Niente aeroplanini su Mosca Sfumata la pretesta per Rust di Emanuele Novazio

Niente aeroplanini su Mosca Sfumata la pretesta per Rust Velivoli di carta dovevano essere lanciati sull'Arbat da dissidenti Niente aeroplanini su Mosca Sfumata la pretesta per Rust Troppi miliziani in piazza: il capo del «Gruppo fiducia» rinuncia - Sei fermi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Avrebbe dovuto essere una cascata di aeroplanini di carta, un migliaio almeno; e sull'Arbat, nel centro di Mosca: tutti con un appello per la liberazione di Mathias Rust, condannato a quattro anni di campo di lavoro per essere atterrato con un Cessna sulla Piazza Rossa, il 28 maggio scorso. Invece, il dissidente Alexander Bogdanov, venuto da Leningrado per animare la protesta, ci ha rinunciato: sull'Arbat, domenica sera, c'erano troppi miliziani. • Bogdanov è subito ripartito per Leningrado. Altri sei membri del «Gruppo fiducia», al quale appartiene anche lui, sono stati fermati: una di loro, Rimma Aronova, sulla porta di casa, ma é stata presto rilasciata, secondo il portavoce del grup¬ po Andrei Krikov. Gli altri, tra 1 quali la moglie di Krikov, sono stati fermati domenica sera sull'Arbat, e ieri erano ancora trattenuti, sempre secondo Krikov: la legge consente un fermo di quarantotto ore nei casi di sospetto teppismo. Che la vicenda del pilota tedesco potesse diventare elemento di disturbo, di tensione interna, l'elemento scatenante di una protesta frammentaria ma potenzialmente anche diffusa, lo si era capito subito, non appena resa nota la sentenza di condanna per Mathias Rust, il pomeriggio del 4 settembre. Quel giorno, un giovane sovietico di nome Sacha, anche lui arrivato da Leningrado, aveva avvicinato Monika Rust, la madre di Mathias, davanti alla sede della Corte suprema dell'Urss, dove il processo si era da poco concluso. Le aveva preso la mano e aveva gridato: «Gorbaciot» capirà-, •Mathias si è battuto per la libertà», •Mathias si è battuto per la nostra libertà». Anche quel giovane aveva con sé degli aerei di carta, e ne aveva lanciati una decina sulla signora Rust. Senza incidenti, senza che nessuno lo fermasse o lo allontanasse: il giovane se ne era andato da solo, tra la curiosità dei pochi passanti. Qualcuno aveva perfino creduto che Sacha avesse portato con sé degli appelli in favore di Rust, delle lettere con centinaia di firme. Si trattava soltanto di aeroplanini. Ma, dopo i fatti di domenica sera, gli aeroplanini di carta rischiano di diventare imbarazzanti, per le autorità sovietiche. Rischiano di diventare l'emblema di una nuova protesta: certo poco consistente, poco organizzata, probabilmente casuale, senza neppure grandi ambizioni. Ma piuttosto visibile, piuttosto facile da offrirsi all'immaginazione. E" presto, certo, per parlare di un ^dissenso nel nome di Mathias Rust» e non sarebbe, probabilmente, neppure corretto farlo: perché la manifestazione di domenica sera non è tanto una manifestazione del dissenso, non del dissenso tradizionale almeno. E', soprattutto, una manifestazione di quelle energie sparse, ma poco consistenti e peggio organizzate, che cercano un'espressione, nell'Urss di oggi: un'espressione di vitalità, un'occasione di presenza. Di aeroplanini come quelli dell'Arbat ne vedremo probabilmente ancora. Emanuele Novazio

Persone citate: Alexander Bogdanov, Bogdanov, Mathias Rust, Rust

Luoghi citati: Leningrado, Mosca, Urss