Perché la Cia non passò dagli 007 ai Rambo

Perché la Cia non passò dagli 007aiRambo Perché la Cia non passò dagli 007aiRambo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il giorno che lasciò la Casa Bianca, allo scoppio dello scandalo Irangate, il colonnello North ricevette un'inattesa offerta di lavoro. Mentre la bellissima Faum Hall, la segretaria, nascondeva i documenti più pericolosi «sul fondo della schiena», come dichiarò poi al Congresso con un sorriso castigato, il telefono squillò. Era William Casey, «Urte te Bill., zio Bill, il direttore della Cia. «Olile, disse subito, siamo nei pasticci. Ma una volta passata la tempesta ti voglio nel servizio segreto. Ti assicuro che è meglio del governo». North tacque, colto di sorpresa. «Tra qualche mese, proseguì William Casey, la Cia compie quarant'anni. Ha bisogno di rivitalizzarsi, le serve sangue giovane. Che cosa te ne pare?». TI colonnello non rispose. Ma se .Uncle Bill, fosse ancora vivo — è morto di un tumore a maggio — senza duhbio il Servizio segreto americano starebbe adesso passando dai James Band ai Rombo. Nel suo quarantennale, che è scaduto il mese scorso, Casey avrebbe realizzato il suo disegno: fare della Cia un centro di potere occulto e autonomo, una sorta di giunta o governo nel governo come ha protestato il senatore Inohue, coi suoi leader, le sue forze armate, le sue forze dell'ordine. mOlUe. North, cresciuto nel disprezzo della classe politica dai tempi del Vietnam come William Casey dai tempi della seconda guerra mondiale, ne sarebbe stato l'emblema. Uomo d'azione e ài rivincita, avrebbe presentato al mondo un volto nuovo dell'America: quello del gigante a cui tutti è lecito, perché ti di sopra della democrazia e della legge. Alle udienze del Congresso sull'lrangate, gli uomini del Servizio segreto, e per qualche giorno anche il colonnello North, hanno deposto a porte chiuse. Soltanto tra parecchi anni si saprà pertanto come si sarebbe configurata la Cia di -Uncle Bill.. •E' una fortuna», ha dichiarato James Schlesinger, uno dei suoi ex direttori, ex ministre^ della Difesa e dell'Energia, «che il quarantennale non coincida con la metamorfosi auspicata da Casey». Per una delle frequenti ironie della storia, Reagan ha infatti dovuto mettere a capo della Cia un giudice assurto a simbolo di giustizia, Webster, lo stesso che in un decennio ha risanato l'Fbi, depurandolo della nociva eredità di Hoover che l'aveva retto come un imperatore per quasi mezzo secolo. Da questo integerrimo grand commis dello Stato, l'America si aspetta che sbarazzi il Servizio segreto dai cospiratori e dai Rambo, e che vi ripristini la legalità e l'ordine. Paradossalmente, nella vicenda americana, l'Irangate è destinato a emergere come il momento in cui la Cia, compiuti i quarantanni, è entrata nella maturità. Già ristrutturato sulla scia del Watergate quindici anni or sono, il Servizio segreto americano va incontro alla sua istituzionalizzazione come organo informativo del governo da una parte e serbatoio di cervelli dall'altra. Washington. Fawn Hall, che fu partire-da Eisenhower. L'obiettivo di Webster è di trasformarla ora in un punto di riferimento irrinunciabile del processo decisionale del poteri legislativo ed esecutivo. Nel sistema sovietico, il Kgb fa paura, condiziona il regime e potrebbe soppiantarlo; In quello italiano le deviazioni del Sismi hanno adombrato un golpe; la Cia, come la immagina il giudice, dovrebbe essere invece parte non sospetta delle strutture costituzionali. Per riassùmere la storia della Cia, spiega Schlesinger, pi vorrebbe una serie di volumi. Schlesinger ne sa qualcosa: assuntane la guida nel 73, scoprì di aver messo il piede «in un nido di vipere». Era un outsider, uno che non faceva parte del sistema e la pagò cara. Sostituì 1400 persone, e dopo cinque soli mesi fu chiamato ad altro incarico. Non a caso, il suo posto andò a William Colby, che era cresciuto nel Servizio segreto e che richiamò molti li¬ segretaria del colonnello North cenziati, presiedendo al più traumatico rinnovamento della Cia dopo l'assassinio di Allende in Cile e la caduta di Saigon. Sulla base di quelli e altri clamorosi eventi, anteriori e posteriori, dalla fallita invasione di Cuba nel '61 ai recenti pasticci in Centro America, il mondo si è abituato a considerare la Cia un incrocio tra un grande inquisitore e una potenza perversa. Ancora oggi, se una malefatta internazionale reca il timbro «made in Usa» l'attribuzione alla Cia è inevitabile. Tale giudizio si scontra con la realtà storica. La Cia non nacque quale bieco strumento di controllo del mondo esterno da parte della superpotenza, ma per un impulso idealistico dei protagonisti della seconda guerra mondiale trovatisi privi di strutture di sorveglianza del nemico. Fu merito di un avventuroso generale, Bill Donovan detto II Selvaggio, se nel corso dei conflitto essi costituirono un corpo di agenti coraggiosi e abili. Donovan non tardò a capire che dopo la Germania l'America avrebbe dovuto fare i conti con la Russia e nel novembre del '44 esortò il presidente Usa Roosevelt a mantenere in vita l'organismo già costituitosi, gli Overseas Special Services. Ma il generale aveva un formidabile nemico: il leggendario capo dell'Fbi Hoover, che aveva guidato la polizia federale in alcune imprese segrete in America Latina e aspirava a fare della sua agenzia un «grande fratello, americano. Hoover consegnò un memorandum di Donovan al giornale di Chicago, il Tribune, e questi denunciò pubblicamente il disegno di formare «una Gesta po Usa». L'atto di nascita ufficiale della Cia fu così rinviato all'agosto del '47, al varo della legge sulla sicurezza nazionale, con cui il presidente Truman istituì la Central Intelligence Agency, inquadrandola nel sistema di difesa americano. Truman ne affidò il controllo al Consiglio di sicurezza nazionale, diretto da uomini resi famosi ai nostri giorni dall'Irangate come McFarlane e Poindexter, e in passato da grandi politici quali Henry Kissinger. Intelligence, che coordina tutte le attività clandestine del governo americano. Nel suo quarantennale, vale la pena di ricordare una delle prime imprese della Cia. Fu l'Operazione-Italia, varata nel dicembre del '47, per impedire che i comunisti vincessero le elezioni. Anziché alla Cia, appena nata, e ancora gracile, l incarico fu affidato a un organismo segreto parallelo, e fu portato a buon compimento da un curioso personaggio, James Angleton, illustre italianista, fondatore della rivista letteraria n furioso. Angleton, che durante la guerra aveva combattuto con i partigiani e le truppe americane in territorio italiano, finanziò con discrezione i partiti di centro, badando a che non venisse leso il prestigio di De Gasperi, garantì aiuti economici e alimentari, e impostò una dura propaganda anticomunista. Se il giudice Webster riuscirà nella sua opera, per la Cia sarà un ritorno alle origini. Pochi sanno che all'inizio degli Anni 50 essa fu tra i principali oppositori del maccartismo, la caccia alle streghe comuniste negli Stati Uniti. Affidato ad Alien Dulles, il fratello dell'alloro segretario di Stato Poster Dulles, uomo forte e deciso, il servizio segreto contestò l'operato del senatore McCarthy, che l'aveva definito «un'agenzia rossa». Quando nel '52 il senatore chiese la testa di un giovane funzionario della Cia, il socialista George Bundy, Dulles si recò nel suo ufficio, e lo diffidò «dall'esagerare». Da quel giorno, McCarthy non toccò più il servizio segreto americano. Nemmeno un decennio più tardi, George Bundy divenne il direttore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca del presidente Kennedy. Perché la Cia non passò dagli 007aiRambo Perché la Cia non passò dagli 007aiRambo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il giorno che lasciò la Casa Bianca, allo scoppio dello scandalo Irangate, il colonnello North ricevette un'inattesa offerta di lavoro. Mentre la bellissima Faum Hall, la segretaria, nascondeva i documenti più pericolosi «sul fondo della schiena», come dichiarò poi al Congresso con un sorriso castigato, il telefono squillò. Era William Casey, «Urte te Bill., zio Bill, il direttore della Cia. «Olile, disse subito, siamo nei pasticci. Ma una volta passata la tempesta ti voglio nel servizio segreto. Ti assicuro che è meglio del governo». North tacque, colto di sorpresa. «Tra qualche mese, proseguì William Casey, la Cia compie quarant'anni. Ha bisogno di rivitalizzarsi, le serve sangue giovane. Che cosa te ne pare?». TI colonnello non rispose. Ma se .Uncle Bill, fosse ancora vivo — è morto di un tumore a maggio — senza duhbio il Servizio segreto americano starebbe adesso passando dai James Band ai Rombo. Nel suo quarantennale, che è scaduto il mese scorso, Casey avrebbe realizzato il suo disegno: fare della Cia un centro di potere occulto e autonomo, una sorta di giunta o governo nel governo come ha protestato il senatore Inohue, coi suoi leader, le sue forze armate, le sue forze dell'ordine. mOlUe. North, cresciuto nel disprezzo della classe politica dai tempi del Vietnam come William Casey dai tempi della seconda guerra mondiale, ne sarebbe stato l'emblema. Uomo d'azione e ài rivincita, avrebbe presentato al mondo un volto nuovo dell'America: quello del gigante a cui tutti è lecito, perché ti di sopra della democrazia e della legge. Alle udienze del Congresso sull'lrangate, gli uomini del Servizio segreto, e per qualche giorno anche il colonnello North, hanno deposto a porte chiuse. Soltanto tra parecchi anni si saprà pertanto come si sarebbe configurata la Cia di -Uncle Bill.. •E' una fortuna», ha dichiarato James Schlesinger, uno dei suoi ex direttori, ex ministre^ della Difesa e dell'Energia, «che il quarantennale non coincida con la metamorfosi auspicata da Casey». Per una delle frequenti ironie della storia, Reagan ha infatti dovuto mettere a capo della Cia un giudice assurto a simbolo di giustizia, Webster, lo stesso che in un decennio ha risanato l'Fbi, depurandolo della nociva eredità di Hoover che l'aveva retto come un imperatore per quasi mezzo secolo. Da questo integerrimo grand commis dello Stato, l'America si aspetta che sbarazzi il Servizio segreto dai cospiratori e dai Rambo, e che vi ripristini la legalità e l'ordine. Paradossalmente, nella vicenda americana, l'Irangate è destinato a emergere come il momento in cui la Cia, compiuti i quarantanni, è entrata nella maturità. Già ristrutturato sulla scia del Watergate quindici anni or sono, il Servizio segreto americano va incontro alla sua istituzionalizzazione come organo informativo del governo da una parte e serbatoio di cervelli dall'altra. Washington. Fawn Hall, che fu partire-da Eisenhower. L'obiettivo di Webster è di trasformarla ora in un punto di riferimento irrinunciabile del processo decisionale del poteri legislativo ed esecutivo. Nel sistema sovietico, il Kgb fa paura, condiziona il regime e potrebbe soppiantarlo; In quello italiano le deviazioni del Sismi hanno adombrato un golpe; la Cia, come la immagina il giudice, dovrebbe essere invece parte non sospetta delle strutture costituzionali. Per riassùmere la storia della Cia, spiega Schlesinger, pi vorrebbe una serie di volumi. Schlesinger ne sa qualcosa: assuntane la guida nel 73, scoprì di aver messo il piede «in un nido di vipere». Era un outsider, uno che non faceva parte del sistema e la pagò cara. Sostituì 1400 persone, e dopo cinque soli mesi fu chiamato ad altro incarico. Non a caso, il suo posto andò a William Colby, che era cresciuto nel Servizio segreto e che richiamò molti li¬ segretaria del colonnello North cenziati, presiedendo al più traumatico rinnovamento della Cia dopo l'assassinio di Allende in Cile e la caduta di Saigon. Sulla base di quelli e altri clamorosi eventi, anteriori e posteriori, dalla fallita invasione di Cuba nel '61 ai recenti pasticci in Centro America, il mondo si è abituato a considerare la Cia un incrocio tra un grande inquisitore e una potenza perversa. Ancora oggi, se una malefatta internazionale reca il timbro «made in Usa» l'attribuzione alla Cia è inevitabile. Tale giudizio si scontra con la realtà storica. La Cia non nacque quale bieco strumento di controllo del mondo esterno da parte della superpotenza, ma per un impulso idealistico dei protagonisti della seconda guerra mondiale trovatisi privi di strutture di sorveglianza del nemico. Fu merito di un avventuroso generale, Bill Donovan detto II Selvaggio, se nel corso dei conflitto essi costituirono un corpo di agenti coraggiosi e abili. Donovan non tardò a capire che dopo la Germania l'America avrebbe dovuto fare i conti con la Russia e nel novembre del '44 esortò il presidente Usa Roosevelt a mantenere in vita l'organismo già costituitosi, gli Overseas Special Services. Ma il generale aveva un formidabile nemico: il leggendario capo dell'Fbi Hoover, che aveva guidato la polizia federale in alcune imprese segrete in America Latina e aspirava a fare della sua agenzia un «grande fratello, americano. Hoover consegnò un memorandum di Donovan al giornale di Chicago, il Tribune, e questi denunciò pubblicamente il disegno di formare «una Gesta po Usa». L'atto di nascita ufficiale della Cia fu così rinviato all'agosto del '47, al varo della legge sulla sicurezza nazionale, con cui il presidente Truman istituì la Central Intelligence Agency, inquadrandola nel sistema di difesa americano. Truman ne affidò il controllo al Consiglio di sicurezza nazionale, diretto da uomini resi famosi ai nostri giorni dall'Irangate come McFarlane e Poindexter, e in passato da grandi politici quali Henry Kissinger. Intelligence, che coordina tutte le attività clandestine del governo americano. Nel suo quarantennale, vale la pena di ricordare una delle prime imprese della Cia. Fu l'Operazione-Italia, varata nel dicembre del '47, per impedire che i comunisti vincessero le elezioni. Anziché alla Cia, appena nata, e ancora gracile, l incarico fu affidato a un organismo segreto parallelo, e fu portato a buon compimento da un curioso personaggio, James Angleton, illustre italianista, fondatore della rivista letteraria n furioso. Angleton, che durante la guerra aveva combattuto con i partigiani e le truppe americane in territorio italiano, finanziò con discrezione i partiti di centro, badando a che non venisse leso il prestigio di De Gasperi, garantì aiuti economici e alimentari, e impostò una dura propaganda anticomunista. Se il giudice Webster riuscirà nella sua opera, per la Cia sarà un ritorno alle origini. Pochi sanno che all'inizio degli Anni 50 essa fu tra i principali oppositori del maccartismo, la caccia alle streghe comuniste negli Stati Uniti. Affidato ad Alien Dulles, il fratello dell'alloro segretario di Stato Poster Dulles, uomo forte e deciso, il servizio segreto contestò l'operato del senatore McCarthy, che l'aveva definito «un'agenzia rossa». Quando nel '52 il senatore chiese la testa di un giovane funzionario della Cia, il socialista George Bundy, Dulles si recò nel suo ufficio, e lo diffidò «dall'esagerare». Da quel giorno, McCarthy non toccò più il servizio segreto americano. Nemmeno un decennio più tardi, George Bundy divenne il direttore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca del presidente Kennedy.