«E' inutile solo svalutare» di Valeria Sacchi

«E' inutile solo svalutare» Franco Modigliani e Cesare Romiti al convegno di Villa d'Este «E' inutile solo svalutare» Per ambedue i relatori occorre abbinare dei correttivi alla politica dei redditi per rendere più competitivo l'export - Il nodo del costo lavoro DAL NOSTRO INVIATO VILLA D'ESTE — «E mi raccomando, sia chiaro: niente svalutazione senza correttivi di politica dei redditi». E' questa la raccomandazione che Franco Modigliani ripete mentre, al secondo suono del gong, si avvia verso la sala che riunisce i top della finanza e dell'industria nel tradizionale workshop annuale dello Studio Ambrosettl, quest'anno dedicato a «Lo scenario di oggi e di domani ai fini delle strategie aziendali». Modigliani si è tppena alzato da tavola dove, con Cet are Romiti, Guido Carli (quest'ultimo quasi sempre silenzioso) e .Innocenzo Cipolletta, ha dedicato il lunch a un incontro informale con alcuni giornalisti. Temi: svalutazione e costo del lavoro, disoccupazione, dollaro, prospettive. SVALUTAZIONE E COSTO DEL LAVORO — La domanda sulla svalutazione tocca per primo a Romiti il quale risponde: 'Il problema è semplice: abbiamo perso competitività all'esportazione soprattutto in ragione di cambio. Il problema va riaggiustato, ma non si ottiene questo solo con la svalutazione. E' un problema mondiale e va articolato. In Italia la preoccupazione della Confindustria è per il costo dei lavoro, doppio di quello della Germania, e sono necessarie misure contenitive. La svalutazione si fa solo in caso di febbre alta». La conferma di questo costo viene anche dalle proiezioni 1988 dello Studio Ambrosetti, presentate all'apertura del seminario da Angelo Tantazzi. Esse Indicano, anche per il prossimo anno, una variazione tendenziale del salario superiore di due punti e mezzo rispetto all'inflazione: 8-8,5 contro il 5,5-6,5 di aumento dei prezzi al consumo. .Le esportazioni italiane creano pixt- blemi — spiega Modigliani —, la bilancia dei pagamenti è in difficoltà, anche a causa della liberalizzazione in atto. Questo suggerisce che esista la possibilità per una certa svalutazione della lira, ma essa non serve a nulla se non è accompagnata da un appropriato contenimento salariale: La priorità, dunque, secondo l'economista italo-americano, deve andare a quest'ultimo aspetto, poiché 'la svalutazione è una misura che va solo a danno di qualcuno: DOLLARO — E la debolezza del dollaro? 'L'attuale svalutazione del dollaro non è sufficiente — sostiene Modigliani — soprattutto dopo anni di sopravvalutazione cosi profonda nei quarti, tra l'altro, si sono creati grossi interessi legati a questo rialzo. Un calcolo esatto è difficile, ed è probabile che il dollaro possa anche scendere troppo, per riaggiustarsi intorno a un deprezzamento ulteriore del 10-20% rispetto ai valori attuali: Modigliani critica poi aspramente la proposta di legge, attualmente all'esame del Congresso, che vorrebbe creare barriere all'importazione da quei Paesi che sono in surplus bilaterale rispetto agli Usa. DISOCCUPAZIONE — E' questo un tema caro a Modigliani che afferma: «In Italia essa ha raggiunto un livello pauroso, e le prospettive sono terribili perché, mentre nel passato il problema era grave anche in altri Paesi europei, oggi siamo rimasti secondi dopo la Spagna, con un distacco notevole rispetto agli altri Paesi Cee: Romiti corregge questo pessimismo: 'Prima di tutto osserva — bisogna prendere questi dati nei diversi contesti: al Nord la domanda supera l'offerta anche nella mediobassa mano d'opera, per non parlare degli specializzati. Poi dobbiamo ricor¬ dare di avere circa un milione e mezzo di stranieri. Infine molti disoccupati sono sottoccupati..Cipolletta aggiunge che l'I 1,6% del dato nazionale va diviso tra il 7-8% del Nord e il 15-16% del Sud e che al problema contribuisce in modo determinante la massiccia richiesta di lavoro delle donne: la disoccupazione maschile è intorno al 3%. Modigliani ascolta ma non sembra convinta' .Grave è comunque il fatto che aumenti. Al Sud resta un problema di massa.. DEBITO PUBBLICO — Contrariamente al passato, pur riconoscendo che il deficit italiano rimane «un problema enorme, senza soluzione in vista» Modigliani aggiunge che «io sua entità è esagerata e gonfiata dal fatto che la spesa pubblica contiene la spesa in conto capitale e l'inflazione». PROSPETTIVE — .Nel 1976, quando venni per la prima volta allo Studio Ambrosetti, l'Italia, che era stata negli Anni Cinquanta una success fui story, si trovava a un punto molto basso — ricorda Modigliani —. Si erano fatte troppe stupidaggini: basti pensare alla scala mobile o a slogan come: salario variabile indipendente. Dopo, a partire dal 1980, c'è stato un ritorno al buon senso, e il Paese è in progresso continuo. La sola cosa che sciupa questo periodo è la disoccupazione crescente». Romiti è d'accordo: -Negli Anni Settanta abbiamo rischiato di distruggere quello che avevamo costruito. Dall'Ottanta abbiamo ripreso a marciare. Ma oggi il terreno guadagnato possiamo perderlo rapidamente. Nei mercati aperti siamo tutti uguali, e nessuno può permettersi di abbassare la guardia. Ecco perché la battaglia sul costo del lavoro non è di principio, ma reale». Valeria Sacchi

Luoghi citati: Este, Germania, Italia, Spagna