Consulto tra Marine alleate di Mario Ciriello
Consulto tra Marine alleate La Royal Navy si avvia a coordinare le attività delle piccole flotte Consulto tra Marine alleate DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Con un inatteso gesto di franchezza, il ministero britannico della Difesa ha ieri confermato l'inizio di consultazioni, a livello tecnico, tra la Royal Navy e le altre Marine occidentali nel Golfo. Ufficiali britannici si sono già incontrati giovedì, a Londra, con ufficiali olandesi _er belgi. '^gitali colloqui' a^erijm'na tra breve con i francesi. E gli ììitìffiatil? -Certq^^rlfif^io, anche con gli italiani*, ci ha risposto un cordiale funzionario. Quando? -A tempo debito», In due course. Dove? «Z,o diremo quando lo sapremo». Poi: «Queste consultazioni sono necessarie perché è necessaria una cooperazione». In realtà, non v'è nulla di straordinario. Soprattutto in Italia, si è troppo insistito sulla totale •indipendenza navale» di ogni nazione nel Golfo, confondendo gli ob¬ biettivi delle diverse Marine con le loro necessità logistiche. Quali che siano le loro attività, che saranno determinate dai singoli governi, le varie Marine devono collaborare. Ne sono prova le prossime consultazioni anglo-francesi. Due mesi fa, Londra pareva decisa a non scambiare parola con Parigi, considerata partner pericoloso per i suoi rifornimenti di armi all'Iraq. Ma le esÌ-> genze pratiche della coabita-! zione navale nel' G6»d'hanno spinto in secondo plano le ansie politiche. La Royal Navy ci tiene a sottolineare la tecnicità dei colloqui. Il funzionario ha precisato che le varie consultazioni non avverranno né a livello ministeriale e neppure tra gli alti comandi. Chi saranno allora gli interlocutori? Just the doers, una risposta intelligente, purtroppo ardua a tradursi. -Soltanto coloro che fanno», questi saranno gli interlocu¬ tori, in altre parole gli ufficiali che devono preoccuparsi delle rotte, dei rifornimenti, del segnali, dell'organizzazione del convogli: e, naturalmente, delle mine. La Royal Navy e la U.S.Navy sono già in contatto da tempo. C'è la possibilità che la Royal Navy diventi la coordinatrice delle attività multinanel Golfo? Qualcha, ,tore ne è già'cdhvln-i to: ma sembra un giudizio IfretittHoso. Certo,'"laP'RoyàlNavy è presente nel Golfo da sette anni ed è l'unica Marina che, grazie alle special relatlonship post-imperiali, dispone di basi, soprattutto in Oman, un anglofilo sultanato. (Tacitamente, l'Oman offre facilitazioni, principalmente aeree, anche agli Stati Uniti). L'esperienza britannica nel Golfo è eccezionale: ma le imponenti forze di Washington e Parigi non accetterebbero mal una leadership di Londra. Soltanto Olanda e Belgio potrebbero riconoscere nel Regno Unito un mentore e una guida. Le consultazioni anglobelghe-olandesi di giovedì al ministero britannico della Difesa hanno già rivelato che le due piccole potenze faranno assegnamento sulla Royal Navy per l'assistenza logistica, per 1 rifornimenti, , nohSfié' p^'tetàbuu^'Ie ìaree da' sminare. (L'Ala e Bruxellés'pagheTKnno1 jfér W caftju rante che riceveranno dalle navi-cisterna inglesi. Salderanno 11 conto in seno all'Alleanza Atlantica, mediante procedure già esistenti). Belgi e olandesi, che manderanno soltanto dragamine, chiedono infine di essere protetti da eventuali attacchi dal cielo e dal mare. La Royal Navy ha promesso agli alleati che li difenderà, soprattutto nelle rischiose acque dello Stretto di Hormuz. Mario Ciriello
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