A colloquio con quattro personaggi della politica e della cultura che la domenica si lasciano catturare dal fenomeno-calcio

Torino, due fedi A colloquio con quattro personaggi della politica e della cultura che la domenica si lasciano catturare dal fenomeno-calcio Torino, due fedi H sindaco signora Maria Magnani Noya «La gente torinese sembra meno appassionata al calcio e ho il vantaggio di non dovere parlare di pace. Vorrei che il mio Toro fosse economicamente solido come la Juve» Maria Magnani Nova, sindaco socialista di Torino, prima donna alla massima carica cittadina, tifosa granata come i predecessori Cardetti (stesso suo partito), Novelli (comunista) e Porcellana (democristiano), parla del calcio e della città che riprendono, con il campionato, un flirt, un amore; e la rabbia, anche, di chi del calcio non vuol sapere, o del calcio ha persino paura. Questa volta c'è pure la vicenda dello stadio nuovo, alla Continassa, imminente come costruzione, immanente come spése in ogni discussione, in ogni bilancio anche indiretto. Ma intanto c'è la sensazione che lo stesso calcio in città non appassioni più la gente, come accadeva in un tempo neanche troppo lontano. • E' vero — dice il sindaco — che la gente torinese sembra calcisticamente meno tesa, meno appassionata, diciamo pure meno eccitata che una volta. Novelli e un po'anche Cardetti ogni tanto convocavano, non certamente per divertimento, i presidenti di Torino e Juventus, i capi delle tifoserie, per predicare con loro, e presso appunto le masse, calma e lealtà sportiva. Adesso non avverto francamente tale necessità, ma penso che la gente ragioni meglio non perché si è staccata dal calcio, ma perché si è avvicinata alla logica*. Non andrà allo stadio, oggi, per la prima di campionato, ma non per ragioni di maglie. «Non posso, ho impegni grossi per le celebrazioni di via Roma, ma mi farò viva più di una volta alla partita. E giuro che. pur se sono cresciuta in casa nell'ammirazione per il Grande Torino, spero anche nei successi della Juventus*. Il sindaco è per due squadre forti a Torino, nel senso anche della "sopportabilità" della città nei loro riguardi. «.Pario di sopportabilità economica. Torino non è più una città in declino, molte cose cambiano, si muovono per un nuovo rinascimento. Vorrei che il Torino godesse della tranquillità economica della Juventus: so che è possibile, e con forze economiche cittadine: In Francia intervengono esplicitamente i Comuni, a tenere in piedi certi bilanci di squadre di calcio. A Torino si ebbe un piccolo impegno di questo tipo pro-Toro, anni fa, e fu quasi scandalo. •In Francia i Comuni sono ricchi e possono pure essere agilissimi in materia di contributi. Da noi questa è pura teoria. Però non nego che, in condizioni di bilancio comunale florido, si potrebbe anche prendere in esame l'aiuto ad una squadra calcistica che è una vetrina della città*. Paure speciali per la ripresa del campionato? •La violenza, si capisce, anche se il fenomeno sembra in stasi o in calo. Fra l'altro certa violenza significa distruzione di beni comuni, del patrimonio cittadino, un minimo di riflessione pratica dovrebbe servire a evitarla o combatterla. Poi il vago timore che certe forme sempre vive di razzismo scelgano magari lo stadio per esprimersi, anche se in fondo Torino, con l'assorbimento . dell'elemento meridionale anche fra le schiere dei tifosi, specie juventini, ha fatto già molto, in senso ovviamente positivo*. Gian Paolo Ormezzano Milano e Juve Nerio Nesi, il presidente della Bnl «Chiedevo autografi a Bici va ti, a Bologna, prima di conoscere Boniperti e tifare Juve. Quando sento parlare dipartite 'irregolari' penso al tradimento nei • confronti degli sportivi» Ormai è un rito: quando Boniperti lo incontra corre ad abbracciarlo. «£' convinto che io porti fortuna alla Juventus e quasi quasi comincio a credere che sia vero*. Nerio Nesi, presidente della Banca Nazionale del Lavoro, quando parla di calcio e soprattutto della Juventus perde la sua compostezza di banchiere collaudato da mille battaglie. Parlerebbe per ore. •Per me il calcio, le ore che precedono la partita sono una cura infallibile contro lo stress della settimana. Quel camminare in mezzo alla gente, l'attesa della gara, le emozioni che rimbalzano dal campo rendono bello un pomeriggio domenicale. Ecco perché mi arrabbio a morte quando si sente di partite irregolari; non immaginano i calciatori quanto male fanno alla gente che crede nel calcio e nello sport. Non c'è niente di più popolare del campionato, cerchiamo di mantenerlo sano*. — Dunque, Boniperti e la Juve. Quando è nato questo amore, quest'amicizia? ••Quand'ero ragazzino a Bologna, dove sono nato, andavo a. cercare gli autografi di Biavati, Reguzzoni ed Andreolo. Poi sono andato alla Rai a Torino, era inevitabile che scoprissi ed amassi la Juventus. Immaginarsi ora che risiedo a Roma per lavoro, ma abito ancora a Torino in piazza Solferino e Torino è una citta che amo molto. Conobbi Boniperti quando lavoravo all'Olivetti, ad Ivrea dove rimasi per 10 anni. Da allora la nostra amicizia si è consolidata: oltre al rito dell'abbraccio c'è una tradizione fra noi, ci scriviamo lettere più o meno lunghe. L'ho fatto anche dopo avere visto la Juventus a Roma contro la Lazio a fianco del'avvocato Agnelli. Mi è sembrata un po' dcbolina a centrocampo ma Boniperti non mi ha ancora risposto*. — Cosa pensa dei favolosi ingaggi riconosciuti a certi giocatori: non le sembrano eccessivi, non rovinano il calcio? • Certo, dal punto di vista delle aspirazioni dei giovani è un grosso errore ma non dimentichiamo che i calciatori sono l'espressione di un grande spettacolo ed anche i divi della televisione oramai sono strapagati. E' una questione di economia di mercato, però deve essere regolata da una norma di vita sportiva*. — Comincia il campionato: come vede le azioni delle favorite? «Dopo quelle della Juventus, mi sembrano in rialzo Milan e Napoli anche grazie al loro bilancio. La società campione ha saputo strutturarsi a sua volta come un'azienda e questo è importante nell'economia del calcio altrimenti si rischia la fine di quelle società che negli ultimi anni hanno pagato a caro prezzo il titolo*. — Qual è l'aspetto negativo del calcio, il particolare che le dà fastidio come spettatore? •L'esasperazione, l'eccesso agonistico. Capisco, comprendo la gioia di certi giocatori dopo il gol ma un eccesso nelle "manifestazioni" può essere pericoloso. Anche in questo la Juventus è maestra: Platini era simpaticissimo coi suoi giochetti, ammiro anche Altobelli, un campione anche sotto questo aspetto: un semplice gesto e via*. Giorgio Gandolfi Caore di Napoli Antonio Ghirelli, giornalista e scrittore «Sarà un anno divertente ma credo sempre nella utilità del terzo straniero. La squadra azzurra è ancora più forte, ma mi preoccupa la salute di Bagni, motore dello scudetto» Antonio Ghirelli aspetta il campionato con l'interesse di sempre. Uomo di lettere, di politica e di tv, non tradisce gli anni del giornalismo che l'hanno portato alla direzione di Tuttosport e del Corriere dello Sport. «Sento che sarà una stagione divertente. Lo ha già anticipato la Coppa Italia. Ma non per la regoletta dei rigori: per i gol degli assi stranieri. Proprio per questo motivo, e per una mia vecchia convinzione, mi schiero dalla parte della Juventus, dalla parte di una liberalizzazione più ampia del mercato, rivolto al .calcio estero.' Del,rèsto la Cee ha norme che vanno rispettate*. Ghirelli è sulla linea Matarrése, anche. Una apertura più ampia basta da sola, oppure ha bisogno di attenzioni collaterali? «Le attenzioni le dovrebbero porre le società, anche per rispetto ai loro investimenti. Mi chiedo se non sia il momento di affiancare garbatamente agli stranieri, che giungono nel nostro Paese, uno psicologo, una persona in grado di attutire le scosse inevitabili provocate dal cambio di ambiente. Anche se il livello culturale dei calciatori aumenta, non si può non capire le difficoltà di ogni tipo — di lingua, di alimentazione, sino ai costumi sessuali — che un ragazzo in arrivo dall'estero si trova di fronte*. Ghirelli parla ancora della violenza («Non è nel calcio, è introdotta negli stadi dalla società*) ma il sangue lo porta ad accalorarsi sul tema Napoli: «La squadra campione si è rafforzata, ma se sono entusiasta di Careca che si è inserito nel blocco con una facilità addirittura impensabile, sono molto preoccupato per Bagni. Si sottolinea so¬ prattutto la sua grinta, ma io lo apprezzo per il gioco, per come lavora anche sui palloni persi, per le sue attenzioni agli schemi: E continua: «Lui, De Napoli e Romano hanno consentito a Maradona di giocare in piena libertà: un particolare di grande importanza. Per me Bagni è mezzo Napoli: se non sta bene, è meglio lo tengano a riposo oppure, se necessario, gli consiglino l'intervento chirurgico. Farlo giocare in cattive condizioni, è rischiare di perderlo a lungo:.. ■ | ;.■ . ,9, .. — Careca. è davvero grande? • Un forte attaccante, mi ha piacevolmente sorpreso la sua adattabilità al 'nostro ambiente. C'era persino il pericolo sottile dell'antagonismo che, non solo nel football, esiste fra il brasiliano e l'argentino. Ma nel triangolo Maradona - Careca - Giordano voglio ricordare l'importanza dell'ultimo. Se ha perso qualcosa delle caratteristiche di cannoniere, ha raddoppiato le sue qualità di uomo-squadra*. — Il Napoli non corre rischi? • La squadra è più forte, anche se aspetto ancora il pieno inserimento di Francini. Non ha giocato molto, ma è chiaro che ci si asvetta molto da lui. Spero però che non manchi l'equilibrio in società: la vicenda Marino non mi è piaciuta. Credevo che il presidente Ferlaino avesse una maggiore esperienza. Poi i fischi a Maradona... Insomma, rischi ce ne sono. Ma si chiamano soprattutto Juve, Milan e Inter, e raccomando di non scordare la Fiorentina. La coppia Baggio-Diaz mi piace*. Bruno Perucca La Roma e bàtta Il parere del sindaco Nicola SignoreUo « Tifo giallorosso ma sono convinto che la capitale possa ospitare tre grandi squadre. Spero non si parli mai più di scandali che tolgono fiducia nel calcio» ROMA — Roma è bella, splendida, affascinante, almeno cosi la vivono i molti turisti e la sentono i residenti, i quali però aggiungono — forse perché la vivono quotidianamente — altre valutazioni: la città è anche caotica, sporca, priva di servizi. A un uomo il compito di farla vivere e sopravvivere a se stessa, di cercare di esaltarne le qualità e mitigarne i difetti. E' Nicola Signorello, sindaco democristiano, succeduto al comunista Vetere, uomo assai legato al mondo dello sport. •Lo sport mi piace, mi esalta. Il successo dei Mondiali di atletica, voluti e portati a Roma da Primo Nebiolo, è stato un punto d'arrivo per la città intera e per chiunque sia appassionato di sport. La partecipazione dei romani è stata prevalente allo stadio, ma quel che secondo me ha contato di più è stata la partecipazione al di fuori dello stadio, l'aver raccolto le migliaia di protagonisti e le decine di migliaia di spettatori con calore e senso di ospitalità*. — Questo era sport diverso, la manifestazione era mondiale. Nel nostro calcio purtroppo le cose vanno in modo .un po' diverso,,da qualche tempo, signor sindaco! •Guardi che la violenza nel calcio ha una piccola base, non coinvolge affatto la massa dei tifosi. Ho letto di violenze, anche romaniste o laziali, fuori città, in trasferta, ma a Roma quando mai sono successi incidenti negli ultimi anni? La sparuta minoranza violenta sparisce nella massa. Se accade un episodio isolato, ha il valore statistico dello scippo in strada o del furto in metropolitana. E' sbagliato esasperare certe situazioni*. — E questo campionato che sta partendo, come andrà a finire? E la Capitale riuscirà ad inserirsi in un discorso di vertice? •Io sono tifoso della Roma, è meglio che lo dica subito cosi mi tolgo il peso nei confronti di tutti. Spero, ma soprattutto credo, che per la Roma possa andar bene, perché ha una bella squadra e Liedholm a me piace, dà fiducia. Lo scudetto non so. E' tanto difficile ripetere quel miracolo perché sono in tante, in troppe, ad aspirare al successo finale. Poi c'è la Lazio che l'anno scorso è riuscita a non retrocedere e quest'anno deve assolutamente salire in serie A. Poi abbiamo anche la piccola realtà della Lodigiani e tante formazioni minori. Londra ha ben più di due squadre, Milano stessa ha il Monza che è arrivato anche alla B, perché Roma non può avere tre poli di interesse calcistico?*. — Quale augurio si sentirebbe dì fare oggi alle squadre romane, a! calcio in genere, a tutto lo sport italiano? •A Roma il calcio è argomento di conversazione, discussione, ironia, interesse e svago. Chi va allo stadio sa tutto, spesso chi non ci va ne sa di più. Spero che i risultati siano buoni per tutti, ma spero, per il bene del calcio, che non affiorino più scandali come quelli recenti che minano la credibilità di tutta una disciplina. Allo sport italiano non posso far altro che l'augurio che i Mondiali di calcio del "90 possano suscitare gli stessi entusiasmi e consensi che hanno portato i Mondiali di atletica leggera. Entusiasmo e consenso che poi in definitiva viene a cadere su di noi, su Roma*. ^ vjg|