Ecco la vera Cleopatra, colossei tra kitsch e delirio

Ecco la vera Cleopatra, colossei tra kitsch e delirio Alla retrospettiva Mankiewicz, la versione mai vista del film: 4 ore, molte parole, sfarzo infinito Ecco la vera Cleopatra, colossei tra kitsch e delirio DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Lusso e magnificenza, kitsch e delirio: è come visitare i castelli di Luigi di Baviera, rivedere Cleopatra, film conclusivo della retrospettiva dedicata dalla Mostra a Joseph Mankiewicz. Anzi, vederlo: la versione presentata a Venezia lunga oltre quattro ore, è unica al mondo, mai vista prima n curatore della retrospettiva Simon Mizrahi, che nel 1961-1982 a Cinecittà in vesti di soldato egiziano, fu una delle migliai»- di comparse di Cleopatra, ricorda che Mankiewicz voleva farne due film di due ore e mezzo ciascuno, Cesare e Cleopatra, Marcantonio e Cleopatra. H produttore Zahuck ridusse brutalmente 11 progetto a un unico film di 4 ore e 10, che usci con grande insuccesso: sale vuote e critici aspri, tonfo. .Altra versione, di 3 ore e 12. Altro insuccesso, altri tagli. Altra Cleopatra di 2 ore e mezzo, e neppure quella piacque molto. Del film, ripudiato da Mankiewicz, siamo riusciti a mettere insieme con t'aiuto di un archivista mistico di Los Angeles, Oliver Broom, la versione attuale. Di quella integrale, 5 ore e 10 minuti, restano i materiali girati, negli archivi della Fox: ma chi spenderebbe t 3 milioni di dollari necessari a renderli utilizzabili?: L'amorosa e studiosa filologia riservata sinora ai capolavori del cinema si estende dunque a un'opera definita a suo tempo un polpettone: e magari ne valeva la pena Film cosi non si fanno più e non si faranno mai più: come Nascita di una nazione o Cabiria. Cleopatra è una grande impresa leggendaria nata dal lavoro collettivo di migliala di persone di diverse nazionalità creata artigianalmente dalle mani dell'uomo anziché dall'elettronica degli effetti speciali; come Femmine folli di Strohelm, ha dietro di sé un'epopea di spreco e di censura industriale. Cleopatra segnò 11 tempo di Hollywood-sul-Tevere, invase 1 giornali del mondo con la tempestosa storia d'amore tra i protagonisti Llz Taylor e Richard Burton, forni innumerevoli aneddoti di ingegnosi e strepitosi furti ltaloamerlcanl E' un film schizofrenico, trionfo dello sfarzo e della parola che rispecchia il conflitto tra Hollywood e Mankiewicz: l'azione è poca, immense costruzioni spettacolari da kolossal stanno II a fare da sfondo a un copione tutto teatrale di dialoghi e monologhi, in cui i protagonisti sono talmente verbosi, parlano tanto, che c'è sempre un'ancella o un ufficiale che sollecita: affrettatevi, mia signora; c'è pochissimo tempo. Cesare; è già tardi, i minuti corrono... Ma poi com'è, Cleopatra, a rivederlo o vederlo venticinque anni dopo? E' rosa, color ciclamino: come tanti film d'epoca il cui colore è stato alterato dal tempo, e nonostante 11 correttivo di certi filtri verdi usato a Venezia E' divertente: a dispetto della lunghezza, non t'annoi un minuta E irresistibile, nella versione inglese, l'ilarità ingenua suscitata dalla pronuncia del nomi romani: Slsar per Cesare e Slsèrlan per Cesarione, Cllopatra, Marcantoni, Octévien per Ottaviano, Chezius per Cassio, la battaglia di Filippa! anziché di Filippi, e continui gli Ev, Ave. Liz Taylor gambacorta è piccola forse per la felicità amorosa nel corso del film continua a ingrassare tanto che 1 vestiti non le entrano più e deve venir occultata drappeggiata In camlcionl e mantelli: ma la faccia dalle palpebre d'oro è meravigliosa, la voce bella, e recita bene. Richard Burton, improbabile e spaesato come un calciatore gallese nella Roma imperlale, autobiograficamente ha sempre la coppa di vino in mano, si ubriaca spesso e poi si pente: «Non avrei dovuto bere, oggi*. Rex Harrtson, un Cesare ironico e sottotono, si contorce benissimo nelle crisi di epilessia Grande spettacolo e le co¬ struzioni <f.l Cinecittà restano stupefacenti: il porto di Alessandria la battaglia navale, la reggia di Cleopatra, Roma e 11 suo Senato, n lusso di Cleopatra stordisce gli amanti romani: la sua nave dorata che naviga con vele rosse e remi d'oro è adorna di palme d'oro, coccodrilli d'oro e auree statue di divinità H trionfo di Cleopatra al suo ingresso a Roma è insuperato: danzatrici seminude, danzatori barbari, acrobati e saltatori, nuvole di fumo multicolore, flabelli, una piramide che s'apre al vertice liberando stormi di colombe, trombettieri a cavallo, schiavi africani alla catena che trascinano la Sfinge al sommo della quale stanno su un trono d'oro Cleopatra e suo figlio, tutti vestiti d'oro. «Non s'era mai visto a Roma niente di più bello dai tempi di Romolo e Remo*, è l'azzeccato commento di Burton-Marcantonia Kitsch? Quanto se ne vuole. Cleopatra sguscia dal tappeto avvolta nel quale è stata portata da Cesare, e subito si versa qualcosa da bere; la prima colazione la fa in vestaglia verdeacqua, con lo spacco che denuda la gamba Cesare la chiama • Young Lady*, e lei augura: •Sleep well, Slsar*. dormi bene. Mitridate è vestito come 11 Papa Cesare fa su e giù nervosamente mentre Cleopatra partorisce suo figlia Alla vigilia delle Idi di marza come sinistro presagio cadono le foglie, saettano fulmini, rimbombano tuoni e diluvia: la maga indovina permette a Cleopatra di vedere l'assassinio di Cesare come in diretta tv (il viso angosciato di Liz si sovrappone alla scena sanguinosa d'accoltellamento). «Cosa ti muove, gelosia o politica?», e Cleopatra con altissimo grido: « Tuff'e due!*. Eppure non ai ride, o almeno non molto: venticinque anni dopa il fascino di Cleopatra, la sua leggenda, restano 1 più forti. Lietta Toraabuoni Llz Taylor in «Cleopatra», leggendario e tormentatissimo film