Lied di Krause

Lied di Krause Lied di Krause n primo Ltederabend di Settembre Musica ha portato al Teatro Carignano, sabato sera, 11 baritono Tom Krause con il pianista Irwin Gage con un programma che si suddivideva tra le più alte espressioni della liederistica classica ed altri contributi più appartati, ma non per questo meno suggestivi, al repertorio del canto da camera. Schubert, dunque, in apertura, e lo Schubert grandissimo dell'incontro con Goethe, quello di Ganymed, di Der Musensohn e soprattutto del Wanderers Nachtlied: qui la concentrazione della musica e del testo si incontra con immediata naturalezza con la carica espressiva di Krause, che travalica ogni limitazione contingente, che fonde insieme con Gage nel crogiolo dell'eleganza e dello stile in un tutto inscindibile quell'alchemica mistura che è il Lied. In Schubert (come non ricordare anche An die Musik e Der Ltndenbaumì) e nella piccola antologia straussiana che seguiva si è rinnovato insomma quell'evento che ha sempre del miracoloso e che vede scomparire la determinazione occasionale per tendere all'assoluto, che assoggetta ogni mezzo esecutivo ad un unitario fine espressivo: le emozioni che l'ambiente detta al testo di Morgen e che Strauss condensa in una meraviglia di accenti appena suggeriti, si potevano rivivere come la nostalgia per un domani solo sognato. La voce di Krause avrà pure qualche sfumatura non più perfettamente controllata, il canto preso come vaiore assoluto (cioè come puro suono) potrà anche risultare perfettibile, ma la sua classe d'interprete è altissima, spaziata su una gamma di sfumature estremamente variegata. Giorgio Pagliaro Mara Berni mi che c'è un mio film in tivù tralascio perfino di accendere 11 televisore». Tutta presa com'è dalla fotografia? Come è venuta fuori? •E' nata in Giappone dove sono stata nel 1970. LI mi hanno messo in mano una macchina fotografica. Presa dalle meraviglie del Paese, dalle tante cose che ci sono da fotografare, mi sono messa a scattare. Poi slamo stati a trovare Kavabata, il premio Nobel per la letteratura ormai scomparso e gli ho chiesto di poterlo riprendere. Lui ha preso in braccio il suo gatto nero e ha posato. Era un bellissimo vecchio, con la pelle trasparente, splendidi capelli bianchi. Come se gli avessi cavato fuori l'anima ne è venuto fuori un magnifico ritratto. Cosi ho ca¬ Lied di Krause Lied di Krause n primo Ltederabend di Settembre Musica ha portato al Teatro Carignano, sabato sera, 11 baritono Tom Krause con il pianista Irwin Gage con un programma che si suddivideva tra le più alte espressioni della liederistica classica ed altri contributi più appartati, ma non per questo meno suggestivi, al repertorio del canto da camera. Schubert, dunque, in apertura, e lo Schubert grandissimo dell'incontro con Goethe, quello di Ganymed, di Der Musensohn e soprattutto del Wanderers Nachtlied: qui la concentrazione della musica e del testo si incontra con immediata naturalezza con la carica espressiva di Krause, che travalica ogni limitazione contingente, che fonde insieme con Gage nel crogiolo dell'eleganza e dello stile in un tutto inscindibile quell'alchemica mistura che è il Lied. In Schubert (come non ricordare anche An die Musik e Der Ltndenbaumì) e nella piccola antologia straussiana che seguiva si è rinnovato insomma quell'evento che ha sempre del miracoloso e che vede scomparire la determinazione occasionale per tendere all'assoluto, che assoggetta ogni mezzo esecutivo ad un unitario fine espressivo: le emozioni che l'ambiente detta al testo di Morgen e che Strauss condensa in una meraviglia di accenti appena suggeriti, si potevano rivivere come la nostalgia per un domani solo sognato. La voce di Krause avrà pure qualche sfumatura non più perfettamente controllata, il canto preso come vaiore assoluto (cioè come puro suono) potrà anche risultare perfettibile, ma la sua classe d'interprete è altissima, spaziata su una gamma di sfumature estremamente variegata. Giorgio Pagliaro Mara Berni mi che c'è un mio film in tivù tralascio perfino di accendere 11 televisore». Tutta presa com'è dalla fotografia? Come è venuta fuori? •E' nata in Giappone dove sono stata nel 1970. LI mi hanno messo in mano una macchina fotografica. Presa dalle meraviglie del Paese, dalle tante cose che ci sono da fotografare, mi sono messa a scattare. Poi slamo stati a trovare Kavabata, il premio Nobel per la letteratura ormai scomparso e gli ho chiesto di poterlo riprendere. Lui ha preso in braccio il suo gatto nero e ha posato. Era un bellissimo vecchio, con la pelle trasparente, splendidi capelli bianchi. Come se gli avessi cavato fuori l'anima ne è venuto fuori un magnifico ritratto. Cosi ho ca¬

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