Reagan vuole una forza multinazionale

Reagcm vuole una forza multinazionale L'Iraq riprende a colpire Reagcm vuole una forza multinazionale L'Iraq riprende a colpire DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Se le navi da guerra europee nel Golfo Persico — e quindi anche quelle italiane — non chiederanno e non otterranno la protezione aerea americana, come hanno fatto segretamente quelle inglesi, si esporranno a gravi pericoli. Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa James Webb, in un memorandum riservato al ministro Weinberger e — più velatamente — in un'Intervista alla tv. Webb ha lamentato che gli alleati europei non abbiano ancora contribuito a sufficienza alla difesa del Golfo, ed ha ammonito che la loro mancanza di coordinamento con gli Stati Uniti finirà per esporre le loro navi militari a gravi pericoli. il sottosegretario, un ex combattente del Vietnam, ha indicato che solo l'Inghilterra ha chiesto che le sue unità da guerra nel Golfo Persico ' ottengano l'appoggio degli Awacs o radar volanti e degli altri aerei spia e da ricognizione americani, nonché — in caso di ostilità — di quello dei caccia e dei bombardieri della portaerei Constellation che Incrocia nel Mare Arabico. Webb, le cui riserve sulla strategia del Pentagono nel Golfo Persico hanno destato scalpore, non ha fatto nomi. Ma oltre all'Inghilterra — e la Francia, che conta tuttavia sulla propria portaerei Clemenceau — per ora solo l'Italia e l'Olanda in Europa hanno deciso di collaborare alla difesa delle rotte del petrolio. n monito del sottosegretario alla Difesa riguarda quindi, innanzitutto, le unità da guerra e i dragamine italiani e quelli olandesi. Webb ha lasciato Intendere che la copertura'Usa dal cieli è. Indispensabile per .la sicurezza degli alleati Un funzionario dell'Amministrazione da noi Interpellato ha comunque espresso il parere che al momento opportuno «1! ministero della Difesa italiano discuterà con noi di questa e altre questioni*. Contestando In parte Webb, 11 funzionarlo ha manifestato l'apprezzamento del suo governo per la condotta dell'Italia, e la certezza che ■( movimenti nel Golfo verranno coordinati: Dietro le osservazioni del sottosegretario alla Difesa, sembra esservi l'obiettivo politico di promuovere la formazione prima, e la istituzionalizzazione poi, di una vera.e propria forza multinazionale nel Golfo Persico. Webb ha detto testualmente alla tv che -gli alleati dovrebbero assumersi tutte le loro responsabilità in modo da consentire agli Stati Uniti di ridurre la loro presenza nel Golfo*. Noi stiamo tutelando i loro interessi, ha detto. In un'altra breve Intervista, Weinberger ha toccato un tasto analogo, dicendo che «come In Europa con la Nato, cosi l'America è presente nel Golfo Persico da 40 anni e potrebbe essere chiamata a restarvi altri 40». I responsabili del Pentagono non hanno sollevato a caso 11 problema dell'integrazione delle flotte nel Golfo. Essi sanno di riscuotere in questo modo la simpatia del Congresso, che fin dall'l- nizto della crisi ha cercato di conferirle una dimensione internazionale, e non bilaterale Usa-Iran. Il ballon d'essai americano viene lanciato al momento della partenza del segretario generale dell'Onu de Cuellar per Teheran, in missione di pace. Neppure questo è accidentale. La superpotenza non sembra credere che i colloqui di De Cuellar, che incominceranno domani, e saranno seguiti da altri a Teheran, possano sfociare nell'attuazione della risoluzione 598 per la fine delle ostilità nel Golfo Persico. Essa si prepara a promuovere un embargo mondiale delle vendite di' armi all'Iran. A Mosca, alia visita del ministro degli Esteri Iraniano Larijanl ha fatto seguito quella della delegazione della Lega Araba, guidata dal Kuwait. In un breve comunicato, i sovietici hanno ribadito il loro sostegno all'Onu e precisato che non prenderanno in considerazione altre misure finché non sarà chiaro l'esito della missione del segretario generale. Al contrarlo degli Usa, l'Urss pare puntare su un compromesso, il Washington Post ha accusato la Casa Bianca di commettere un errore: *Iran e Irak — ha scritto — guardano sempre più alla diplomazia del Cremlino per una via d'uscita e le conseguenze nel Golfo potrebbero essere serie: Ennio Carette