«Spia? No, provocatore » di Cesare Martinetti
ce Spia? No, provocatore » ce Spia? No, provocatore » DAL NOSTRO INVIATO MASSA — «Un agente provocatore: Cosi si è definito Aldo Anghessa nell'esordio delle sue Interminabili undici ore di interrogatorio davanti al giudici di Massa e di Bari. Concordata o no che fosse questa autodefinitone, il particolare rivela un nuovo scorcio dell'inchiesta sul traffico di armi e le sue connessioni mafiose con droga e terrorismo mediorientale. -Agente provocatore; significa che Anghessa si trovava mescolato a mercanti, mafiosi e terroristi per conto del Servizi di Sicurezza e che per essi avrebbe dovuto, probabilmente, smascherare o almeno informare su questi flussi criminali. Un ruolo pericoloso e sul filo del favoreggiamento che Anghessa ha probabilmente condotto con numerosi appoggi, non solo italiani. Ieri si è saputo che nella famosa valigetta abbandonata in un albergo di Bari proprio mentre veniva sequestrata la nave libanse Boustany al largo della costa pugliese, vi erano documenti riservati («confldentlal») che riguardano oltre alla Valsella (nove fogli), la Misar (un foglio) altra azienda bresciana produttrice di mine per metà del capitale Guardini (Gruppo Fiat) esattamente come la precedente e la svedese Bofors (tre fogli).' . Per questo gli svedesi hanno chiesto ieri alla Procura di Massa la trasmissione di alcuni atti dell'inchiesta. Nelle loro indagini sui traffici di armi (e alcune riguardano proprio la Bofors) c'è l'insoluto giallo dell'omicidio di Olof Palme, il premier socialdemocratico, assassinato forse proprio dai mercanti d'armi per la sua opposizione ai traffici. Naturalmente ipotizzare una connessione tra l'inchiesta di Massa e l'omicidio Palme significa azzardare collegamenti che per il momento non sono minimamente provati. Ma il clima e gli intrecci che stanno intorno all'inchiesta di Massa potrebbero davvero portare lontano. D signor Anghessa è infatti, tarato di tutti i suoi molteplici doppi giochi, un uomo di primo piano. Con la possibilità di chiarire molte cose: per esempio il suo vero ruolo nell'inchiesta del giudice Lama di Massa. E' certo infatti che fu lui stesso a far ritrovare la valigetta abbandonata in albergo con una telefonata ai carabinieri di La Spezia. E' certo ancora che gli ordini di cattura (notificati 24 ore soltanto dopo il ritrovamento della valigetta) erano già pronti, nonostante che il giudice abbia affermato che alcune prove decisive stavano proprio nella misteriosa valigetta, Anche per chiarire questi interrogativi il sostituto Procuratore Lama sarà convocato nei prossimi giorni alla Procura Generale di Genova, da cui dipendono gli uffici giudiziari di Massa, Ma intanto l'inchiesta va avanti e domani mattina alle 10, probabilmente nella caserma dei carabinieri di La Spezia, il sostituto Procuratore Lama interrogherà Ferdinando e Giovanni Borletti, presidente e direttore generale della Valsella, l'azienda bresciana che è accusata di aver esportato illegalmente armi. Infine, la Diocesi di Massa, attraverso il suo vesce vo Bruno Tommasi, che ha fama di prelato «progressista», ha diffuso una lettera «alla comunità dei Credenti» per appoggiare l'opera del sostituto Procuratore Augusto Lama, minacciato nel giorni scorsi dalla mafia insieme alla moglie. Cesare Martinetti
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