorie: «Senza l'onore delle armi» Guerra in prosa del soldato Sereni QUANTI pappagalli hanno attraversato la vita di Gustave Flaubert? La domanda potrebbe apparire futile, ma per un biografo ogni inditrio, si sa, non può essere trascurata, perché ogni particolare può costituire un rebus da risolvere, una metafora, un «imboto che aiuta ad interpretare la vita e l'opera detto scrittore. Gustave Flaubert durante la stesura di Un cuore semplice si era fatto imprestare, per tre settimane, un pappagallo dal Museo di Rouen e l'aveva tenuto sul suo tavolo di lavoro. Oli serviva come modello per il romanzo, nel quale la povera fantesca Felicità si affeziona a un coloratissimo .Psittacus» e dopo la sua morte lo imbalsama. Se il biogrc.fo scrupoloso, recandosi in pellegrinaggio sentimentale e di studio, scopre che a Rouen i pappagalli imbalsamati sono due, in due luoghi diversi di culto dedicati allo scrittore, cosa fa? Questa è la situazione di partenza in cui si viene a trovare Geoffrey Braithwaite, biografo di Flaubert, personaggio del singolare, divertente romanzo dell'inglese Julian Barnes, ex lessicografo dell'Oxford English Dictionary, li pappagallo di Flaubert, premio E. M. Forster in America, nell'86. Un po' come accadeva in certi romanzi dell'irlandese Flann O'Brien, Barnes litiga con il suo personaggio: Qeoffrey Braithwalte, vedovo, medico, profondo cooscitore della vita e dell'opera dello scrittore dì Crolsset, gli si ribella, ha idee diverse su come si scrive una biografia. «...forse l'amore per uno scrittore è la forma più pura e tenace d'amore».* animato da questo sentimento Braithwaite prende traghetti, attraversa la Manica, entra con piglio deciso in Normandia, va a controllare lo stato di sa¬ te di Mussolini, il 25 luglio, fra 1 prigionieri ammassati nello stedio di Trapani) col distacco del tempo e con 11 paziente tono colloquiale di chi vuole una volte per tutte raccontare come sono andate le cose alla curiosità degli ideali interlocutori, affascinati da quanto di esse è diventato motivo di poesia nel Diario di Algeria e desiderosi di sapere anche i fatti minuti, gli aneddoti, i pensieri comuni Invece, La cattura è un racconto perfettamente oggettivato dalla resa agli alleati del piccolo presidio in un'isola indicate con la sola iniziale. Nel breve cerchio della narrazione. Sereni alterna mirabilmente i diversi toni dell'ironia (soprattutto nella rappresentazione di un francese dal cognome trasparentemente italiano, arrogante e ridicolo nelle minacce e nella preoccupazione per la non ancora avvenute resa di una piccola caserma, che si rivelerà abitate da un solo soldato ben contento di arrendersi), della profonda desolazione della sconfitta, del sogno vano della libertà e dell'avventura, che si concreta nel progetto, appena concepito nella mente e subito abbandonato, di impadronirsi del peschereccio con cui i prigionieri sono trasferiti in una base maggiore, disarmando le guardie indolenti e sprovvedute, per poi dirigersi chissà dove per il mare. La scrittura narrativa di Sereni è lucida, ferma, e in essa fatti e sentimenti si incidono in una luce che ha un che di metafisico, come se fosse quella che esemplarmente evoca la forma della disfatta in quello che ha di più esemplare e disperato. Diverso è l'andamento dell'altro racconto, Ventisei, già contenuto in Stella variabile. E' la narrazione di un viaggio di ritorno, dopo ventisei anni, ai luoghi della guerra siciliana del poeta: Erice, Trapani, i dintorni. il racconto si svolge sul doppio plano del resoconto della visita di oggi con i pensieri che ne sorgono, e della memoria degli eventi del 1943, resi più desolati e, in fondo, tragici proprio dalla possibilità di commisurarli con quanto è venuto dopo, che rileva la loro vanità e insensatezza unita con la tremenda serietà della morte e della sconfitta. In entrambi i testi, si rivela pienamente la sapienza sottile, acuta e un poco acre del narrare di Sereni, che è interamente giocato sulla tensione della scrittura, sulla concentrazione, sull'essenzialità, sulla forza incisiva della notazione, della descrizione rapidissima del particolare significativo accuratamente scelto e rilevato con splendida forza. Non è poco, davvero, per restare anche nell'antologia ideale della narrativa nel Novecento. Giorgio Barberi Squarotti Vittorio Sereni: «Senza l'onore delle armi», con una nota di Dante Isella, ScheiwiUer, 87 pagine, 10.000 lire. Vittorio Sereni r TJ RESSOCHE' sconosciuto in Italia,.e in molti altri !,J?ae>i d'Europa, Horacio Quiro- I ga, nato a Salto (Uruguay) nel 1878 e morto a Buenos Aires nel 1937, è scrittore che vince amaramente alla distanza, e quando l'onda lunga della narrativa latino-americana comincia a indebolirsi sui nostri mercati. Tuttavia, sembra proprio questo il momento favorevole perché il lettore non troppo incline ai rimbombi di stagione si accosti ai .Racconti d'amore, di follia e di morte, introdotti da Dario Puccini (una seconda raccolta antologica è prevista per 11 prossimo anno), ne scopra la superba asciuttezza, l'aspro humour esistenziale, e colga in ciascuno di essi — compresi quelli improntati all'intrigo domestico e all'amor gaio — il filo ininterrotto di una tragica personalità. Capricorno più perfido infatti non avrebbe potuto essere concertato nei palinsesti dello Zodiaco (Quiroga nasce il 31 dicembre). E' appena poppante allorché il padre stramazza sotto il colpo, forse accidentale, forse procurato, di un fucile da caccia; ha appena compiuto il ventiquattresimo anno, è tornato da Parigi, dopo aver terminato gli studi a Montevideo. ha preso a pubblicare i primi versi, i primi «cuentos», ed ecco profilarsi un nuovo orribile fatto di sangue: sta pulendo I racconci, (Jgll'uruguay ano Quiroga g m, .-.il-. y,> cw\uvj '3. .iVn'.i,%v-.:\W, ..i '...%■. — nprrr holìbov. SjjjÉlooaW •.aiEflq'ii mi .uloif castighi

Luoghi citati: Algeria, America, Buenos Aires, Europa, Italia, Montevideo, Normandia, Parigi, Uruguay