Gli atleti di Lisippo corrono scolpiti dal vento di Carlo Carena

Una biografia diMoreno e jium.stpria di Giuliano ÌÌ Una biografia diMoreno e jium.stpria di Giuliano ÌÌ Gli atleti di Lisippo corrono scolpiti dal vento gpSièri iviooraor,:)! 4>. oq, ri;; * .;neti.>jJ; oiiiWjriO G i ii Usippo: «L'Apoxiòmenos» po. Le sue figure sembrano sentirsi racchiuse in uno spazio troppo stretto, che tendono ad articolare mediante la tensione e la contrapposizione della posa e dell'espressione del viso, i capelli infiammati, gli occhi volti in alto o introspettivi. E sembrano poste Il provvisoriamente, 'investite da un vento d'irrequietezza» (Giuliano). Ed ecco accanto al famosissimo atleta che si deterge (l'Apoxiòmenos), all'enorme Eracle appoggiato alla clava, come affranto dalle sue inutili fatiche, al piccolo Bros alato che protende le braccia e l'arco come mobili contrappesi, all'Ermete appena posato, diverso nelle diverse prospettive, ecco accanto a questi principi degli stadi parte sola del corpo, l'altra è abbandonata a un movimento impercettibile. Notava già Plinio le proporzioni ridotte delle sue teste, che davano slancio e snellezza ai corpi, l'opposto delle statue 'proporzionate e quadrate» degli antichi. Ancora Plinio ricorda che Lisippo fu avviato alla scultura dal pittore Eupomo. A chi gli chiedeva a quale dei suoi predecessori s'ispirasse, rispondeva additando invece ta folla. Egli mirava a riprodurre gli uomini, anziché quali erano, quali appaiono essere: essere nell'attimo, essere illusoriamente. Entrambi i nostri autori, Giuliano come Moreno, insistono su questo aspetto moderno dell'arte di Lisip- § 'Ì.^Ì'„-^ \ e dell'Olimpo, il Kairòs, ta raffigurazione lisippea dell'Occasione, per noi scomparsa ma tanto celebrata da poeti e retori antichi. Il Kairòs era come sintesi di una visione della vita, lo spunto che sempre il destino ci offre, «facile da afferrare quando si avvicina, ma una volta che ci abbia sorpassato, il momento opportuno per l'azione se ne va», come si esprimeva il retore Callistrato nel descrivere la statua. Di questo rapporto passato-futuro che annulla il presente Lisippo, amico di Aristotele, artista animato da una solida dottrina come ci mostra ampiamente il Moreno, fu il meditabondo raffiguratore. Perciò avverti i movimenti contemporanei, registrò la crisi dei moduli classici e le nuove necessità dei tempi, la fine dello stabile collettivo cittadino e l'avvento di un individualismo anelante. Cosi egli imposterà anche i modelli — definitivi — della ritrattìstica dei due protagonisti dell'età sua e di altre successive, il sovrano e l'intellettuale: padrone il primo — Alessandro — della propria sorte, rappresentato in tutta la potenza che in lui si manifesta per volere di dio; isolato, raccolto, intenso e malinconico il secondo — Aristotele. Come spiega Paolo Moreno, Lisippo trae partito dall'anomalia dei due soggetti per audaci metafore espressive, l'impeto giovanile nella chioma e nel mantello o lo svolgersi attuale del pensiero fra le rughe della fronte. Si ha la sensazione •che qualcosa è proiettato fuori dall'immagine»; d'incarnare noi stessi un Idea. Carlo Carena Antonio Giuliano «Arto greca. Dall'età classica all'età ellenistica». Il Saggiatore, 590 pagine, 50.000 lire. Paolo Moreno «Vite e arte di Lisippo». Il Saggiatore, 302 pagine con 157 illustrazioni nel testo, 40.000 lire. rr-. I

Persone citate: Antonio Giuliano, Bros, Giuliano Ìì, Paolo Moreno, Vite