Si è costituito ma risultava già arrestato di Cesare Martinetti

SI è costituito ma risultava già arrestato SI è costituito ma risultava già arrestato DAL NOSTRO INVIATO MASSA CARRARA — Ce un altro .uomo misterioso, ambiguo, forse legato ai ser-. vizi segreti italiani nell'inchiesta di Massa sul traffico clandestino di armi. Si chiama Guido Coduri, ha 32 anni, è nato a Borgo Parlni in provincia di Como da genitori siciliani. Bazzicava in una società di importexport, si faceva vedere in giro con auto di grossa cilindrata e con una sfacciata disponibilità di denaro. Coduri è legato al clan mafioso trapanese del fratelli Minore, quello che tre anni fa ha organizzato la strage di Pizzolungo (tre morti, una donna ed 1 suoi due figli) dove con un'auto bomba cercarono di uccidere il giudice Carlo Palermo che per anni, a Trento, aveva Indagato sui trafficanti di armi. Coduri ieri è stato interrogato dal sostituto procuratore di Massa, Augusto Lama, 11 magistrato che ha dato il via a questa inchiesta con 45 ordini di cattura. Ma la cosa più stupefacente è che ieri il magistrato ha rivelato che Coduri si era costituito ai carabinieri martedì mattina alla Spezia insieme con Aldo Anghessa, l'uomo-chiave dell'inchiesta, il misterioso personaggio che, con il nome di copertura di Gianfranco Torriani, stava collaborando con i nostri servizi di sicurezza all'insaputa del magistrati. n fatto che Lama abbia dichiarato ieri che Coduri si è costituito martedì è stupefacente perché sabato mattina, nella prima conferenza stampa fatta dagli inquirenti all'indomani del 45 ordini di cattura, era stato distribuito ai giornalisti l'elenco degli arrestati. Fra i nomi vi era anche quello di Coduri. Una- bugia o un equivoco? Per ora è soltanto un altro mistero che si aggiunge ad un giallo sempre più intricato. In ogni caso Coduri, al pari di Anghessa, non è stato avaro di parole con il dottor Lama. Ha detto il magistrato al termine dell'interrogatorio: «Ci ha dato spunti interessanti sui traffici di armi, sull'affare Valsella e soprattutto sulle coperture finanziarie che accompagnavano questi movimenti'. Che ruolo aveva Coduri nell'organizzazione? .Doveva promuovere appoggi, legami, coperture di carattere finanziario al gruppo arabo in cui l'Anghessa era inserito». E' il gruppo di terroristi che, come si legge nell'ordine di cattura, staccatosi dal Pronte Popolare della Palestina e avvicinatosi al gruppo più radicale di Abu Nidal, importava armi in Italia (i depositi principali sarebbero in Sicilia e in Lombardia) per rinforzare gli arsenali in vista di una prossima stagione di attentati. Ed è lo stesso gruppo che (come dimostra 11 sequestro della nave libanese «Boustany» al largo di Bari) portava in Italia contemporaneamente la droga. E' qui che entra in gioco la mafia, di cui Coduri sarebbe un tramite: droga in cambio deUa disponibilità di depositi di armi. Il tutto pagato con accrediti su conti svizzeri (a Zurigo) dove sia Anghessa sia Coduri erano di casa. Ma il siculo-comasco interrogato ieri, ha parlato anche della Valsella, l'azienda con capitale metà Borletti e meta Guardini (Gruppo Fiat), accusata di aver «triangolato» con Spagna e Nigeria per inviare mine alla Siria, dove per effetto dell'embargo stabilito dal governo non è possibile esportare armi. dogdsGtsdnhlaaSvgzTl Cosa abbia detto Coduri della Valsella non si sa. Per ora le uniche parole note degli interrogatori che riguardano l'azienda bresciana sono quelle di Ferdinando e Giovanni Borletti, presidente e direttore generale, accusati di esportazione illegale di armi. I Borletti, rinchiusi nel carcere della Spezia, hanno affermato che tutte le vendite della società sono avvenute «con i crismi delle autorizzazioni ministeriali: Saranno Interrogati di nuovo domani. Ma il personaggio più atteso di questo spezzone di inchiesta è Paolo Torsello, amministratore delegato dell'azienda e genero di Ferdinando Borletti. Torsello, perù, come ha confermato ieri il dottor Lama, è •tuttora latitante: Il perno intorno a cui tutto continua a girare rimane Aldo Anghessa, 1 cui rapporti con i servizi di sicurezza, secondo 11 dottor Lama, .sono scaturiti soltanto nell'interrogatorio di mercoledì'. In realtà la storia di quest'uomo è molto più complicata e i più interessati a dipanarla sono i magistrati di Bari, Carlo Maria Capristo e Vincenzo Bisceglie, che l'altro giorno hanno affiancato Lama nel lungo interrogatorio di quello che ormai si può definire un agente se¬ greto. Tra l'altro 1 magistrati baresi hanno preteso, prima di tornarsene in Puglia, di avere una fotografia segnaletica di Anghessa, la cui immagine è stata finora rigorosamente protetta (insieme a quella di Coduri) dal carabinieri che ospitano 1 due nella caserma della Spezia. La foto è stata scattata in procura. Che ruolo giocava davvero questo Anghessa nella eterogenea compagnia di terroristi palestinesi, trafficanti di armi, mafiosi e industriali messa insieme dai 45 ordini di cattura del dottor Lama? E' vero che il sequestro della •Boustany* è stato un incidente di percorso, che la nave avrebbe dovuto approdare alla Spezia, scaricare droga, bazooka, lanciagranate e caricare mine Valsella destinate alla Siria (e di qui forse all'Iran) come fanno capire fonti vicine al carabinieri? E se Anghessa in questo giro, doveva condurre gli inquirenti alla scoperta dei depositi di armi, perché è stato «bruciato»? E' possibile che l'intervento della magistratura di Massa abbia sconvolto il copione di un'operazione sotterranea e segreta. Ora l'intrigo internazionale è diventato un rebus, soprattutto per Augusto Lama che da ieri deve fare i conti anche con le minacce di morte — a lui e alla moglie — firmate dalla «mafia» con due anonime telefonate alle redazioni di «Nazione» e «Tirreno». Cesare Martinetti Aldo Anghessa (a destra) dinanzi a un carro armato in un Paese del Medio Oriente