Parla l'architetto della luce

A Fiesole Giovanni Michelucci, quasi centenario, continua a fare progetti A Fiesole Giovanni Michelucci, quasi centenario, continua a fare progetti Parla l'architetto della luce Una mostra di 200 suoi disegni sarà portata al Beaubourg - À settant'anni, invece di andare in pensione dopo l'insegnamento, cominciò una nuova esperienza con la Chiesa dell'Autostrada del Sole FIESOLE — SI * appena conclusa a Siena una mostra dell'architetto Giovanni Michelucci. Circa duecento disegni relativi ad una trentina di progetti di chiese, realizzate e non, sono stati esposti nella cripta di S. Domenica Dalla prima piccola cappella di Casale Ladra presso Caporetto, del 1916-TJ, alla chiesa di Collina di Fontelungo del '45-'53 a quella di Larderemo del '58, sino alla famosa dell'Autostrada del Sole del 1960-64, alte ultime, dopo il 70. di Arzignano, Longarone, Santa Rosa a Livorno. Tutte insomma, e di tutti 1 tipi. Chiese-capanna, chiesetenda, chiese-montagna, chiese-navi e chiese-veliero. Raffinate e preziose come le bizantine, o dalle forme spaziali ed avveniristiche. La mostra, di successo, andrà al Beaubourg. Ma l'architetto pistoiese, di 96 anni, pensa già ad altro. Sta preparando un convegno e meditando nuovi progetti. E' appena arrivato dalle vacanze passate, «a disegnare», nel boschi di due paesini toscani. Lo andiamo a trovare nella sua villa di Fiesole, su un cocuzzolo nascosto tra il verde, che domina «ad anfiteatro», come dice, la grande citta, Firenze. E' lui stesso che viene ad aprirci. «Oli anni non contano» dice sorridendo «12 mio medico sostiene che possiamo vivere sino a centoventi anni». Affondati in un grande divano, parliamo per un'ora e mezzo, forse due, nonostante le raccomandazioni del suo segretario di non stancarla Altro che stancarlo. Michelucci ha energia da vendere. •Come nascono i suoi progetti?». Sorride di nuovo. «Te lo spiego subito» dice usando Fiesole. Uno dei disegni esposti alla mostra dell'architetto Giovanni Michelucci: la nave-c non è quello che si mette li con squadra e compasso a fare i calcoli. E'quello che osserva la realtà, fatta di uomini e natura, un'unità sacra: •E l'architettura che cos'è?». «£' soltanto una successione di spasi, in cui di volta in volta l'uomo si riconosce. E l'architetto è l'uomo che glieli fa trovare». Spazi sacri, come le citta, le case. A suggerirglieli sono magari grandi tronchi con ombre gigantesche («come ho disegnato proprio ieri nel bosco di Cutigliano»), animali, insetti, grandi cieli stellati (.d'inverno mi alzo alle cinque a guardare giù da questo anfiteatro»). Ma ha anche ricordi di vita, dell'infanzia soprattutto, passata a Pistola nell'officina di ferro battuto del non¬ no. O ricordi religiosi Tutta una filosofia, piena di fascino e verità, che l'ha portato per ottantanni a «creare» chiese, case, ville, palazzi, stazioni, pezzi di città e di quartieri. Eppure, della sua lunga ed intensa attività, Michelucci sembra voler ricordare solo quella che comincia nel 1961, al suo settantesimo anno. La data fatidica è quella dell'inizio della famosa chiesa dell'Autostrada del Sole. E' 11 che comincia un'altra vita per l'architetto. Un progetto rivoluzionario, che rompe tutti gli schemi precedenti e si impone con le sue grandi novità e libertà. Un'idea che nasce quando l'artista crede di avere ormai esaurito la sua vena creativa («con la chiesa di Larderello un «tu» simpatico, rimastogli dopo 1 decenni di insegnamento. «Con un esempio. A luglio è venuto da me il maestro Alberti a chiedermi di preparare una scenografia per la facciata del duomo di Siena, per la 44° Settimana musicale senese. Ha messo una cassetta di musica di Monteverdi. Mi sono concentrato, ho immaginato, e quando Alberti se n'è andato, il progetto era pronto». Nascono cosi i progetti di uno dei più grandi maestri dell'architettura contemporanea. Uh pensiero profondo, suggeritogli dalla realtà delle cose, e poi lo schizzo scuro e tormentato. •E' in quel momento che nasce tutto. L'architetto bravo non esiste, e comunque -chiesa di Longarone avevo dato il massimo di me stesso e pensavo di non potere fare altro»). E che spazza, con prepotenza, il vuoto d'un doloroso pensionamento dall'Università. «Mi trasferii da Bologna a Firenze, in questa casa. Dopo tre o quattro giorni venne un tale che mi chiese se avessi voluto occuparmi di una chiesa, già cominciata. Era quella dell'Autostrada. Quando vidi il posto, grigio e pesante, pieno di macchine, mi dissi: devo fare un oggetto aereo, trasparente, che contrasti con tutto il resto. Pensai ad un olivo, ad un filo d'erba, ad una tenda da campo, all'orto di Getsemani...». Ed ecco che, sofferta e combattuta, ma originale, la chiesa viene fuori nel 1064. Si fa strada 11 concetto dell' «opposizione, dell'inaspettato», che guiderà d'ora in poi tutti 1 progetti civili e religiosi. La chiesa di Borgo Maggiore a 8. Marino, ad esemplo. Michelucci la ricorda divertito. «Afi erano state date due strade, a quota diversa, una sei metri più alta dell'altra. Lì dovevo fare la chiesa. Come? O non faccio la chiesa, 0 faccio passare le strade dentro là chiesa. Tra le due strade etra il paesaggio, bellissimo. Che ne faccio? Lo butto via?». Sceglie di fare la chiesa con dentro le strade, e di far vedere il paesaggio. Viene fuori nel 1962 una complessa e sorprendente costruzione su due livelli, con due ingressi, uno sopra e l'altro sotto, e possibilità di visioni da tutte le parti, attraverso finestre e ballatoi. Movimentata, dinamica, «una cosa strana» per l'arcivescovo esterrefatto che veniva a consacrarla. La chiesa, per Michelucci, è una grande casa. • Un discorso valido per tutto». Per una banca anche. Come quella, finita nell'83 per il Monte dei Paschi a Colle Val d'Elsa. Una banca contraria a tutte le regole correnti «Chi si aspetterebbe di trovare a piano terra» continua con entusiasmo «anziché II solito, chiuso, respingente salone, una bella piazza aperta come le antiche logge dei mercanti? Con un bar, e dove 1 bambini possono giocare a pallone? E poi la banca vera e propria ai piani superiori, tutti aperti e vivibili, affacciati al paesaggio circostante? LI l'impiegato di banca ed il cliente possono ridiventare due amici che fumano e guardano fuori». Maurizia Tazartes A Fiesole Giovanni Michelucci, quasi centenario, continua a fare progetti A Fiesole Giovanni Michelucci, quasi centenario, continua a fare progetti Parla l'architetto della luce Una mostra di 200 suoi disegni sarà portata al Beaubourg - À settant'anni, invece di andare in pensione dopo l'insegnamento, cominciò una nuova esperienza con la Chiesa dell'Autostrada del Sole FIESOLE — SI * appena conclusa a Siena una mostra dell'architetto Giovanni Michelucci. Circa duecento disegni relativi ad una trentina di progetti di chiese, realizzate e non, sono stati esposti nella cripta di S. Domenica Dalla prima piccola cappella di Casale Ladra presso Caporetto, del 1916-TJ, alla chiesa di Collina di Fontelungo del '45-'53 a quella di Larderemo del '58, sino alla famosa dell'Autostrada del Sole del 1960-64, alte ultime, dopo il 70. di Arzignano, Longarone, Santa Rosa a Livorno. Tutte insomma, e di tutti 1 tipi. Chiese-capanna, chiesetenda, chiese-montagna, chiese-navi e chiese-veliero. Raffinate e preziose come le bizantine, o dalle forme spaziali ed avveniristiche. La mostra, di successo, andrà al Beaubourg. Ma l'architetto pistoiese, di 96 anni, pensa già ad altro. Sta preparando un convegno e meditando nuovi progetti. E' appena arrivato dalle vacanze passate, «a disegnare», nel boschi di due paesini toscani. Lo andiamo a trovare nella sua villa di Fiesole, su un cocuzzolo nascosto tra il verde, che domina «ad anfiteatro», come dice, la grande citta, Firenze. E' lui stesso che viene ad aprirci. «Oli anni non contano» dice sorridendo «12 mio medico sostiene che possiamo vivere sino a centoventi anni». Affondati in un grande divano, parliamo per un'ora e mezzo, forse due, nonostante le raccomandazioni del suo segretario di non stancarla Altro che stancarlo. Michelucci ha energia da vendere. •Come nascono i suoi progetti?». Sorride di nuovo. «Te lo spiego subito» dice usando Fiesole. Uno dei disegni esposti alla mostra dell'architetto Giovanni Michelucci: la nave-c non è quello che si mette li con squadra e compasso a fare i calcoli. E'quello che osserva la realtà, fatta di uomini e natura, un'unità sacra: •E l'architettura che cos'è?». «£' soltanto una successione di spasi, in cui di volta in volta l'uomo si riconosce. E l'architetto è l'uomo che glieli fa trovare». Spazi sacri, come le citta, le case. A suggerirglieli sono magari grandi tronchi con ombre gigantesche («come ho disegnato proprio ieri nel bosco di Cutigliano»), animali, insetti, grandi cieli stellati (.d'inverno mi alzo alle cinque a guardare giù da questo anfiteatro»). Ma ha anche ricordi di vita, dell'infanzia soprattutto, passata a Pistola nell'officina di ferro battuto del non¬ no. O ricordi religiosi Tutta una filosofia, piena di fascino e verità, che l'ha portato per ottantanni a «creare» chiese, case, ville, palazzi, stazioni, pezzi di città e di quartieri. Eppure, della sua lunga ed intensa attività, Michelucci sembra voler ricordare solo quella che comincia nel 1961, al suo settantesimo anno. La data fatidica è quella dell'inizio della famosa chiesa dell'Autostrada del Sole. E' 11 che comincia un'altra vita per l'architetto. Un progetto rivoluzionario, che rompe tutti gli schemi precedenti e si impone con le sue grandi novità e libertà. Un'idea che nasce quando l'artista crede di avere ormai esaurito la sua vena creativa («con la chiesa di Larderello un «tu» simpatico, rimastogli dopo 1 decenni di insegnamento. «Con un esempio. A luglio è venuto da me il maestro Alberti a chiedermi di preparare una scenografia per la facciata del duomo di Siena, per la 44° Settimana musicale senese. Ha messo una cassetta di musica di Monteverdi. Mi sono concentrato, ho immaginato, e quando Alberti se n'è andato, il progetto era pronto». Nascono cosi i progetti di uno dei più grandi maestri dell'architettura contemporanea. Uh pensiero profondo, suggeritogli dalla realtà delle cose, e poi lo schizzo scuro e tormentato. •E' in quel momento che nasce tutto. L'architetto bravo non esiste, e comunque -chiesa di Longarone avevo dato il massimo di me stesso e pensavo di non potere fare altro»). E che spazza, con prepotenza, il vuoto d'un doloroso pensionamento dall'Università. «Mi trasferii da Bologna a Firenze, in questa casa. Dopo tre o quattro giorni venne un tale che mi chiese se avessi voluto occuparmi di una chiesa, già cominciata. Era quella dell'Autostrada. Quando vidi il posto, grigio e pesante, pieno di macchine, mi dissi: devo fare un oggetto aereo, trasparente, che contrasti con tutto il resto. Pensai ad un olivo, ad un filo d'erba, ad una tenda da campo, all'orto di Getsemani...». Ed ecco che, sofferta e combattuta, ma originale, la chiesa viene fuori nel 1064. Si fa strada 11 concetto dell' «opposizione, dell'inaspettato», che guiderà d'ora in poi tutti 1 progetti civili e religiosi. La chiesa di Borgo Maggiore a 8. Marino, ad esemplo. Michelucci la ricorda divertito. «Afi erano state date due strade, a quota diversa, una sei metri più alta dell'altra. Lì dovevo fare la chiesa. Come? O non faccio la chiesa, 0 faccio passare le strade dentro là chiesa. Tra le due strade etra il paesaggio, bellissimo. Che ne faccio? Lo butto via?». Sceglie di fare la chiesa con dentro le strade, e di far vedere il paesaggio. Viene fuori nel 1962 una complessa e sorprendente costruzione su due livelli, con due ingressi, uno sopra e l'altro sotto, e possibilità di visioni da tutte le parti, attraverso finestre e ballatoi. Movimentata, dinamica, «una cosa strana» per l'arcivescovo esterrefatto che veniva a consacrarla. La chiesa, per Michelucci, è una grande casa. • Un discorso valido per tutto». Per una banca anche. Come quella, finita nell'83 per il Monte dei Paschi a Colle Val d'Elsa. Una banca contraria a tutte le regole correnti «Chi si aspetterebbe di trovare a piano terra» continua con entusiasmo «anziché II solito, chiuso, respingente salone, una bella piazza aperta come le antiche logge dei mercanti? Con un bar, e dove 1 bambini possono giocare a pallone? E poi la banca vera e propria ai piani superiori, tutti aperti e vivibili, affacciati al paesaggio circostante? LI l'impiegato di banca ed il cliente possono ridiventare due amici che fumano e guardano fuori». Maurizia Tazartes

Persone citate: Giovanni Michelucci, Maurizia Tazartes, Michelucci, Monteverdi, Pistola