Lo svizzero ha ceduto elicotteri agli iraniani di Claudio Giacchino

lo svizzero ha eeduio elicotteri agli iraniani Interrogato a Torino il trafficante arrestato lo svizzero ha eeduio elicotteri agli iraniani Si difende: «Li dovevano impiegare per scopi civili» TORINO — Il commerciante d'armi svizzero Walter Demuth veniva spesso a Torino. Sabato, quando è stato arrestato, stava trattando la vendita di quattro •Mirage* usati ed uno nuovo ad un Paese africano che avrebbe poi provveduto a far giungere gli aerei da guerra di fabbricazione francese all'Iran. Il mediatore che era insieme a Demuth quando sono entrati in azione gli agenti della Dlgos è un cittadino straniero. -Anch'egli viene spesso a Torino — hanno detto gli inquirenti — perché qui possiede una casa. Non è stato arrestato, a suo carico non c'è nulla. In tutta questa complicata vicenda non esiste il minimo collegamento con industrie italiane. Al momento, non risulta che Demuth abbia commesso reati che possano interessare la nostra giustizia*. Queste le ultime novità scaturite dall'inchiesta su Walter Demuth. Il commerciante svizzero è stato interrogato ieri pomeriggio, alla presenza del proprio avvocato Cesare Giordanengo, dal sostituto procuratore della Repubblica Vittorio Russo. Il colloquio è durato mezz'ora, il magistrato ha notificato al trafficante il mandato di cattura internazionale spiccato dal distretto orientale del tribunale di New York il 20 agosto scorso per .«esportatone illegale di materiale militare e truffa nei confronti del governo americano*. Demuth s'è professato innocente: «Non so nulla di questa storia. Tempo fa mi sono limitato a vendere al regime di Khomeini tre elicotteri, dovevano essere usati soltanto per scopi civili: secondo gli accordi, sarebbero dovuti servire per prospezioni petrolifere al largo delle coste iraniane. Se, dopo, sono stati impiegati a fini bellici il sottoscritto non c'entra niente*. Poi, ha spiegato se stesso: •Più che commerciante sono un imprenditore. Ho fondato, e ne sono anche il presidente, la "Helitrade": la compagnia ha sede a. Berna ed opera nel campo degli elicotteri. Fa capo alla casa madre "Heliswiss", specializzata nell'affitto dei velivoli*. Nella capitale elvetica Juerg Rie di, membro del consiglio d'amministrazione della «Heliswiss», ha confermato le parole di Demuth: 'Walter è un grande esperto d'elicotteristica, è stato a lungo nostro capo-pilota. Da trent'anni abbiamo rapporti con clienti privati e governativi dell'Iran. E' vero che la "Helitrade" ha venduto tre elicotteri Bell per scopi non militari*. In Svizzera l'arresto del commerciante-imprenditore ha suscitato vasta eco. Opposte le reazioni di giornali e fonti ufficiali. Nelle redazioni, la cattura non è stata un fulmine a eie 1 sereno. Già nella primavera scorsa, un quotidiano aveva collegato 11 nome di Demuth alla vendita illegale di armi agli iraniani. A luglio, 11 «Sonntag Blick» aveva addirittura pubblicato la notizia che il trafficante avrebbe tentato di far arrivare al regime di Khomeini 1250 missili «Tow»: il carico avrebbe dovuto viaggiare sotto la copertura: •Elevatori meccanici*. Sempre secondo il giornale, questo colossale affare di centinaia di miliardi sarebbe andato in fumo e per Demuth 'Sarebbe stato un grosso occhio nero economico*. Per il ministero dell'Interno e quello della Giustizia di Berna, invece, il caso Demuth è una novità- «A noi non risulta assolutamente nulla a carico di questo signore — Ma dichiarato un portavoce del ministro della Giustizia — Ignoravamo che contro di lui ci fosse un mandato di cattura internazionale. Forse, perché il mandato è stato notificato soltanto ai Paesi terzi. D'altronde, se l'avessimo saputo, avremmo subito provveduto; Demuth infatti non si nascondeva*. Analoga, sorpresa reazione al dicastero dell'Interno: «Non risulta che la "Helifrade" o Walter Demuth abbiano violato la legge federale sul.materiale bellico*. Il portavoce ha spiegato che il commercio delle armi destinate ai Paesi in crisi non rientra nel rigori della legge se le armi commerciate clandestinamente non transitano attraverso la Svizzera. Smentito, infine, qualsiasi collegamento tra il fondatore della «Helitrade» e Aldo Anghessa, il mediatore italiano al centro del traffico d'armi su cui indaga la magistratura di Massa. A luglio, proprio Anghessa aveva passato informazioni top-secret agli inquirenti svizzeri sul commercio d'armi. Era stata aperta un'Inchiesta contro ignoti. 'Inchiesta in cui non è mai entrato il nome di Demuth* hanno garantito al ministero dell'Interno. Stamane Demuth sarà interrogato dal sostituto procuratore di Torino Giuseppe Marabotto, il giudice ha esaminato le agende, i telex e le lettere sequestrati al commerciante. Se davvéro il trafficante non ha commesso reati in Italia, sarà l'ultimo Interrogatorio. Poi, comincerà la lunga battaglia legale sull'estradizione. Claudio Giacchino