La Vesuvio supermarket per le otto navi italiane di Gigi Padovani

La Vesuvio sonermarket per le otto navi italiane Così la Marina prevede di rifornire la task force La Vesuvio sonermarket per le otto navi italiane Un Tir di provviste alla settimana - Ottimismo sui porti d'appoggio ROMA — Nel gergo di Marina si chiamano 'missioni fuori dagli Stretti: E si intende, come sempre, Gibilterra e Suez. Quando le otto unità al comando di Mariani, forse domenica mattina, usciranno dal Mar Piccolo di Taranto, la macchina organizzativa della Marina dovrà affrontare qualche complicazione in più, rispetto ad una normale crociera di addestramento. Ma allo Stato Maggiore, come gli ufficiali di La Spezia e Taranto che abbiamo interpellato, tendono tutti a smontare 11 pessimismo dei giorni scorsi. Gli appoggi logistici per i rifornimenti, dunque, non dovrebbero mancare alla nostra squadra. • Una nave da guerra è sempre un oggetto un po' ingombrante e non può presentarsi in un porto straniero inaspettata — spiega un comandante della I divisione di La Spezia — quindi solitamente prima il ministero degli Esteri informa la nazione interessata, poi si muove l'addetto navale o militare dell'ambasciata, infine a volte interviene un nostro ufficiale inviato sul posto. Cosi l'incrociatore o la fregata, anche se molto lontana dall'Italia, potrà avere tutta l'assistenza necessaria'. In questa missione verso il Golfo, a 4 mila miglia marine dal Sud Italia, pari a circa 20 giorni di navigazione, i problemi logistici della squadra guidata dal «Grecale» saranno essenzialmente tre: 11 rifornimento di carburante, quello di viveri e il cambio degli equipaggi. -Se una nave è costretta dal mare forza nove a stare alla cappa per diversi giorni — spiegano a La Spezia — la sua autonomia può teoricamente dilatarsi fino ai limiti, ma poi dovrà comunque ricevere aiuti esterni, in gasolio e viveri». E' difficile tirar fuori ad un uomo di mare questo limite teorico, ma si potrebbe dire: una settimana per il carburante e più di un mese per i viveri, a patto che 1 marinai non mangino più né verdura né frutta né carne fresca. Ecco allora l'importanza di un mezzo un po' vecchiotto, che sembra più un mercantile che una unità da battaglia, definito dall'Annuario navale «nave rifornitrice di squadra-. E' il Vesuvio., 4200 tonnellate di stazza, 129 metri «fuori tutto», 140 uomini d'equipaggio, comandato dal capitano di vascello Giuseppe Farneti. Qualcuno lo definisce il 'Supermarket della flotta; al quale dovranno approvvigionarsi le altre sette navi. Spiega un ufficiale del «Vesuvio», attualmente alla fonda nel porto di Taranto: «Possiamo rifornire fregate e cacciamine in navigazione, con i nostri lunghi cavi. In rada le nostre gru possono anche trasferire generi alimentari, derrate, pezzi di ricambio: abbiamo le stive frigorifere piene'. Inutile tentare di parlare Ieri con il commis sarto di bordo: a parte la consegna del silenzio di tutti gli ufficiali, era il più impegnato di tutti a trovare e stivare le provviste per 1200 uomini. Le cifre sugli approvvigionamenti della nave appoggio sono ancora top-secret, ma si può tentare qualche calcolo, in base alle normali razioni milita ri: ci vorranno circa due tonnellate al giorno per far mangiare 1 marinai, cinquemila litri d'acqua, più altri generi d'uso personale. E poi ci sono munizioni, divise, materale bellico. In pratica, un Tir alla settimana per tutta la flotta, salvo imprevisti. Ma anche il «Vesuvio» non ha una autonomia illi¬ mitata. Dovrà quindi appoggiarsi ai porti del Golfo, quelli che dalla Farnesina stanno cercando di contattare. Dopo il primo giro di sondaggi, la Farnesina ha un primo bilancio positivo: nessun «no» all'Italia per avere «punti di appoggio», ma non «basi» vere e proprie. •Sono navi attrezzate per stare in mare per lungo tempo», spiegano allo Stato Maggiore. E ricordano la missione che già Impegnò la nostra Marina ac canto agli uomini di Angloni: 'Abbiamo avuto da due a sei navi in Libano, tra le cannonate di Beirut. Era una situazione anche più calda di questa del Golfo, per loro». 'Il Grecale è stato in Cina, due fregate della stessa classe Maestrale, la Espero e la Euro, stanno tornando dal Mar della Piata argentino — ricorda un altro ufficiale del comando di La Spezia —, questa missione non è molto diversa da quelle crociere». Nel Golfo ci sono già una trentina di mezzi navali, tra americani, francesi Inglesi, It'Armada mandata da Parigi può basarsi su Gibuti, nel Golfo di Aden, VUs Navy e la Bay al Navy hanno Diego Garda, un atollo nell'Oceano Indiano, dato in concessione dallo Sri Lanka alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti, che vi hanno costruito una grande base aerea. Se ci fossero difficoltà, questi due sono comunque rifugi sicuri, sia pure lontani, anche per le nostre navi. Gigi Padovani

Persone citate: Diego Garda, Giuseppe Farneti, Mariani