«Ti ha cercato un certo Morel»

Giallo-verità: ricostruiamo, ora per ora, il romanzo delT«operazione Boustany> Giallo-verità: ricostruiamo, ora per ora, il romanzo delT«operazione Boustany> «Ti hq cercato un certo Morel» Per chi lavorava .'«agente segreto» Aldo Anghessa? - Qual era il suo compito: «aiutare» o «distruggere» l nelle telefonate (sembra tra il direttore commerciale De Marco e lo stesso Anghessa) c'è anche traccia di una nuova maxifornitura di 2 milioni di pezzi da inviare, via Spagna (attraverso la società di Barcellona «Boviga s.a.» di Louis Vila, che ha smentito), ancora in Siria. A metà agosto 11 settimanale francese «L'événement du jeudi» lancia un primo avvertimento: • Nel Golfo ci sono mine italiane della Valsella*. Infine c'è la borsa dell'hotel «Majestic» che nasconde nove fogli in cui si parla della «Valsella», uno dedicato alla «Misar» (altra azienda di mine bresciana, con il 49 per cento di capitale della «Guardini», gruppo Fiat), e tre sulla «Bofors», svedese. Sono tutti documenti «confidential». Ferdinando e Giovanni Borletti negano tutto, ma ecco Lama che incalza: «Abbiamo le prove della consapevolezza dell'azienda bresciana che la vera destinazione delle mine è la Siria*. I Bellotto e Anghessa utilizzano la villa di Angelo Carlotta, titolare di una ditta di trasporti di Marina di Carrara, per spedire e ricevere telex. Almeno 600 negli ultimi tre mesi e in essi, dicono i giudici, ci sono anche i traffici della «Valsella». Arrivavano dai Paesi della droga e delle armi: Thailandia, Turchia, Libano, anche se trattano di derrate alimentari e pesce. Sono diretti a «Johnny». L'ultimo l'hanno spedito nella breve latitanza di Anghessa. Dal Libano, il paese di partenza del «Boustany I», un certo signor Bracco chiede notizie: «Ho chiamato, ma non ho avuto risposta. Per concludere quell'affare richiamare subito*. Intanto. Angelo Carlotta attende ancora il pagamento dell'affitto e delle spese di telex. Adesso, però, bisogna .ascoltare, con attenzione l'inquirente che ha parlato col «Manifesto*;.. «iL Boustany I doveva arrivare a La Spezia il 28 agosto scorso. Li era prevista l'operazione di carabinieri e magistratura. Il carico di armi era destinato a depositi di terroristi in Lombardia. Sicilia e Nord Europa. La droga, invece, alla mafia siciliana. Il cargo sarebbe ripartito con le mine*. E Lama dà una conferma indiretta: «Da mesi aspettavamo la nave a La Spezia*. A terra, sempre secondo l'anonimo interlocutore, i carabinieri erano pronti a sequestrare i container della «Valsella» già sigillati e sdoganati a Brescia: «Il Boustany era una delle 5 navi allestite per questa operazione, tutte di armatori libanesi. Una doveva anche sbarcare bazooka vicino a Venezia, durante il vertice con Reagan. destinati a un commando libanese*. La comparsa di Anghessa nelle telefonate, però, allarma Lama e i carabinieri. Si cerca di individuarlo, ma «un"in/ormant>a dei servizi di sicurezza tranquillizza e avverte che Anghessa è un collaboratore dei servizi italiani*. Il faccendiere, invece, fa il doppio e il triplo gioco: lavora per i servizi italiani, per alcuni stranieri, per la •Valsella» e per se stesso. Negli ultimi giorni di agosto la procura di La Spezia è un bunker inaccessibile. Il procuratore Giovanni Panebianco coordina i preparativi con Lama e il colonnello Lepore. E' «l'abbordaggio in tv. che Dominique Morél vuol vendere in Canton Ticino. Ma succede qualcosa che rovina tutto, o forse «brucia, la parte piU importante dell'operazione. Dalla Grecia, via radio, il «Boustany. riceve l'ordine di cambiare rotta e dirigersi a Bari. Qualcuno (ma chi?) avverte la guardia di finanza della sua presenza nel mare di Puglia e provoca l'intercettazione, all'insaputa dei giudici di Massa che giungono ad operazione compiuta. Nelle parole dell'inquirente entra finalmente Anghessa: «Chiamato da qualcuno, il faccendiere scende a Bari mi pomeriggio del 31 agosto, 30 ore prima del sequestro della nave che in quel momento è ormeggiata al largo. Con il nome di Torriani, prende alloggio al residence Windsor. Usando una radio VHF, sintonizzata su frequenze prestabilite, si mette in contatto con il Boustany. Il 2 settembre si trasferisce al Majestic e poi è visto a bordo del cargo*. Lo incontra l'operatore di 'inchiesta sul traffico di anni e droga? «Teleombra» e con lui ci sarebbe anche Guido Coduri, 31 anni, di Trapani. E' l'uomo che, scrive il «Manifesto*, «indica i nascondigli delle armi*. Ricompare con Anghessa martedì 8 e si costituisce, incominciando a collaborare come il suo amico. L'ordine di cattura lo accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso insieme con il faccendiere, con un certo Felice Corrao, 44 anni, é con Antonio Minore, boss mafioso di Trapani con il fratello Calogero. Coduri e Corrao sono uomini del «clan Minore» e i due boss sono sospettati come mandanti dell'omicidio del giudice Giacomo Ciaccio Montalto (26 febbraio 1981) e rinviati a giudizio per la strage di Plzzolungo (2 aprile 1985), quando un'auto esplosiva, preparata per il giudice Carlo Palermo, «sbricciolò» una donna e i suoi due gemelli. Carlo Palermo fu il giudice della grande inchiesta di Trento sul traffico di droga e armi legato alla mafia e al terrorismo turco, poi trasferito a Trapani; mentre Ciaccio Montalto si preparava ad usare gli elementi dell'istruttoria del collega che inchiodavano il «clan dei Minore». Il magistrato di Trento aveva intuito il traffico delle «triangolazioni»: armi smistate a Paesi neutrali «Sono un agente provocatore incaricato di azioni per colpire attività criminose» jBPrjesser«t. poi trasferite, a Paesi belligeranti; droga mandata in Europa per .pagare gli acquisti e «girata» alla mafia; una pista internazionale che passava per Turchia, Jugoslavia, Bulgaria, Romania, Austria e Italia del Nord; società di import-export, industriali e finanzieri compiacenti, quasi sempre libanesi, turchi o svizzeri. Era destinata a Trapani la droga del «Boustany.? Anghessa e il complice si dileguano da Bari proprio mentre Lama e Lepore sono bloccati da un incidente nel loro viaggio verso la Puglia. L'ex ragazzo che sognava spie e piloti d'aereo si sente in pericolo, ha capito di essere stato scaricato da qualcuno, teme forse per la sua stessa incolumità. Il faccendiere e il presunto mafioso si rifugiano a Como e Anghessa trova il tempo di ridiventare Morél per contattare Manfrini e proporgli lo scoop dell'arresto in diretta. Ventiquattro ore dopo ecco la costituzione assieme a Coduri. Entrambi hanno già riempito centinaia di pagine di verbale, stanno confermando le accuse alla «Valsella, e i contorni di un'inchiesta che mette insieme industriali, trafficanti di droga, mafiosi e terroristi arabi. Hanno spiegato anche i misteri dei loro contatti con i servizi segreti? «Non conosciamo nessun Anghessa*, replicano seccamente gli uomini del Sismi. Ma Lama, per nulla spaventato dalle minacce alla vita della moglie, risponde: «Non ho paura e non mi hanno chiuso la bocca. Non appena avrò circostame obbiettive per poter dire che Anghessa lavorava per i servizi, lo farò sapere*. Il cargo dallo scafo nero resta ancorato al molo di Bari, forse pronto a svelare altri misteri. L'ultimo parla di un membro del suo equipaggio che sarebbe in realtà un «colonnello» di Abul Abbas, venuto in Italia con le armi del «Boustany» per guidare un assalto al carcere di Tranl e per liberare i dirottatori dell'.Achille Lauro». Ma gli interrogativi si moltiplicano soprattutto intorno ad Anghessa-MorélTorriani. Per chi ha lavorato in questi anni? Chi l'ha mandato a Bari e sul «Boustany»? Perché ha lasciato nella camera 19 dell'hotel «Majestic» quella borsa che accusa la «Valsella», ma lo brucia come «agente segreto»? Doveva «alutare» o «distruggere» l'Inchiesta dei magistrati di Massa Carrara? Ettore B ottano Giallo-verità: ricostruiamo, ora per ora, il romanzo delT«operazione Boustany> Giallo-verità: ricostruiamo, ora per ora, il romanzo delT«operazione Boustany> «Ti hq cercato un certo Morel» Per chi lavorava .'«agente segreto» Aldo Anghessa? - Qual era il suo compito: «aiutare» o «distruggere» l nelle telefonate (sembra tra il direttore commerciale De Marco e lo stesso Anghessa) c'è anche traccia di una nuova maxifornitura di 2 milioni di pezzi da inviare, via Spagna (attraverso la società di Barcellona «Boviga s.a.» di Louis Vila, che ha smentito), ancora in Siria. A metà agosto 11 settimanale francese «L'événement du jeudi» lancia un primo avvertimento: • Nel Golfo ci sono mine italiane della Valsella*. Infine c'è la borsa dell'hotel «Majestic» che nasconde nove fogli in cui si parla della «Valsella», uno dedicato alla «Misar» (altra azienda di mine bresciana, con il 49 per cento di capitale della «Guardini», gruppo Fiat), e tre sulla «Bofors», svedese. Sono tutti documenti «confidential». Ferdinando e Giovanni Borletti negano tutto, ma ecco Lama che incalza: «Abbiamo le prove della consapevolezza dell'azienda bresciana che la vera destinazione delle mine è la Siria*. I Bellotto e Anghessa utilizzano la villa di Angelo Carlotta, titolare di una ditta di trasporti di Marina di Carrara, per spedire e ricevere telex. Almeno 600 negli ultimi tre mesi e in essi, dicono i giudici, ci sono anche i traffici della «Valsella». Arrivavano dai Paesi della droga e delle armi: Thailandia, Turchia, Libano, anche se trattano di derrate alimentari e pesce. Sono diretti a «Johnny». L'ultimo l'hanno spedito nella breve latitanza di Anghessa. Dal Libano, il paese di partenza del «Boustany I», un certo signor Bracco chiede notizie: «Ho chiamato, ma non ho avuto risposta. Per concludere quell'affare richiamare subito*. Intanto. Angelo Carlotta attende ancora il pagamento dell'affitto e delle spese di telex. Adesso, però, bisogna .ascoltare, con attenzione l'inquirente che ha parlato col «Manifesto*;.. «iL Boustany I doveva arrivare a La Spezia il 28 agosto scorso. Li era prevista l'operazione di carabinieri e magistratura. Il carico di armi era destinato a depositi di terroristi in Lombardia. Sicilia e Nord Europa. La droga, invece, alla mafia siciliana. Il cargo sarebbe ripartito con le mine*. E Lama dà una conferma indiretta: «Da mesi aspettavamo la nave a La Spezia*. A terra, sempre secondo l'anonimo interlocutore, i carabinieri erano pronti a sequestrare i container della «Valsella» già sigillati e sdoganati a Brescia: «Il Boustany era una delle 5 navi allestite per questa operazione, tutte di armatori libanesi. Una doveva anche sbarcare bazooka vicino a Venezia, durante il vertice con Reagan. destinati a un commando libanese*. La comparsa di Anghessa nelle telefonate, però, allarma Lama e i carabinieri. Si cerca di individuarlo, ma «un"in/ormant>a dei servizi di sicurezza tranquillizza e avverte che Anghessa è un collaboratore dei servizi italiani*. Il faccendiere, invece, fa il doppio e il triplo gioco: lavora per i servizi italiani, per alcuni stranieri, per la •Valsella» e per se stesso. Negli ultimi giorni di agosto la procura di La Spezia è un bunker inaccessibile. Il procuratore Giovanni Panebianco coordina i preparativi con Lama e il colonnello Lepore. E' «l'abbordaggio in tv. che Dominique Morél vuol vendere in Canton Ticino. Ma succede qualcosa che rovina tutto, o forse «brucia, la parte piU importante dell'operazione. Dalla Grecia, via radio, il «Boustany. riceve l'ordine di cambiare rotta e dirigersi a Bari. Qualcuno (ma chi?) avverte la guardia di finanza della sua presenza nel mare di Puglia e provoca l'intercettazione, all'insaputa dei giudici di Massa che giungono ad operazione compiuta. Nelle parole dell'inquirente entra finalmente Anghessa: «Chiamato da qualcuno, il faccendiere scende a Bari mi pomeriggio del 31 agosto, 30 ore prima del sequestro della nave che in quel momento è ormeggiata al largo. Con il nome di Torriani, prende alloggio al residence Windsor. Usando una radio VHF, sintonizzata su frequenze prestabilite, si mette in contatto con il Boustany. Il 2 settembre si trasferisce al Majestic e poi è visto a bordo del cargo*. Lo incontra l'operatore di 'inchiesta sul traffico di anni e droga? «Teleombra» e con lui ci sarebbe anche Guido Coduri, 31 anni, di Trapani. E' l'uomo che, scrive il «Manifesto*, «indica i nascondigli delle armi*. Ricompare con Anghessa martedì 8 e si costituisce, incominciando a collaborare come il suo amico. L'ordine di cattura lo accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso insieme con il faccendiere, con un certo Felice Corrao, 44 anni, é con Antonio Minore, boss mafioso di Trapani con il fratello Calogero. Coduri e Corrao sono uomini del «clan Minore» e i due boss sono sospettati come mandanti dell'omicidio del giudice Giacomo Ciaccio Montalto (26 febbraio 1981) e rinviati a giudizio per la strage di Plzzolungo (2 aprile 1985), quando un'auto esplosiva, preparata per il giudice Carlo Palermo, «sbricciolò» una donna e i suoi due gemelli. Carlo Palermo fu il giudice della grande inchiesta di Trento sul traffico di droga e armi legato alla mafia e al terrorismo turco, poi trasferito a Trapani; mentre Ciaccio Montalto si preparava ad usare gli elementi dell'istruttoria del collega che inchiodavano il «clan dei Minore». Il magistrato di Trento aveva intuito il traffico delle «triangolazioni»: armi smistate a Paesi neutrali «Sono un agente provocatore incaricato di azioni per colpire attività criminose» jBPrjesser«t. poi trasferite, a Paesi belligeranti; droga mandata in Europa per .pagare gli acquisti e «girata» alla mafia; una pista internazionale che passava per Turchia, Jugoslavia, Bulgaria, Romania, Austria e Italia del Nord; società di import-export, industriali e finanzieri compiacenti, quasi sempre libanesi, turchi o svizzeri. Era destinata a Trapani la droga del «Boustany.? Anghessa e il complice si dileguano da Bari proprio mentre Lama e Lepore sono bloccati da un incidente nel loro viaggio verso la Puglia. L'ex ragazzo che sognava spie e piloti d'aereo si sente in pericolo, ha capito di essere stato scaricato da qualcuno, teme forse per la sua stessa incolumità. Il faccendiere e il presunto mafioso si rifugiano a Como e Anghessa trova il tempo di ridiventare Morél per contattare Manfrini e proporgli lo scoop dell'arresto in diretta. Ventiquattro ore dopo ecco la costituzione assieme a Coduri. Entrambi hanno già riempito centinaia di pagine di verbale, stanno confermando le accuse alla «Valsella, e i contorni di un'inchiesta che mette insieme industriali, trafficanti di droga, mafiosi e terroristi arabi. Hanno spiegato anche i misteri dei loro contatti con i servizi segreti? «Non conosciamo nessun Anghessa*, replicano seccamente gli uomini del Sismi. Ma Lama, per nulla spaventato dalle minacce alla vita della moglie, risponde: «Non ho paura e non mi hanno chiuso la bocca. Non appena avrò circostame obbiettive per poter dire che Anghessa lavorava per i servizi, lo farò sapere*. Il cargo dallo scafo nero resta ancorato al molo di Bari, forse pronto a svelare altri misteri. L'ultimo parla di un membro del suo equipaggio che sarebbe in realtà un «colonnello» di Abul Abbas, venuto in Italia con le armi del «Boustany» per guidare un assalto al carcere di Tranl e per liberare i dirottatori dell'.Achille Lauro». Ma gli interrogativi si moltiplicano soprattutto intorno ad Anghessa-MorélTorriani. Per chi ha lavorato in questi anni? Chi l'ha mandato a Bari e sul «Boustany»? Perché ha lasciato nella camera 19 dell'hotel «Majestic» quella borsa che accusa la «Valsella», ma lo brucia come «agente segreto»? Doveva «alutare» o «distruggere» l'Inchiesta dei magistrati di Massa Carrara? Ettore B ottano